Libertà e margine. 13 artisti in mostra a Pavia
I Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia presentano “Marginalia. Le forme della libertà”, il progetto espositivo a cura di Valerio Dehò che mette insieme universi visionari e personalità eclettiche nel segno della “marginalità”
La mostra Marginalia. Le forme della libertà, presentata dai Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia fino al 28 febbraio 2022, riunisce oltre trenta opere, fra tele, grandi lavori su carta e installazioni, di tredici artisti contemporanei italiani e internazionali ‒ Silvia Argiolas, Francesco Bocchini, Claudio Costa, Severine Gambier, Gilberto Giovagnoli, Giuliano Guatta, Yayoi Kusama, MadMeg, Aldo Mondino, Mattia Moreni, Carol Rama, Nicola Troilo e Carlo Zinelli ‒, che spesso si sono scontrati con il sistema dell’arte pur di potersi esprimere in totale libertà. La loro ricerca è fuori dal mainstream e, affermando la loro espressività, restituiscono l’esperienza di un’arte libera tanto quanto le loro personalità.
ARTISTI E MARGINALITÀ
La mostra vuole rivalutare la “marginalità” come scelta e come punto privilegiato per osservare la realtà nella sua complessa unicità. La stessa Art Brut, di cui in mostra vi è un importante rappresentante, Carlo Zanelli, ha sempre sottolineato la vitalità di ciò che è marginale rispetto al mercato e alla società. I suoi lavori innescano un confronto con le opere degli artisti che hanno operato consapevolmente all’interno di una marginalità in contrasto con le “normalità” psicologiche e sociali, intendendo la propria creatività come un’urgenza fisica in cui fare e comunicare sono la stessa cosa.
LA MOSTRA CURATA DA DEHÒ A PAVIA
“Bisogna rivalutare la ‘marginalità’ come scelta e come punto privilegiato per osservare la realtà nella sua complessità. Si vuole anche recuperare un senso di fare arte profondo che è sempre ricerca della verità, quella intima e profonda dell’Io che cerca di comunicare con sé stesso e con il mondo”, scrive il curatore Valerio Dehò nel catalogo che accompagna la mostra e che include i testi dello stesso Dehò e di Mauro Querci, oltre a un contributo di Alessandro Bergonzoni.
‒ Giulia De Sanctis
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