Quali sono stati i 10 migliori film del 2021? La classifica di Artribune
Da Annette a West Side Story il musical ha avuto un nuovo slancio. Mentre da Illusioni perdute a Drive my car la letteratura continua ad accompagnare i grandi racconti cinematografici. E poi ci sono i film premi Oscar… attuali, moderni, poetici
Come ogni anno arriva il momento delle classifiche cinematografiche o meglio, come di consueto ci piace fare, dei film internazionali che per un motivo o per un altro si sono distinti per tema, messa in scena, storia, riflessioni o esuberanza. Il 2021 è stato un anno non semplicissimo, fatto di ripartenza, di nuovi inizi, di salti nel buio per tutta l’arte ma il cinema ha saputo conquistare e scaldare gli spettatori con film di incredibile bellezza. Ci sono stati musical, inchieste, drammi familiari, esilaranti commedie e qui proponiamo i 10 titoli per noi imperdibili.
-Margherita Bordino
WEST SIDE STORY
Steven Spielberg, un nome una garanzia. Uno dei registi più amati realizza un sogno – per lui e per noi – facendo il remake del film premio Oscar West Side Story. Circa due ore e mezza di grande, portentoso e strabiliante cinema. Duelli a suon di danza, personaggi nuovi e attuali, Rita Moreno deliziosa… magia, pura magia. West Side Story – tratto dall’omonimo musical di Leonard Bernstein, Stephen Sondheim ed Arthur Laurents – è il film dell’anno. Un musical che non potrà fare storcere il naso a nessuno, anche ai più refrattari con questo genere. Davanti a questa versione di Steven Spielberg è impossibile non emozionarsi, essere presi per mano dal racconto e accompagnati in quel mondo incredibile che è il cinema. West Side Story è cinema!
DRIVE MY CAR
Un film che richiede pazienza, promette di stupire e mantiene ogni promessa. Drive my car, diretto da Ryūsuke Hamaguchi, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo racconto di Haruki Murakami, contenuto nella raccolta Uomini senza donne, ed è stato presentato in concorso al 74esimo Festival di Cannes. Orso d’argento alla Berlinale, Drive my car è un particolare road movie lungo la stupenda città di Hiroshima. Un viaggio in macchina che esplora l’animo dei personaggi. Un film parlato, tanto parlato fino alla nausea e di una semplicità unica da essere perfetto in ogni sua virgola. Un film che ha la sua forza nei personaggi e nel loro linguaggio verbale e fisico, e che riflette acutamente su cosa è l’amore, su quante difficoltà ci sono nel relazionarsi con le altre persone, di come è complesso aprirsi con gli altri e di quanto possono pesare le scelte prese nel passato.
ANNETTE
Diretto da Leos Carax, al suo esordio in un film in lingua inglese, Annette ha fatto il suo debutto in apertura al Festival di Cannes nel luglio 2020, lasciando in tanti a bocca aperta. I protagonisti del film sono gli interpreti Adam Driver e Marion Cotillard, in perfetta grazia e sintonia con la storia scritta e musicata agli eclettici fratelli Sparks. Definito da molti critici di diversa nazionalità come un vero inno a tutte le forme di spettacolo, è la storia di una coppia apparentemente perfetta. Henry è uno stand-up comedian, Ann è una cantante di fama internazionale. Con la nascita della loro figlia Annette, una bimba con un dono unico ed eccezionale, la loro vita cambia drasticamente. Annette è un musical di grande genialità. Un cinema sicuramente di nicchia ma vera esplosione di bellezza.
MANDIBULES
Mandibules – Due uomini e una mosca è un film del 2020 scritto, diretto, fotografato e montato da Quentin Dupieux. Presentato in anteprima internazionale alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia, ha subito creato un’allegra discussione tra la stampa. Un film francese di grande leggerezza e intelligenza. Una vera ode all’idiozia fatta con grande gusto e sincerità. Mandibules – Due uomini e una mosca racconta di una coppia di criminali che scopre una mosca gigante nel bagagliaio di un’auto rubata e decide di addomesticarla, facendole seguire un bizzarro schema per trarre profitti. Una commedia dell’assurdo fatta ad opera d’arte e che non nasconde alcun messaggio profondo o ancestrale.
PETITE MAMAN
Dopo Ritratto della giovane in fiamme, la regista francese Celine Sciamma torna dietro la macchina da presa con una storia di grande tenerezza. Un racconto che guarda al presente al passato e al futuro. Una riflessione sentita – ma non sentimentale – sulla memoria, l’amicizia e la famiglia. Petite Maman è un piccolo film che gioca con la possibilità dell’immaginazione e della finzione, che porta la sua piccola protagonista in luogo “magico”, riguardante le sue radici e la sua storia. È un invito a conoscere meglio e a fondo l’infanzia dei propri genitori, o delle persone care, per comprendere veramente chi ci troviamo di fronte. Il film, presentato alla Berlinale del 2021, ha avuto un notevole successo tra il pubblico giovani di Alice nella Città.
THE FATHER
Pur vivace e a tratti lucido, Anthony mostra sintomi del morbo di Alzheimer, dimenticando fatti, luoghi e persone. Nel rapporto con i suoi familiari, la vita dell’anziano uomo prosegue per frammenti confusi che la sua mente non sa più ricomporre. È questo a grandi linee il racconto di The Father – Nulla è come sembra, esordio alla regia del drammaturgo francese Florian Zeller e tratta dall’omonima pieces teatrale da lui stesso scritta porta in scena nei palcoscenici di Parigi, Londra e New York. Il film, tra i più belli degli ultimi anni, ha ricevuto 2 Premi Oscar e ha per protagonisti due vere divinità: Anthony Hopkins e Olivia Colman. Al centro del racconto c’è il rovesciamento della prospettiva a cui siamo abituati. Zeller trascina il pubblico dentro la mente ingannevole del suo protagonista invece di osservare drammaticamente le conseguenze della sua malattia e il deterioramento dall’esterno.
UNA DONNA PROMETTENTE
Film attualissimo, è scritto e diretto da Emerald Fennell. È la storia di una ragazza che ha perso la sua più cara amica in seguito a una violenza subita. È un breviario che mostra tutto ciò che non deve succedere. Un racconto diretto al punto tale da non essere urlato. È chiaro, trasparente, non usa mezze misure e sul finale affonda un pugno nello stomaco di ogni spettatore. Per qualcuno è il film manifesto del #MeToo, per qualcun altro è una riflessione dark sulla cultura dello stupro… La cosa certa è che Emerald Fennell in modo eccellente e incisivo, senza troppi giri di parole o equivoci, e con una certa sfacciataggine necessaria “urla” con questa storia ‘non insabbiate gli stupri, non giustificatene i perpetratori e non colpevolizzatene le vittime’. La regista, alla sua opera prima, dirige stupendamente la bravissima Carey Mulligan e si porta a casa un Premio Oscar, facendo di questo film un vero caso.
MINARI
Una famiglia coreana si trasferisce in una fattoria dell’Arkansas alla ricerca del proprio sogno americano. Tra le sfide di questa nuova vita, scoprono l’innegabile resilienza della famiglia. Dire Minari è dire ‘poesia’. Diretto da Lee Isaac Chung, il film si basa sull’infanzia del regista, cresciuto proprio nelle stesse zone d’America in cui è ambientato lo stesso. Ha scritto A. O. Scotto sul The New York Times “Il minari è una pianta, conosciuta anche come sedano d’acqua o prezzemolo giapponese, molto usata nella cucina coreana. Nel nuovo bel film di Lee Isaac Chung cresce nel letto di un torrente dell’Arkansas fornendo il titolo, un dettaglio importante e forse anche una metafora. Proprio come il minari, Jacob, Monica e i loro due figli sono trapiantati”. Minari è un film occidentale a tutti gli effetti e ricorda una cosa che già tanti scrittori hanno evocato: è impossibile afferrare il cuore d’America. La colonna sonora a firma di Emile Mosseri è delicata, elegiaca e struggente.
NOMADLAND
Scritto, diretto, co-prodotto e montato da Chloé Zhao, è l’adattamento cinematografico del libro d’inchiesta della giornalista Jessica Bruder. Nomadland è il film Premio Oscar del 2021, già Leone d’Oro alla 77esima Mostra del Cinema di Venezia. Dopo aver perso il marito e il lavoro durante la Grande recessione, la sessantenne Fern lascia la città Empire, Nevada. Fern vuole attraversare gli Stati Uniti occidentali a bordo del suo furgone. Fern è interpretata da una insaziabile attrice quale è Frances McDormand. Ha raccontato la regista: “essendo cresciuta in città cinesi e inglesi, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l’orizzonte. Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un’altra persona. Bisogna scoprirla da soli”.
ILLUSIONI PERDUTE
Lucien è un poeta sconosciuto nella Francia del XIX secolo che lascia la sua provincia per tentare la fortuna a Parigi. Abbandonato a se stesso in questa città, il giovane scopre ben presto i retroscena di un mondo dedicato alla legge del profitto. È il caso di dire… Ogni generazione ha le sue Illusioni perdute e sono quelle che, seppur in costume, mette in scena Xavier Giannoli basandosi sul capolavoro di Balzac. Oligarchie finanziarie, compromessi tra politica e stampa, ambizioni di giovani e anziani. Benjamin Voisin, Cécile de France, Vincent Lacoste, Xavier Dolan, Salomé Dewaels, Jeanne Balibar, Gérard Depardieu, André Marcon, Louis-Do de Lencquesaing, Jean-Francois Stévenin sono il coro di attori che fa di Illusioni perdute un classico contemporaneo.
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