L’arte applicata all’arte
È un ritorno alla materia in tutte le sue declinazioni, quello che viene affrontato allo Studio Stefania Miscetti di Roma sino al 30 giugno. Giorgio Vigna volge lo sguardo “Altrove”, accostandosi a linee primitive. Sperimenta la resistenza di materiali come l’oro, l’argento, il rame, il bronzo e il vetro. Esasperandoli e superando l’arte applicata.
Due polarità sembrano convivere nella produzione di Giorgio Vigna (Verona, 1955; vive a Milano). Riesce a sposare materiali poveri con quelli pregiati, e a ricercare uno spiritualismo orientale pur sostenendo la filosofia materialistica. L’occhio di rame “ossidato”, lavorato al limite della sua duttilità, ingloba la fragilità del vetro, che a sua volta riesce a contenere un cotisso d’argento. Il gioco riflettente, la forma convessa, il nucleo cristallino richiamano la tradizione fiamminga, alludendo allo specchio dei Coniugi Arnolfini di van Eyck.
Intervista con l’artista
Stesso dialogo avviene nei gioielli, dove funi d’argento si annodano attorno al diamante, sottili strutture reticolari ingabbiano una perla pregiatissima. Forme e intrecci naturali dalla forma organica abbandonano la sacralità scultorea in favore di un contatto antropico. Gli acquatipi, pur risultando un po’ “vecchio stampo”, alludono a quella spazialità cosmica che amalgama l’intera esposizione. Interessante dialogo tra le arti.
Chiara Miglietta
Roma // fino al 30 giugno 2011
Giorgio Vigna – Altrove
[email protected]
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