Al cinema “America Latina”, il nuovo film dei fratelli Fabio e Damiano D’Innocenzo

I fratelli D’Innocenzo arrivano al cinema con il loro terzo film, capitolo finale di una trilogia cui fanno parte “La terra dell’abbastanza” e “Favolacce”. “America Latina” è un film spiazzante, non è un horror ma è terrificante e si presta a diverse interpretazioni lasciate allo spettatore

Tossico, spiazzante, indagatorio della mente e dell’animo umani. Dal 13 gennaio al cinema c’è America Latina di Fabio e Damiano D’Innocenzo, distribuito da Vision Distribution. La pellicola, in Concorso alla 77. Mostra del Cinema di Venezia, chiude una trilogia iniziata con La terra dell’abbastanza, proseguita con Favolacce. E se quest’ultimo era stato un pugno nello stomaco, America Latina stordisce ancora di più. Un racconto semplice, lineare e al tempo stesso una storia terrificante, forse tra le più horror viste al cinema negli ultimi anni. Un film che conferma un talento innegabile che parte dalla scrittura, dei testi e delle immagini.

“AMERICA LATINA” DEI D’INNOCENZO. LA TRAMA

Queste le parole della trama ufficiale di America Latina: “Latina: paludi, bonifiche, centrali nucleari dismesse, umidità. Massimo Sisti è il titolare di uno studio dentistico che porta il suo nome. Professionale, gentile, pacato, ha conquistato tutto ciò che poteva desiderare: una villa immersa nella quiete e una famiglia che ama e che lo accompagna nello scorrere dei giorni, dei mesi, degli anni. La moglie Alessandra e le figlie Laura e Ilenia (la prima adolescente, la seconda non ancora) sono la sua ragione di vita, la sua felicità, la ricompensa a un’esistenza improntata all’abnegazione e alla correttezza. È in questa primavera imperturbabile e calma che irrompe l’imprevedibile: un giorno come un altro Massimo scende in cantina e l’assurdo si impossessa della sua vita”.

“America Latina”, il nuovo film dei fratelli D’Innocenzo

“America Latina”, il nuovo film dei fratelli D’Innocenzo

“AMERICA LATINA”: LE DONNE E LA VILLA DEL PROTAGONISTA

Massimo Sisti, interpretato da Elio Germano, è il protagonista del film. Attorno a lui tre donne che, in particolare nei costumi, richiamano Il giardino delle vergini suicide di Sofia Coppola. Massimo Sisti vive con la sua famiglia in una villa enorme, frutto dei suoi sacrifici lavorativi. Una villa che vediamo sempre avvolta nella nebbia, dall’aspetto esterno dannato e inquietante, quasi come un’immagine di un centro psichiatrico di altri tempi. È una villa che riflette il suo animo, spezzato, ambiguo. Massimo Sisti è un uomo semplice. Dentro casa è in un modo e fuori è un’altra persona che guarda se stessa, che cerca di non sfuggire dal controllo. La villa è la sua zona franca che a un certo punto “crolla”, viene meno. E cosa succede quando viene meno non “l’io” esterno ma quello interno?

“AMERICA LATINA”: LE PAROLE DEI FRATELLI D’INNOCENZO

“Abbiamo scelto di raccontare questa storia perché, semplicemente, era quella che ci metteva più in crisi”, raccontano i registi. “In crisi come esseri umani, come narratori, come spettatori. Una storia che sollevava in noi domande alle quali non avevamo (e non abbiamo nemmeno a film ultimato) risposte che non si contraddicessero l’un l’altra. Interrogarci su noi stessi è la missione più preziosa che il cinema ci permette e America Latina prende alla lettera questa possibilità, raccontando un uomo costretto a rimettere in discussione la propria identità. Essendo gemelli anche i nostri due film precedenti raccontano storie di famiglie, di senso di appartenenza, di sangue, ma non ci eravamo mai addentrati così a fondo nel tema e abbiamo scelto la via a noi più rischiosa: la dolcezza. La dolcezza e tutte le sue estreme conseguenze. America Latina è un film sulla luce e abbiamo scelto il punto di vista privilegiato dell’oscurità per osservarla”.

– Margherita Bordino

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Margherita Bordino

Margherita Bordino

Classe 1989. Calabrese trapiantata a Roma, prima per il giornalismo d’inchiesta e poi per la settima arte. Vive per scrivere e scrive per vivere, se possibile di cinema o politica. Con la valigia in mano tutto l’anno, quasi sempre in…

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