1968, mostra di Sergio Dangelo alla Galleria Marconi di Milano. In quegli anni durante le inaugurazioni si scattavano fotografie, si immortalavano gli artisti, gli ospiti: materiali oggi preziosissimi per ricostruire le situazioni. Quella del pittore appena scomparso è la prima inaugurazione documentata da Enrico Cattaneo (Milano, 1933-2019), fotografo intelligente, curioso e spiritoso, le cui fotografie realizzate da Marconi tra il 1968 e il 1978 sono protagoniste di un corposo volume. Il libro, interamente in bianco e nero, di sole immagini a piena pagina, privo di testi, è edito da Mousse Publishing e da Fondazione Marconi.
ENRICO CATTANEO E GLI ARTISTI
Cattaneo, di formazione ingegnere, aveva da poco iniziato a dedicarsi completamente alla fotografia, aveva trentacinque anni e stava dando vita a una storia, attraverso i suoi protagonisti. Nelle sue immagini, che potremmo definire un reportage artistico, si riconoscono alcuni volti che ormai sono entrati in una sorta di mitologia dell’arte: Ugo Mulas mentre parla con Man Ray, sorridente e divertito nel corso della mostra del 1969, intitolata Je n’ai jamais peint un tableau récent, Non ho mai dipinto un quadro recente, naturalmente Giorgio Marconi, con i suoi grandi occhiali, Hsiao Chin nel 1970, Alexander Calder nel 1971, al quale la galleria dedica Mobiles/Stabiles, Richard Hamilton e la grande Louise Nevelson che Enrico racconta in tutta la sua straordinaria personalità. In quegli anni a Milano passava buona parte del mondo dell’arte e Marconi aveva un occhio assai allenato a scegliere. Con lo sguardo sornione, sorridente e profondo che non possiamo dimenticare, Cattaneo racconta il giovane Urs Lüthi, François Morellet e Franco Vaccari, del quale Marconi ha ospitato nel 1977 una Esposizione in tempo reale, forse la prima proposta a Milano.
CATTANEO RACCONTA MILANO
Nelle foto dei primi anni molte sono le signore in pelliccia, che piano piano l’avrebbero abbandonata negli armadi, ancora qualche cravatta che sarebbe stata sostituita dai maglioni a collo alto. Le inaugurazioni da Marconi erano un appuntamento imprescindibile. Tra il pubblico si riconoscono parecchi personaggi, da Guido Ballo a Pierre Restany, che nella Milano tra gli Anni Cinquanta e Settanta è stato un punto di riferimento. Poche le immagini dedicate alla documentazione delle opere, come quelle di Compagni compagni di Mario Schifano del 1968 o le foto in esterni a Cantù di Sagittarius di Lucio Del Pezzo.
IL LIBRO SULLE FOTOGRAFIE DI ENRICO CATTANEO
Con questo libro, denso di immagini, è possibile non solo comprendere a pieno il clima di una città oggetto di un radicale cambiamento storico, la capitale morale di un Paese che stava vivendo momenti difficili ma assai stimolanti, ma anche la storia di una galleria. Nata proprio negli Anni Sessanta dalla genialità e dal fiuto commerciale di Giorgio Marconi, che, destinato a diventare medico, a un certo punto abbandona tutto per seguire le orme del padre Egisto, corniciaio amante dell’arte e degli artisti.
Cattaneo tutti questi personaggi li conosceva, ci parlava, godeva della loro stima e la sua grande casa in via San Gregorio, a pochi passi dalla galleria Marconi, dove Enrico viveva a partire dagli Anni Settanta, era una testimonianza di tutti quei rapporti, di quelle vicende che hanno costituito la storia della storia dell’arte.
‒ Angela Madesani
Fondazione Marconi, Gió Marconi e Alberto Salvadori (a cura di) ‒ Enrico Cattaneo: Studio Marconi 1968–78
Mousse Publishing, Milano 2021
Pagg. 688, € 35
ISBN 9788867495061
www.moussemagazine.it
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati