Le fashion exhibition sono di casa al Victoria and Albert Museum di Londra: apre il 19 marzo 2022 Fashioning Masculinities: The Art of Menswear con la co-curatela di Claire Wilcox e Rosalind McKever e l’allestimento di JA Projects. Questa mostra segue la discussa Balenciaga: Shaping Fashion nel 2017 e la magica Christian Dior: Designer of Dreams, e ancora l’esposizione dedicata alla stilista Mary Quant, nota per aver inventato la mitica minigonna e gli abiti sbarazzini ma anche per aver promosso i pantaloni come mise colorata e sensuale, in un periodo in cui le donne li indossavano solo in casa e per occasioni informali. Adesso è la volta della moda maschile, ma Fashioning Masculinities, promossa dal direttore creativo di Gucci Alessandro Michele, è l’occasione per spingersi verso la dissertazione di qualsiasi forma di “tossici stereotipi” che avvolgono l’identità di genere maschile. Come ricorda Tristram Hunt, direttore del V&A, il museo è stato pioniere per le collezioni di vestiario, dai trofei del pittore britannico Talbot Hughes “al guardaroba del mecenate del ventesimo secolo Edwards James, alle recenti generose donazioni degli affezionati della moda Mark Reed e Charlie Porter”.
IL CONCEPT DELLA MOSTRA FASHIONING MASCULINITIES
Rosalind McKever introduce il proprio testo critico sulla mostra con un quesito ripreso da Erasmo da Rotterdam (1500): Do clothes make the man?, che in Italia viene tradotto nel detto al negativo “l’abito non fa il monaco”. Eppure ciò che l’uomo veste diventa importante quando, liberato dalle briglie delle imposizioni, diventa strumento di auto-affermazione, riflettendo un nuovo discorso sociale sulla mascolinità e sulla de-costruzione delle forme rigide e standardizzate legate al vestiario maschile. Vengono citati Giorgio Armani, Tom Ford e Raf Simons come i pionieri che hanno aperto la strada ad un approccio più fluido, quello di stilisti come Jonathan Anderson, Alessandro Michele, Adebayo Oke-Lawal, Harris Reed e Grace Wales Bonner. Non viene inoltre dimenticato il ruolo dei performer, di musicisti e attori che hanno contributo a scuotere il modello virile come Harry Style (ex One Direction), Sam Smiths, Billy Porter (famoso per il telefilm Pose, ha interpretato anche una fata non-binaria nel remake 2021 di Cenerentola).
LA STRUTTURA DELLA MOSTRA
La mostra segue una struttura tripartita. La prima sezione Undressed racconta il corpo che si nasconde sotto il costume, guardando all’intimo come momento essenziale della moda. Si parte dall’Apollo del Belvedere e dall’Ermes Farnese, giustapposti con la moda di Jean-Paul Gautier, sino ad arrivare alle fotografie di Lionel Wendt, Zanele Muholi e Isaac Julien. Overdressed si concentra sulle dinamiche di potere dell’universo sartoriale, dalle passerelle alle strade urbane; in questo senso sono le persone comuni che mixano e rimodulano i codici del vestire. Oltre ai ritratti di Joshua Reynolds e di Jean-Baptiste Perronneau, sarà esposto l’abito su misura di Randi Rahm, indossato da Billy Porter ai Golden Globes del 2019. Redressed osserva come il completo nero “suit” è stato pian, piano sciolto dal blocco monolitico del genere, assumendo stilemi sempre più rivoluzionari. Si dedica spazio alla sartoria inglese e alla storia del completo, per poi sfociare nelle sue alterazioni nel tempo: esempio è come l’uniforme militare abbia influito sulle fogge dell’abbigliamento civile moderno. Viene incluso, in questa sezione, un kilt disegnato da Nicholas Daley. Così nel percorso espositivo, viaggiando dal Rinascimento fino alla Contemporaneità, è possibile imbattersi nei dipinti pomposi del Settecento, in una foto del paladino della Gioventù bruciata James Dean, nei disegni di Robert Longo dalla serie Men in the cities, nel modello Kim Jones immortalato durante la sfilata Primavera/Estate di Fendi Couture, nell’immagine della Drag Queen Bimini Bon Boulash, mentre indossa un abito da sposa. Sono presenti tante proposte in formati e media differenti: stampe, sculture, incisioni, capi sartoriali, dipinti come Il tagliapanni di Giovanni Battista Moroni, il cui protagonista inforca un paio di forbici in procinto di tagliare un lembo di tessuto. Le premesse dell’esposizione sembrano alquanto promettenti.
-Giorgia Basili
Fashioning Masculinities: The Art of Menswear
dal 19 marzo 2022
Victoria and Albert Museum
Cromwell Rd, Londra
https://www.vam.ac.uk/exhibitions/
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