Nuovi spazi d’arte a Milano. La galleria CiacciaLevi apre la sua sede in città
La galleria di Nerina Ciaccia e di Antoine Levi apre uno spazio in Via Rossini a Milano giusto dietro Villa Necchi. Si parte con una mostra dell’artista Daniel Jacoby
Una bella novità sul palcoscenico delle gallerie d’arte di Milano. Il legame tra la città italiana e Parigi si consolida suggellando il successo ottenuto dal nuovo collegamento ferroviario proposto da Trenitalia. Cosa succede? Succede che Ciaccia Levi, una delle gallerie d’arte contemporanea più interessanti di Parigi, aprirà a breve una sede a Milano, in zona Porta Venezia, in Via Rossini 3, laddove c’era un una boutique. Siamo in un bel quartiere a due passi da Villa Necchi.
LA GALLERIA CIACCIALEVI APRE A MILANO
Il sodalizio nato vari anni fa dalla coppia italo francese composta da Nerina Ciaccia e Antoine Levi già aveva modificato la propria sede principale a Parigi (scendendo da Belleville al Marais), ora ecco il grande salto con il raddoppio su Milano. Un progetto accarezzato da molti anni, poi rallentato a causa dell’emergenza sanitaria, e ora finalmente concretizzatosi. “Se va tutto bene“, anticipano ad Artribune i galleristi, “si apre il 30 marzo ma ancora non possiamo assicurarlo al cento per cento”
LE ATTIVITÀ DELLA GALLERIA CIACCIA LEVI
La presenza a Milano di Ciaccia Levi è una buona notizia perché potrà essere foriera di iniziative non banali. Nerina e Antoine infatti non se la sono mai sentita di fare i galleristi classici e hanno sempre affiancato alla loro attività una serie di progettualità sul territorio. L’ultimissima in ordine di tempo, in spregio del periodo pandemico, è stata Palai una mostra in uno storico palazzo di Lecce svoltasi questa estate assieme ad altre importanti gallerie parigine. Ma prima di questo progetto c’è stata Paris Internationale, la fiera emergente di maggior successo nella capitale francese nei tempi recenti. “Vogliamo andare oltre all’attività classica di galleria. Deve essere uno spazio di progetti e di collaborazioni editoriali. E poi vogliamo essere liberi. Liberi anche di non esserci: lo spazio dovrà funzionare anche ‘da solo’ semplicemente accendendo le opere e permettendo al pubblico di osservarle dalla strada, da fuori, senza la necessità della nostra presenza” spiegano i galleristi. E infatti la prima mostra, attesa appunto per la primavera, sarà esattamente coerente con questi propositi. Un video di Daniel Jacoby visibile dalla strada, proiettato in fondo con il resto della galleria vuota.
– Massimiliano Tonelli
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