Pier Paolo Pasolini – Folgorazioni figurative

Informazioni Evento

Luogo
SOTTOPASSO DI PIAZZA RE ENZO
Piazza Re Enzo , Bologna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
28/02/2022

su invito

Artisti
Pier Paolo Pasolini
Curatori
Gian Luca Farinelli, Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi
Uffici stampa
LARA FACCO P&C
Generi
documentaria, cinema

Un percorso per scoprire come le grandi opere della storia dell’arte si siano innestate nel lavoro cinematografico di Pasolini, in un dialogo senza fine.

Comunicato stampa

Pier Paolo Pasolini è nato a Bologna cento anni fa. Seguiamo la traccia che Bologna ha lasciato nella formazione di una delle anime più profetiche del nostro Novecento, dalla nascita, il 5 marzo 1922, in via Borgonuovo, agli anni del liceo e dell’università, con un maestro come Roberto Longhi che plasmò lo sguardo di Pasolini e lo instradò verso una passione, quella per l’arte figurativa, che lo accompagnerà lungo tutto il suo poliedrico percorso creativo. Una vera e propria folgorazione.

Da qui prende le mosse la mostra Folgorazioni figurative nei nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo, dal 1° marzo al 16 ottobre 2022. Un percorso per scoprire come le grandi opere della storia dell’arte si siano innestate nel lavoro cinematografico di Pasolini, in un dialogo senza fine.

Pasolini e i capolavori della grande tradizione pittorica

Dalla pittura, che imparò ad amare tra i banchi dell’Università di Bologna agli inizi degli anni Quaranta, al cinema, che lo vide protagonista di una meravigliosa stagione negli anni Sessanta e Settanta. I capolavori dell’arte medievale e rinascimentale rivivono nel cinema di Pier Paolo Pasolini, sono riferimento visivo costante delle sue inquadrature, fonti d’ispirazioni o financo tableaux vivant. Le Folgorazioni figurative furono quelle che illuminarono lo sguardo del giovane Pasolini, quelle che la mostra realizzata dalla Cineteca di Bologna ricostruisce mettendo a confronto le immagini della grande tradizione pittorica e quelle dei film di PPP, lungo un percorso cronologico che va dall’esordio di Accattone nel 1961 all’ultimo, postumo, Salò del 1975.

Curata da Marco Antonio Bazzocchi, Roberto Chiesi e Gian Luca Farinelli, Pier Paolo Pasolini. Folgorazioni figurative aprirà al pubblico il 1° marzo, inaugurando così i nuovi spazi espositivi del Sottopasso di Piazza Re Enzo, nel cuore di Bologna, la città dove Pasolini nacque il 5 marzo 1922.

Promossa dalla Cineteca di Bologna, nell’ambito delle celebrazioni del Comune di Bologna e di quelle del Comitato nazionale per il Centenario della nascita di Pasolini, con il patrocinio di Alma Mater Studiorum Università di Bologna, il sostegno del Ministero della cultura e della Regione Emilia-Romagna, la partnership con Tper (con cui è realizzata la galleria di vetrofanie che ritraggono Pasolini esposte nelle pensiline della città) e Trenitalia Tper, la mostra sarà visitabile fino al 16 ottobre.

Come ci ricorda Marco Antonio Bazzocchi nel saggio introduttivo al catalogo della mostra, pubblicato dalle Edizioni Cineteca di Bologna, “Pasolini ha imparato a leggere i dipinti negli anni Quaranta, grazie all’insegnamento di Roberto Longhi, che nell’autunno del 1941, a Bologna, in via Zamboni 33, ha spiegato a un ristrettissimo gruppo di studenti le differenze tra la pittura di Masaccio e quella di Masolino. Per farlo ha usato una tecnica critica assolutamente nuova, proiettando sullo schermo dell’aula i vetrini che riproducono le immagini di alcuni particolari delle opere d’arte analizzate. Lì, dai particolari, dai frammenti di un’opera, Longhi ricostruisce lo stile dell’artista, sa distinguere le fasi del suo percorso, le sa mettere in rapporto con quello che viene prima ma anche con quello che verrà poi. Particolari e frammenti di realtà, un viso, una mano, un lembo di veste. Corpi sezionati, esaminati a pezzi, osservati come oggetti d’amore. Per Pasolini in quei vetrini si consuma una folgorazione dove prende posto tutto il suo mondo futuro: la sua idea della Realtà come oggetto unico di attenzione, il bisogno di leggere sempre nei volti l’alterità, la diversità, la spinta a uscire fuori di sé per conoscere il mondo, e infine la carica erotica. Ogni film di Pasolini è progressivamente la costruzione di una bellezza che saccheggia ampie zone dell’arte italiana o europea per ridare dignità espressiva a ciò che non la avrebbe. I suoi film, complessivamente, disegnano una storia dell’arte in forma di cinema”.