Weekend a Rovereto. Cosa fare e vedere in città e nei dintorni

Se siete a Rovereto per visitare la mostra su Canova, ecco qualche consiglio per scoprire la città, le sue attrazioni e le tappe da non perdere

La vicinanza con Trento può rappresentare un limite alla scoperta di questa cittadina a misura d’uomo, che invece è di per sé una meta interessante da visitare, e vivace centro culturale, come testimonia la presenza del Mart, tra i più importanti centri di arte moderna e contemporanea d’Italia. Fino al 18 aprile, il museo progettato da Mario Botta ospita la mostra che celebra il secondo centenario della morte di Antonio Canova con un percorso che si muove tra “innocenza e peccato”, pensato dal curatore Vittorio Sgarbi come un confronto tra l’ideale di bellezza dello scultore di Possagno e l’interpretazione – spesso in contrasto – che ne hanno dato grandi interpreti dell’arte contemporanea. Occasione ghiotta per scoprire il Mart e la sua programmazione (fino al 5 giugno va avanti anche la retrospettiva dedicata a Fortunato Depero, che proprio a Rovereto ha lasciato l’unico museo futurista italiano), e poi muoversi alla volta della città e dei suoi dintorni, col favore di una posizione strategica, tra il lago di Garda e le montagne del Trentino.

Rovereto vista dal Mart

Rovereto vista dal Mart

LA PASSEGGIATA A ROVERETO

Il centro di Rovereto è ordinato ed elegante. Intorno a Piazza Rosmini (intitolata a una delle personalità più celebri della città, il filosofo Antonio Rosmini, vissuto a cavallo tra il XVIII e il XIX secolo) si raccolgono edifici storici come Palazzo del Ben – Conti d’Arco, di origine cinquecentesca. Il suo aspetto odierno, che evoca l’epoca rinascimentale, è in realtà frutto di un rifacimento in stile di inizio Novecento (originale è invece la bella corte porticata). Si prosegue verso le residenze di origine medievale di piazza Cesare Battisti, riconoscibile per la fontana del Nettuno. Il passato della città è testimoniato anche dalla Porta San Marco, decorata col leone di Venezia, a documentare l’influenza esercitata dalla Repubblica veneziana nel XVI secolo, quando da borgo medievale Rovereto si trasforma in città strategica, capace di conservare una propria forma di autonomia nei secoli a venire. Al Cinquecento risale anche la costruzione della Torre dell’Orologio, mentre quel che resta delle mura storiche data al XIV secolo, e ancora più antico è il Ponte Forbato sul torrente Leno (che determinò una fiorente attività di produzione e lavorazione della seta tra il XV e il XVIII secolo).

Castel Veneto, Rovereto

Castel Veneto, Rovereto

ROVERETO: IL MUSEO STORICO ITALIANO DELLA GUERRA

Rovereto fu duramente colpita durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale: in entrambe le tragiche circostanze, i bombardamenti non risparmiarono la cittadina, oggi simbolicamente ribattezzata Città della Pace. Ne resta traccia nelle bombe collocate sulla facciata di uno degli edifici del Campiello del Trivio, nel monumento agli Alpini ai Giardini alla Pista, nella monumentale Campana dei Caduti (fusa con il bronzo dei cannoni della Grande Guerra, ogni sera suona cento rintocchi) posta sul Colle di Miravalle, ma soprattutto tra le sale del museo ospitato all’interno dello storico Castel Veneto (pure coinvolto nei bombardamenti della Grande Guerra), la cui fondazione è legata alla famiglia Castelbarco. Dal 1921, il castello accoglie il Museo Storico della Guerra, monito contro la brutalità dei conflitti armati, inaugurato all’epoca per costruire una memoria pubblica del conflitto da poco concluso. Attraverso una ricca esposizione di armi, uniformi, fotografie, documenti e oggetti artistici, l’allestimento racconta l’esperienza di uomini e donne in guerra tra l’Ottocento e i drammatici eventi del ’15-’18. La visita dà accesso anche a torrioni, cannoniere e cunicoli storici.

https://museodellaguerra.it/

Teatro Zandonai, Rovereto

Teatro Zandonai, Rovereto

IL TEATRO PIÙ ANTICO DEL TRENTINO

Edificato nel 1782 su progetto dell’architetto Filippo Maccari, il Teatro civico ha attraversato alterne vicissitudini: durante la Prima Guerra Mondiale venne utilizzato come deposito e stallaggio per i cavalli, subendo gravi danni. Acquistato nel 1920 dal Comune, prese il nome di Teatro Zandonai, per la messa in scena di Giulietta e Romeo di Riccardo Zandonai nel 1924, in occasione della riapertura al pubblico dopo un primo profondo restauro. Dopo un declino durato per molti decenni, solo nel 2002 si sono valorizzate strutture originali e apparato decorativo, recuperando il grande soffitto sopra la platea, i quattro ordini di palchi lignei, le decorazioni dei soffitti del foyer e la facciata della seconda metà dell’Ottocento. La programmazione odierna è ricca e orientata alla sperimentazione e all’impegno civile.

https://www.teatro-zandonai.it/

La Casa Museo di Fortunato Depero a Rovereto

La Casa Museo di Fortunato Depero a Rovereto

FORTUNATO DEPERO E IL PRIMO MUSEO FUTURISTA

Fondato da Depero nel 1959, il museo sorge nel cuore medievale della città (siamo in via dei Portici) e racconta l’idea di opera d’arte totale propria dell’Avanguardia futurista. Depero ne curò personalmente ogni dettaglio – i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti –, ma non riuscì a godere a lungo della sua intuizione, colto dalla morte nel 1960. La Casa Museo ha riacquistato la sua centralità nella vita culturale di Rovereto a partire dal 2009, in concomitanza con il centenario del Futurismo, grazie al restauro curato da Renato Rizzi per conto del Mart. Oggi la visita permette di apprezzare gli ambienti come furono progettati dall’artista, (muovendosi tra arazzi, mobili originali, illustrazioni e locandine), accanto a un allestimento moderno rispettoso dello spirito del progetto. Fino al 27 marzo, la mostra Da Rovereto a New York raccoglie a Casa Depero opere storiche provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.

https://www.mart.tn.it/mart/casa-d-arte-futurista-depero-118228

L'Eremo di San Colombano, Trentino

L’Eremo di San Colombano, Trentino

DA ROVERETO ALL’EREMO DI SAN COLOMBANO, SULLE TRACCE DI DEPERO

Fortunato Depero fu anche un infaticabile camminatore. Si è scelto dunque di rendergli omaggio invitando a ripercorrere alcune delle passeggiate che amava, fuori e dentro la città. Come il sentiero che collega Rovereto alla Valle di Terragnolo, verso il caratteristico Eremo di San Colombano incassato nella roccia (Depero lo rappresenta nel 1957 in un particolare del dipinto Pietre antiche e moderne) e la Chiesa di San Martino, nella frazione di Noriglio. L’itinerario è ben segnato sulla mappa realizzata dagli studenti del Liceo artistico Fortunato Depero, disponibile anche online, in italiano e inglese, arricchita da fotografie e scritti dell’artista. Calcolate circa tre ore di cammino, dall’inizio dell’escursione al rientro in centro città (si cammina anche nella natura, affrontando un dislivello di 200 metri).

La sala della Locanda Margon

La sala della Locanda Margon

DOVE MANGIARE A ROVERETO E DINTORNI

Che si tratti del ristorante fine dining (Senso) o del bistrot operativo fino alle 18, Alfio Ghezzi è il deus ex machina della rivoluzione gastronomica del Mart, che nel 2020 ha concretizzato un moderno progetto di ristorazione museale, contando sulla maturità e sull’estro del cuoco trentino. Si viaggia tra i prodotti del Trentino (e le verdure dell’orto sociale) e le sue tradizioni, coccolati dalle torte da credenza per una merenda rinfrancante o in occasione di un aperitivo con un buon calice di vino, salumi e formaggi di piccoli produttori locali. A cena si cambia registro, con la degustazione proposta da Senso, dove gli arredi di design del XX secolo omaggiano lo spirito del museo.
A trenta minuti d’automobile dalla città, tra le vigne della Cantina Ferrari, la Locanda Margon è invece una destinazione fuori dal tempo, dimora di campagna di fondazione cinquecentesca. La cucina è quella pulita e moderna di Edoardo Fumagalli, giovane chef di talento che ha preso le redini del progetto gastronomico della famiglia Lunelli (in dialogo con le bollicine della maison).
Presente con diversi punti vendita in città, il Panificio Moderno racconta la passione per la panificazione della famiglia Piffer, dal 1926. La nuova generazione ha portato a un’evoluzione nel segno di un’accurata selezione delle farine e delle materie prime, elaborando anche un nuovo format di caffetteria con cucina, presente a Rovereto sotto l’insegna di Briciole (e a Trento, in piazza Lodron).

https://alfioghezzi.com/
https://www.locandamargon.it/
www.panificiomoderno.it

‒ Livia Montagnoli

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