Alberi e pittura nella mostra di Simone Berti a Milano
Gli alberi e la natura sono diventati protagonisti della ricerca artistica recente di Simone Berti, in mostra alla Schiavo Zoppelli Gallery di Milano
Le sue immagini di persone, animali e oggetti sospesi su protesi, impalcature e palafitte irruppero con scanzonata leggerezza nell’immaginario collettivo del panorama artistico italiano nei tardi Anni Novanta. Installazioni e pitture che rievocavano illustrazioni da sillabario, ma rilette sottolineando impietosamente tutte le fragilità, instabilità e menomazioni dei soggetti raffigurati: questa è stata la cifra stilistica predominante di Simone Berti (Adria, 1966). In tempi più recenti i protagonisti della sua ricerca sembrano essere Soprattutto alberi (come tautologicamente recita il titolo della mostra in corso alla Schiavo Zoppelli Gallery) e anziché traballare e zoppicare si radicano e si diramano saldamente al suolo, facendo presa con la terra.
LE OPERE DI SIMONE BERTI IN MOSTRA A MILANO
Come sempre nei dipinti di Berti, questi soggetti ritagliano le loro epifanie su uno smalto neutro, su un limbo decolorato, come apparizioni su uno schermo vuoto, la tela vergine delle favole, lo spazio incontaminato dove prende forma la materia dei sogni. Sono fasci di fibre, filamenti legnosi, rugosità e ondulazioni di scorze, polpe e muscolature vegetali che si profilano e si intricano, ergendosi a guisa di colonne come nell’Untitled del 2004, un tronco radiante di colori solforizzati, quasi che per incantesimi stregoneschi o per malefici chimici esso risucchiasse minerali fosforescenze sotterranee; o come nell’Untitled del 2019, dove i colori assumono sfumature acide e velenose, esaltate come sempre dal bianco impassibile dello sfondo.
LA PITTURA DI SIMONE BERTI
La pittura non si inspessisce mai, la pasta cromatica accarezza la tela senza grumi o inciampi materici, il pennello di Berti sembra procedere a ritmi lentissimi, mimando quasi gli stessi tempi di crescita dell’albero, la paziente cronologia di tutte le sue infinite metamorfosi. Metamorfosi che si estendono anche alla vita animale coinvolgendola in un unico processo germinativo. Nell’Untitled del 2020 le ramosità delle corna dei cervi si innestano e concrescono con le appendici degli alberi, come se tutta la natura non fosse che un massificarsi e incrociarsi di lacerti lignei: un universo metamorfico ‒ come rileva Luca Cerizza nel testo introduttivo, citando le osservazioni sulle fiabe di Italo Calvino ‒ che rimanda a una mitica e primigenia “sostanza unitaria del tutto”.
‒ Alberto Mugnaini
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