Quanto ci piace quando, sui pannelli delle mostre, indicano la colonna sonora, con direttore, cantanti, orchestra e tutto. E certo non si poteva farne a meno per il tributo di Brera ai fatidici 150: Hayez-Verdi-Manzoni, la trimurti risorgimentale al centro di un’esposizione piccola ma “sugosa”, per dirla alla don Lisander. Retorica quanto basta, prevedibile quanto occorre (poteva mancare Il bacio?). Cosa si ascolta? Naturalmente, il cigno di Busseto. Cosa si vede? Bella, bella pittura. Perlopiù ritratti, ma anche quei quadri di storia che Argan bollò come “rivoluzione dei trovarobe”. Suvvia, Giulio Carlo, non sarai stato troppo severo? In fondo quei dipinti, ispirati a capolavori come I due Foscari e I vespri siciliani, ci ricordano come il melodramma sia nell’italico Dna. E pure l’opera buffa, suggerisce malizioso Rossini, chiudendo questa deliziosa petite promenade.
Anita Pepe
Milano // fino al 25 settembre 2011
Hayez nella Milano di Manzoni e Verdi
a cura di Fernando Mazzocca, Isabella Marelli e Sandrina Bandera
www.brera.beniculturali.it
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