Baruchello | Cornell | Dion – Archiviare l’impossibile
In mostra il lavoro degli artisti selezionati: Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell, Mark Dion, tra coloro che più efficacemente hanno tentato di descrivere il “caos” del mondo.
Comunicato stampa
Nel solco della linea di ricerca tematica e transgenerazionale che la galleria ha privilegiato nel corso degli anni, il progetto espositivo della nuova stagione è focalizzato sulla possibilità, da parte dei linguaggi dell’arte, di sintetizzare attraverso le immagini i dati della conoscenza della storia e della memoria.
In questo senso, esemplare è il lavoro degli artisti selezionati: Gianfranco Baruchello, Joseph Cornell, Mark Dion, tra coloro che più efficacemente hanno tentato di descrivere il “caos” del mondo.
Attraverso una strategia procedurale che reimpiega criticamente l'archivio e l'archiviazione dei dati, il pensiero rizomatico dei tre artisti si è materializzato in immagini che spingono a riflettere sui limiti delle narrazioni dominanti. Le “enciclopedie” di Baruchello attraversate da minuscole creature che popolano le sue miniature del pensiero, i “reliquiari” mnemonici di Cornell, le tassonomie fantastiche di Dion, tentano di raccogliere il mondo in una narrazione che anticipa e interpreta i nuovi codici della comunicazione del nostro tempo, mettendone in luce le contraddizioni.
Gianfranco Baruchello (1924)
Tra i maggiori esponenti dell'arte concettuale italiana, la ricerca artistica di Baruchello non è mai stata influenzata dalle tendenze dominanti negli anni in cui ha operato. Nato a Livorno nel 1924, studia legge all'Università La Sapienza di Roma, lavorando per dieci anni nell'azienda biomedica di famiglia. Tuttavia, fortemente attratto dal mondo della cultura, inizia a delineare la sua personalità artistica decidendo di abbandonare la precedente carriera e dedicarsi completamente a quella di artista. La sua ricerca affonda nel continuo confronto con il quotidiano, il comune, l'anti-monumentale: una dimensione umana dell'esistenza in cui riscoprire il profondo valore di una conoscenza enciclopedica. Nel 1963 ha tenuto la sua prima mostra personale alla Galleria La Tartaruga di Roma, presentata da Alain Jouffroy: segni, lettere e disegni erano gli elementi costitutivi di una meticolosa pittura in miniatura realizzata su grandi superfici bianche. Dal 1973 ha avviato l'operazione artistica Agricola Cornelia SpA, un'azienda agricola insediata in un terreno acquistato in via di Santa Cornelia, alla periferia di Roma, realizzata "con lo scopo sociale di coltivare la terra". In questi anni ha sviluppato opere sui temi della casa e dell'abitare. Nel 1998 nasce in collaborazione con Carla Subrizi la Fondazione Baruchello, al fine di svolgere attività di ricerca e promozione artistica contemporanea.
Tra le sue mostre personali e collettive, ricordiamo: The New Realists (Sidney Janis Gallery - New York, 1962); Baruchello (Galleria La Tartaruga - Roma, 1963); Gianfranco Baruchello (Cordier & Ekstrom Gallery - New York, 1964); La Biennale di Venezia (Venezia, 1976, 1980, 1988, 1990, 1993, 2013); Documenta (Kassel, 1977, 2012); Gianfranco Baruchello (Hasenclever Gallery - Monaco, 2005); The Collection: selected works (MACRO - Roma, 2006); Certe idee (Galleria Nazionale d'Arte Moderna - Roma, 2011); Gianfranco Baruchello (Villa Arson – Nice, 2018); Gianfranco Baruchello (Mart - Rovereto, 2018); Psicoenciclopedia possibile (Centre d’Art Contemporain Genève – Genève, 2021).
Joseph Cornell (1903 – 1972)
Pioniere dell'assemblaggio, del cinema sperimentale e del found footage, sebbene non abbia mai abbracciato ufficialmente il movimento, è considerato l’esponente americano più importante del Surrealismo. A seguito delle sue vicende lavorative personali sviluppa l’interesse per il collezionismo di oggetti vari, attività che ricadrà emblematicamente nella sua produzione artistica. Grazie all’incontro con Julian Levy, proprietario di una galleria d'arte, espone alla prima mostra surrealista tenutasi a New York nel 1932. Cornell ha partecipato ad alcune tra le mostre maggiormente rappresentative del panorama avanguardistico della prima metà del Novecento e le sue opere sono presenti nelle collezioni di alcuni tra i più importanti musei del mondo, come il MoMA, il Guggenheim e il Metropolitan Museum di New York, la Tate Modern di Londra e il Museo Reina Sofia di Madrid.
Tra le sue mostre personali e collettive, ricordiamo: Surrealism Paintings, Drawings and Photographs (Julian Levy Gallery – New York, 1932); Fantastic Art, Dada, Surrealism (MoMA – New York, 1936); An Exhibition of Works by Joseph Cornell (Pasadena Art Museum - Pasadena, 1966); Exhibition of collages by Joseph Cornell (The Metropolitan Museum of Art – New York, 1970); Joseph Cornell (MoMA – New York, 1980); Joseph Cornell: Navigating the Imagination (San Francisco Museum of Modern Art – San Francisco 2007); Joseph Cornell. Wanderlust (Royal Academy of Arts – London 2015).
Mark Dion (1961)
Mark Dion studia alla Hartfort Art School, nel Connecticut, dove ottiene un BFA nel 1986 e un dottorato onorario nel 2002. Il lavoro dell’artista esamina i modi in cui le ideologie dominanti e le istituzioni pubbliche hanno influito in maniera decisiva sulla nostra comprensione della storia, della conoscenza e del mondo naturale. Attraverso l’appropriazione di metodologie scientifiche di raccolta dei dati, inerenti mondi quali quelli dell’archeologia, della zoologia e dell’ecologia, l’artista mette in discussione il ruolo della scienza quale voce autorevole e obiettiva nella società contemporanea. Proprio perseguendo queste finalità realizza spesso spettacolari gabinetti delle curiosità, modellati sulle tipologie delle Wunderkammern, o collabora con musei di storia naturale, acquari e zoo. Nel corso della sua carriera ha ricevuto numerosi premi, tra cui la nona edizione del Larry Aldrich Foundation Award (2001), il Joan Mitchell Foundation Award (2007) e il Lucida Art Award dello Smithsonian American Art Museum (2008).
Tra le sue mostre personali e collettive, ricordiamo: True Stories Part II (Institute of Contemporary Art – London, 1992); Unseen Fribourg (Fri-Art Centre D’Art Contemporain Kunsthalle - Fribourg, Switzerland, 1995); Skandinavischer Pavillon (Biennale di Venezia - Venezia, Italy, 1997); Tate Thames Dig (Two Banks) (Tate Gallery - London, 1998); New England Digs (Fuller Museum of Art - Brockton, MA, 2001); Microcosmographia (University of Tokyo Museum – Tokyo, 2002); Systema Metropolis (Natural History Museum – London, 2007); Solo Show, Art Unlimited (Art Basel – Basel, 2008); Mark Dion / MATRIX 173 (The Wadsworth Atheneum Museum of Art - Hartford, CT, 2015); Mark Dion: Misadventures of a 21st Century Naturalist (Institute of Contemporary Art Boston – Boston, 2017); Mark Dion: Theatre of the Natural World (Whitechapel Gallery – London, 2018); Mark Dion: The Life of a Dead Tree (Museum of Contemporary Art – Toronto, 2019)