Segheria in Culture a Milano. Nuovo spazio espositivo dove c’era il ristorante di Cracco

Uno storico impianto nato novant'anni fa, bombardato durante la guerra, poi dismesso negli anni Novanta, restaurato nel 1999 e riattivato fino al 2014 come sede di mostre e installazioni. Dopo anni sotto le vesti di un celebre ristorante, ora torna ad essere spazio per la cultura

Una segheria storica, un tempo gigantesca, oggi ridotta solo ad una porzione chiusa tra i palazzoni della Circonvallazione e la ferrovia. L’impianto dei Solci comunque è lì e resiste. Location, spazio perfetto per servizi fotografici mozzafiato, luogo espositivo. Negli ultimi anni però una nuova avventura: diventa un ristorante che grazie alle invenzioni della scoppiettante direttore creativo Tanja Solci (anche proprietaria) e alla cucina di Carlo Cracco miete successi. Ma le cose tra i soci non vanno alla perfezione e l’avventura si interrompe nei mesi scorsi dopo 7 anni. La segheria (non più “Carlo e Camilla, in Segheria” bensì “Segheria in Culture”) ritorna così pienamente nelle disponibilità di Tanja che punta a tornare alle origini, quelle a valle del grande recupero architettonico del 1999: uno spazio espositivo.
Segheria negli anni Trenta prima dei bombardamenti

Segheria negli anni Trenta prima dei bombardamenti

SEGHERIA IN CULTURE. NUOVO SPAZIO D’ARTE A MILANO

Non voglio nulla che abbia a che fare col food o con la somministrazione” racconta “dopo questi 7 anni sia io che Segheria abbiamo bisogno di un detox intellettuale, di tornare alle nostre origini degli anni 2000 e puntare tutto sulla cultura anche se ora, considerando le condizioni in cui è stato lasciato lo spazio, dovrò impegnarmi parecchio a recuperarlo per restituirgli quella magia che ho sempre sentito qui fin da bambina” spiega Tanja ripensando alla segheria del nonno, quel “sciur Solci” che durante la guerra, interrotta giocoforza la produzione di casse in legno, offriva porzioni della proprietà per la costruzione di case e palazzi per dare una mano agli sfollati.

LA MOSTRA DELLA GALLERIA ABBONDIO IN SEGHERIA

E così Milano torna a dotarsi di uno spazio per mostre dotato di un carisma più unico che raro. Dopo un processo di recupero filologico però. Processo che tuttavia Tanja ha deciso di interrompere in queste settimane di marzo proponendo una mostra, un anticipo di quel che sarà. Lo ha fatto coinvolgendo il gallerista Giampaolo Abbondio il quale ha messo a disposizione le opere e gli artisti della sua scuderia per la mostra che vedete nelle immagini coi lavori di Andrei Molodkin, Maurizio Cannavacciuolo, Peter Belyi, Maria Magdalena Campos-Pons fino a Robert Gligorov e Olu Oguibe. E per i prossimi mesi? “L’obiettivo è quello di riuscire a riaprire con il Salone del Mobile di Giugno ma si sà che i lavori di questo tipo hanno bisogno di tempo, gli artigiani e le imprese in grado di capire il mio concetto che mi guida da sempre di questo luogo sono pochi, soprattutto se si ha bisogno di contenere i costi ma di mantenere l’ambizione, e al momento, sono solo a metà del guado…“. Intanto, fino al 24 marzo, grazie alla mostra “In Between” (titolo non casuale, visto il momento di passaggio) c’è la possibilità di andare a sbirciare questo luogo unico.
In Beetween – a cura di Tanja Solci
Segheria in Culture – Via Meda, 24 – Milano
ore 13-19 meglio se su appuntamento ([email protected] – [email protected])
fino al 24 marzo

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Redazione

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