Osvaldo Cavandoli che prende un caffè al bar di Pompei con Alexander Calder, disegnando su un tovagliolo gli affreschi pornografici che ha appena visto è l’immagine più forte che evoca Le avventure di Ubi M., progetto di debutto nel panorama artistico di Angelo Flaccavento. Considerato una delle voci di critica di moda più influenti, columnist per The Business of Fashion, Il Sole 24 Ore e D, Flaccavento da sempre porta avanti una ricerca sul disegno e l’illustrazione firmandosi come poeticallypunk, diventata preponderante negli ultimi due anni pandemici.
ANGELO FLACCAVENTO IN MOSTRA A MILANO
“I miei disegni sono atti di automatismo grafico. Nascono come improvvisi nella tenzone con il foglio bianco, e prendono la forma di porno per bambini: vagamente simbolico e decisamente sfacciato. Il sesso maschile – lo chiamo minchia senza troppo girarci intorno, beata per di più, da cui l’acronimo Ubi M. – è glorificato e santificato in ogni sua forma, dotato di vita propria e di insaziabili appetiti. È lui il protagonista ricorrente, che lo si veda o meno”, dichiara Flaccavento in una nota che racconta di questa piccola e preziosa esposizione. Le avventure di Ubi M. è una raccolta di disegni e miniature, che nasce come un’azione patafisica, narrando le avventure del suo straripante protagonista in un’epopea burlesca tra erotismo, gioco e immaginazione. Ubi infatti si muove tra le parole di libri da cui partono voli, grafismi, dissolvenze e fuochi di passione in un viaggio tra segno, parola e colore in cui il personaggio si declina in mille varianti. Nate dalla tensione del pennino sulla carta ruvida per poi dissolversi in languide macchie di inchiostro, come in un processo liberatorio che diventa un automatismo e che sembra raccogliere le spire dell’inconscio dello stesso autore. La visione poetica e allo stesso scanzonata, racconta l’intento dell’autore che ama offrire attraverso inchiostro sumi, Ecoline, pastello a olio e puntasecca su carta di cotone, una possibilità di infinita di interpretazione ad ogni immagine, come in un gioco psicologico.
L’IMMAGINARIO DI ANGELO FLACCAVENTO
In questa concezione sembra richiamare l’opera del maestro del teatro sperimentale Alfred Jarry, nella saga in più atti del suo personaggio Ubu con cui c’è anche un’assonanza di nome, considerata la pietra di fondazione del teatro novecentesco. Infatti è proprio Ubu attraverso la sua irriverenza a spazzare via convenzioni secolari di buon gusto e decoro, per proporre un’idea di teatro onirico e spregiudicato, influente per le avanguardie, il dada, e i capolavori dell’assurdo. In questa selezione di una produzione continua e quasi ossessiva Flaccavento propone attraverso un immaginario goliardico, una forma di irriverenza concepita come dicotomia intellettuale. Le sue silhouette cariche di una sessualità spensierata e fanciullesca, sembrano affondare le radici nei marginalia medioevali, colta espressione spesso licenziosa e liberatoria dei monaci e copisti di quel tempo.
– Alessio de’ Navasques
Milano // dal 21 al 31 marzo 2022
Angelo Flaccavento – Le avventure di Ubi M.
Marsèll Paradise
Via privata Rezia, 2
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