È ricomparsa una rara maschera Fang popolo del Gabon. Andrà all’asta a Montpellier
La maschera apparteneva alla società segreta Ngil del Gabon. La storia del misterioso cimelio e tutte le informazioni per accaparrarsela
È stata ritrovata una preziosa maschera Fang che, acquistata in Gabon dal governatore Fournier, apparteneva alla società segreta Ngil. Sarà battuta all’asta a Montpellier il 26 marzo 2022, all’Hotel des Ventes, partendo da una stima tra i 300 e i 400 mila euro. La maschera “Gouverneur Fournier” completa la decina di altri esemplari conosciuti, conservati nei musei o in collezioni private. Tali manufatti sono così rari perché i riti tradizionali della giustizia consuetudinaria nella società Ngil sono stati interrotti nel 1920, ponendo fine, di conseguenza, alla creazione degli apparati strumentali di quest’istituzione. La metà delle maschere Ngil è conservata in istituzioni museali, mentre le esigue eccezioni comparse sul mercato secondario si sono aggiudicate record d’asta tra le opere d’arte africana. Ne è esempio la maschera, venduta tra i lotti della “Collezione Vérité”, che ha raggiunto i 5,75 milioni di euro all’Hotel Drouot nel giugno 2006. Molti musei occidentali stanno decidendo di restituire i reperti storico-artistici pertinenti a tradizioni sociali, rituali e religiose, ai Paesi ex-colonie, esistono vari schieramenti, studi e correnti di pensiero legate alla delicata tematica. Non solo, molte pressioni si stanno facendo affinchè alcuni importanti reperti vengano restituiti ai contesti di origine, come i marmi del Partenone dal British Museum ad Atene. Nel prossimo numero cartaceo si parlerà infatti molto di restituzioni, in particolare per quanto riguarda il museo parigino Quai Branly.
COS’ERA LA SOCIETÀ SEGRETA NGIL
I Fang, popolazione di agricoltori e cacciatori, erano stanziati nel sud del Camerun, in Guinea Equatoriale e nel nord del Gabon. Erano presenti circa 80 clan: per garantire la mediazione e la coesione della vita sociale e rituale ci si serviva delle società segrete del “So” e del “Ngil”. Quest’ultima era responsabile dell’iniziazione ed era deputata a contrastare la stregoneria. Le famiglie possedevano un Byeri, un reliquiario che conteneva le ossa di un antenato e veniva custodito dall’Esa – l’uomo più influente della famiglia -; una scatola cilindrica in corteccia conteneva i crani degli antenati; teste o statuette stanti sormontavano queste scatole che venivano poste, appese con liane, in una piccola capanna in disparte dalle abitazioni del villaggio. Per questa particolare usanza di conservare le ossa umane, vennero ritenuti cannibali e furono vittime dal Cinquecento all’Ottocento della tratta degli schiavi.
LE MASCHERE FANG
Le maschere Fang si riconoscono per la forma allungata, gli occhi e la bocca minuti rispetto al resto del volto, il naso è stretto e lungo, elegantemente tracciato, mentre le arcate sopracciliari estremamente sottili sono caratteristiche. La purezza delle linee e le proporzioni equilibrate di questo esemplare appartenuto al Governatore Fournier le conferiscono uno status iconico nel corpus limitato di maschere della società Ngil. Louis Perrois, etnologo e direttore di ricerca on. Orstom/Ird, sostiene: “Questo esemplare dall’aspetto maestoso è di provata autenticità e notevole ascendenza. Nella semplicità stilizzata dei suoi volumi e l’economia delle sue decorazioni incise, è un’opera eccezionale”. Secondo un’analisi al carbonio-14 è stata scolpita alla fine del XIX secolo e fu acquistata dal governatore Maurice Fournier, Direttore del gabinetto del governo generale dell’Africa occidentale francese, in Gabon nel 1917-18. Nel 2017, il Museo Quai Branly-Jacques Chirac ha ospitato la più grande mostra dedicata all’arte del popolo Fang del Gabon, Foreste native. In questa occasione tra 114 opere, un’unica vetrina esponeva quattro maschere della società Ngil, costituita da “vigilanti” che si muovevano attraverso i villaggi alla ricerca di piantagrane e degli individui sospettati di stregoneria. Queste quattro maschere rappresentano quasi un terzo del numero totale di maschere arrivate fino a noi: uno degli esempi più belli era sfuggito all’attenzione degli specialisti d’arte africana.
LE MASCHERE FANG E GLI ARTISTI D’AVANGUARDIA
Nel 1906, Ambroise Vollard chiese al bronzista François Rudier di realizzare una versione preziosa di una maschera Fang appartenente ad André Derain. Il pittore l’aveva acquistata dal suo amico Maurice de Vlaminck. Nel catalogo della mostra Primitivism in 20th Century Art, William Rubin, ex direttore del dipartimento di dipinti e sculture del Metropolitan Museum of Art di New York, specifica che Picasso, Braque, Derain e altri artisti possedevano maschere Fang.
-Giorgia Basili
https://www.hoteldesventesmontpellier.fr https://www.parigi.it/it/museo_del_quai_branly.php
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