Le pareti delle meravigli
La mostra Le pareti delle meraviglie. Corami di corte tra i Gonzaga e l’Europa indaga e riscopre l’eccezionalità dei preziosi apparati decorativi in cuoio che nel Rinascimento adornavano gli ambienti dei palazzi delle più importanti corti europee, esprimendone il lusso e la grandezza.
Comunicato stampa
La mostra Le pareti delle meraviglie. Corami di corte tra i Gonzaga e l’Europa indaga e riscopre l’eccezionalità dei preziosi apparati decorativi in cuoio che nel Rinascimento adornavano gli ambienti dei palazzi delle più importanti corti europee, esprimendone il lusso e la grandezza.
Un tempo molto in voga e oggi quasi del tutto perduti, i corami venivano utilizzati in particolari occasioni celebrative e nella quotidianità, disposti alle pareti tra l’ornamento della parte alta e il pavimento, con duplice funzione: una di ordine pratico come isolante, l’altra di carattere più scenico per ostentare la ricchezza.
Anche i Gonzaga, nel lungo periodo della loro reggenza, hanno commissionato e acquistato corami di tutti i tipi e motivi presso i centri più rinomati di lavorazione delle pelli – Napoli, Roma, Bologna, Ferrara e soprattutto Venezia –, per arredare le loro residenze, in primis Palazzo Te, in una incessante ricerca del raffinato, del bello, del meraviglioso.
Proprio per la rarità di questi sontuosi manufatti dovuta alla facile deperibilità, la mostra mantovana si presenta come un unicum nel panorama delle esposizioni d’arte: un excursus inedito e sorprendente che consente al pubblico di visitare Palazzo Te come non l’abbiamo mai visto, attraverso l’esposizione di una raffinata selezione di pezzi in prestito da prestigiosi musei italiani e stranieri e da collezioni private, alcuni dei quali presentati al pubblico per la prima volta accanto ad altre opere, stoffe, disegni e documenti.
A partire dall’eccezionale ritrovamento di un inedito corame cinquecentesco ricondotto dal curatore Augusto Morari alla proprietà Gonzaga – accertata e confermata dal recupero sotto la vecchia foderatura dei timbri dell’arma Gonzaga -, la mostra si sviluppa in sette sezioni che ripercorrono la fortuna e l’affascinante storia di questi oggetti e la loro diffusione dal secondo Quattrocento alla metà del Seicento. Tra le opere esposte a Palazzo Te, di particolare rilievo i corami in prestito dai Musei Correr di Venezia, Palazzo Madama di Torino, Stibbert e Mozzi Bardini di Firenze, e dal Museumslandschaft Hessen di Kassel.
“L’indagine sui corami – commenta il curatore – si sviluppa a partire da due testimonianze mantovane: la lettera del 1464 di Francesco Gonzaga alla madre Barbara di Brandeburgo in cui le annuncia il regalo di “quattro spalere di cuoio cordovano per adornare le pareti”; e un “indizio” significativo contenuto nella Camera Picta di Andrea Mantegna, dove l’artista dipinge una cortina imitante un corame ispano-moresco, fitto di significati. Proprio da questo particolare si apre il percorso espositivo incentrato sul corame appartenuto alla famiglia Gonzaga: un pezzo straordinario composto da moduli di pelle a sfondo blu con disegni a maglia ogivale, con al centro il melograno, argentato a mecca. Desidero ringraziare le numerose istituzioni che hanno partecipato alla realizzazione della mostra concedendo il prestito di opere preziose, poco conosciute dal pubblico, in alcuni casi restaurate proprio per questa occasione. Un sentito ringraziamento anche ai collezionisti di Mantova, Firenze e Cremona per la generosa collaborazione”.
All’interno degli spazi della mostra, per illustrare e approfondire i laboriosi procedimenti tecnici inizialmente ereditati dai mori e dagli arabi di Spagna, verrà allestita una bottega del maestro “auripellario” con i materiali usati per l’esecuzione e il decoro di questi stupendi arredi parietali.
Grazie alla collaborazione con Factum Foundation, sarà inoltre esposta nella Camera dei Venti una ricreazione del Corame con vasi di fiori, nella collezione del Musée des arts decoratifs di Parigi: digitalizzato in altissima risoluzione usando il Lucida 3D Scanner (ideato e progettato da Manuel Franquelo e Factum Arte) e fotografia composita, il corame verrà ricreato a grandezza naturale in una copia che mira a restituire la delicatezza della sua superficie. L’uso di ricreazioni e facsimile per innovare i percorsi espositivi, soprattutto quando l’oggetto originale è impossibilitato alla movimentazione, è al centro delle proposte di Factum Foundation per contribuire alla conservazione, studio e disseminazione del patrimonio culturale mondiale.