Per la prima volta in undici anni di esistenza non abbiamo preparato alcuna cover per il nostro magazine. A lungo abbiamo affidato la copertina a giovani artisti, poi a giovani grafici. A tutti abbiamo chiesto dei progetti inediti, pensati appositamente per il giornale, capaci di trasformarlo in un multiplo d’arte tirato in alcune decine di migliaia di copie.
Questa volta nulla. No, non abbiamo messo in prima una copertina bianca. No. Proprio non c’è la copertina. Non l’abbiamo approntata. L’abbiamo lasciata neutra, aperta, ancora da fare. Neppure incompleta: proprio manco abbozzata.
LA COVER TUTTA BIANCA DI ARTRIBUNE MAGAZINE
Nulla di nuovo, beninteso. Esperimenti che si son fatti sovente. In particolar modo in questi strani anni ne abbiamo visti di tutti i colori con riviste che ne hanno provate di ogni pur di fotografare attraverso una copertina insolita l’anomalia dei tempi. Un’operazione simile due anni fa venne proposta da Vogue Italia all’epoca ancora diretta da Emanuele Farneti: una cover tutta bianca patinata. Sulla quale poi la curatrice Valentina Ciarallo fece intervenire alcuni artisti. Ecco, pur essendo stata quell’iniziativa di ispirazione, questo tentativo si discosta un po’. Non punta sul “bianco” come colore simbolo di rispetto e di silenzio. E non vuole neppure coinvolgere gli artisti (lo abbiamo fatto da sempre).
L’idea è un’altra: coinvolgere la nostra community. Innescare una piccola occasione d’interazione e scambio. Entrare in connessione in un momento particolare, durante il quale il susseguirsi di allarmi globali fa riflettere sull’impossibilità oggettiva di sintetizzare gli accadimenti in una cover capace davvero di raccontare le circostanze. E allora proviamoci assieme. Proviamo, invece di imporre la nostra visione, a vedere quali sono le chiavi di lettura dei lettori, di coloro che trovano per caso in giro questo giornale, dei vostri figli.
COME REALIZZARE LA PROPRIA COVER
Abbiamo in parallelo a questo una sfida, che a livello editoriale è una delle sfide irrinunciabili degli Anni Venti, ovvero far dialogare le dinamiche cartacee con quelle digitali. Innescare un discorso tra carta e social e viceversa. Dunque come funziona? Semplicissimo: se vi va, senza forzature, provate a farla voi la copertina di questo Artribune Magazine della primavera del 2022, il numero più importante da anni, corposo e pieno zeppo di contenuti e pubblicità, perché coincide con una Biennale di Venezia che mancava dal 2019. Scarabocchi, disegni, scritte, messaggi, collage, colori. Fatela voi e condividetela sui vostri profili social con l’hashtag #ArtribuneCartaBianca, la rilanceremo per far circolare il più possibile idee, spunti, trovate e prospettive. Se volete dunque, avete carta bianca. Poi, conservatela.
‒ Massimiliano Tonelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #65
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