Ecco come l’Emirato arabo di Sharjah scommette sull’editoria
Meno conosciuto al grande pubblico degli ormai celeberrimi Dubai e Abu Dhabi, l’Emirato di Sharjah (uno dei sette confederati insieme ai due sopracitati e a Ajman, Fujaira, Ras al-Khaima, e Umm al-Qaywayn negli Emirati Arabi Uniti) ha creato la sua identità internazionale credendo nella cultura. Un soft power che gli ha permesso di ritagliarsi uno […]
Meno conosciuto al grande pubblico degli ormai celeberrimi Dubai e Abu Dhabi, l’Emirato di Sharjah (uno dei sette confederati insieme ai due sopracitati e a Ajman, Fujaira, Ras al-Khaima, e Umm al-Qaywayn negli Emirati Arabi Uniti) ha creato la sua identità internazionale credendo nella cultura.
Un soft power che gli ha permesso di ritagliarsi uno spazio d’elezione, un ruolo attivo per questo piccolo stato del golfo nella comunità internazionale. Il merito è anche di alcuni grandi eventi di richiamo che qui vengono organizzati, ovvero la biennale d’arte e la fiera del libro. Proprio in virtù di questa seconda manifestazione, Sharjah è stato “ospite d’onore” alla Bologna Children’s Book Fair conclusasi qualche giorno fa, con uno stand dedicato dove autori, editori, illustratori e operatori culturali del mondo arabo sono stati ospiti.
È stata occasione per noi di incontrare e intervistare Ahmed Al Ameri, Chairman della Sharjah Book Authority, UAE, per farci raccontare l’editoria e la sua promozione nel mondo arabo.
INTERVISTA AD AHMED AL AMERI
L’Emirato di Sharjah, capitale del libro UNESCO nel 2019, è oggi sede delle principali istituzioni culturali degli Emirati Arabi Uniti. Come si è riuscito a ritagliare questo ruolo, anche a dispetto della presenza di attrattori quali Abu Dhabi e Dubai?
Il nostro è un progetto iniziato cinquant’anni fa per volontà di Sua Altezza Sceicco Dr. Sultano Bin Muhammad Al Qasimi, il quale ha deciso di investire e promuovere la cultura e l’educazione attraverso una politica incentrata sull’importanza dell’essere umano e della formazione umanistica come risorsa per la nazione. Proprio l’Emiro è un autore e professore universitario che conosce molto bene l’importanza del soft power della cultura e per questo ha deciso di costruire infrastrutture per supportare e coltivare l’arte. Sharjah non è in competizione con Dubai e Abu Dhabi perché ogni Emirato apporta il proprio valore e contribuisce ad arricchire il quadro complessivo degli Emirati Arabi Uniti. Da una parte abbiamo un turismo “business” che però non disdegna escursioni culturali a Sharjah, dove comunque si trova un aeroporto frequentato da milioni di passeggeri generalmente operatori della cultura, che a loro volta colgono l’occasione per visitare le altre importanti città degli Emirati.
La Sharjah International Book Fair (SIBF) è giunta quest’anno alla sua quarantesima edizione, guadagnandosi per la prima volta dal suo inizio nel 1982 il titolo di fiera del libro più grande del mondo. Le va di ripercorrere le date fondamentali di questa progressione, dalla nascita a oggi?
Quella della Fiera Internazionale del Libro di Sharjah è una storia curiosa da raccontare. Nel 1982 Sua Altezza l’Emiro decise di istituire una fiera del libro nel nostro Emirato per valorizzare la lunga tradizione narrativa del Medio Oriente. La prima edizione fu piuttosto piccola, con una partecipazione di 30-40 persone e un ridotto acquisto di libri. Sua Altezza l’Emiro decise di comprare, lui stesso, tutti i libri e di renderli disponibili nelle biblioteche pubbliche dell’Emirato, mosso dalla convinzione che comprare libri non sia mai uno spreco di soldi ma una risorsa fondamentale per la cultura. Da quel piccolo ma significativo inizio abbiamo quindi lavorato per ingrandire e promuovere la nostra Fiera, raggiungendo i 2 milioni di visitatori, 3000 titoli negoziati e più di 2000 editori dell’edizione 2021.
SIBF si è anche distinta come fiera dal taglio internazionale grazie a importanti gemellaggi, come quello con la Bologna Children’s Book Fair, ma anche con la fiera di Londra, Francoforte, Nuova Delhi, Mosca, San Paolo, Torino, Parigi, Guadalajara, Madrid. In che modo gli eventi di settore possono essere veicolo di crescita per l’Emirato?
Essere ospiti d’onore alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna e la partecipazione a questi eventi internazionali è per noi una grande opportunità di mettere in luce la visione illuminata di Sua Altezza l’Emiro di Sharjah e di far conoscere meglio il Medio Oriente, svolgendo la funzione di ambasciatori della nostra lingua, del nostro patrimonio e della nostra cultura. Queste occasioni sono fondamentali per far conoscere ai visitatori del nostro stand il mondo arabo da una prospettiva diversa.
LA PROMOZIONE DELLA LETTERATURA ARABA
Tra gli obiettivi della SIBF c’è la diffusione a livello mondiale della migliore letteratura araba, creando opportunità di incontro tra gli operatori e mettendo in evidenza le caratteristiche narrative e stilistiche della produzione in lingua araba, rendendole accessibili al mercato mondiale attraverso accurate traduzioni. Quanto è complesso per voi colmare il gap linguistico di un diverso alfabeto? In che modo incentivate una corretta traduzione dei testi?
Crediamo molto nel potere delle parole perché sono un potente strumento di comunicazione e trasmissione culturale che è anche ricordato nelle Sacre Scritture. Per questa ragione supportiamo la traduzione accurata, uno strumento importantissimo per farci conoscere dagli altri popoli e viceversa. Per farlo, abbiamo istituito un contributo pubblico per finanziare i lavori di traduzione con oltre 800 titoli tradotti dall’arabo alle altre lingue e viceversa.
Siamo a una fiera, quella di Bologna, che ha come target la letteratura dedicata all’infanzia e ai ragazzi. SIBF promuove illustratori e narratori in lingua araba? Come si sta evolvendo la letteratura per ragazzi?
Certo, per supportare la letteratura per bambini abbiamo istituito il Festival della Lettura per Bambini, che si svolge a Sharjah nel periodo di maggio. Questo festival è un’occasione nella quale il focus è solamente sulla letteratura per l’infanzia. Per noi è importante incentivare questo settore proprio perché i bambini sono il futuro e questo non vale solo per gli Emirati ma evidentemente per tutto il mondo. Ed è proprio per questo che eventi per la letteratura per bambini come quelli di Sharjah e Bologna sono importanti per far crescere e formare i futuri avvocati, dottori, giornalisti e così via a cui affidare le sorti della terra, un compito da non sottovalutare e da curare con estrema attenzione.
Ci può parlare di alcuni degli illustratori arabi più conosciuti in questo settore e del loro stile? La Sharjah Book Authority lavora molto per sottolineare l’importanza e il potere dell’illustrazione e proprio per questa ragione, da quando è stata istituita nel 2016, ha formato numerosi artisti, venticinque dei quali sono presenti qui alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna. Ad alcuni di questi abbiamo affidato laboratori pratici durante la fiera come, per esempio, ai giovani ma già affermati Asma Al-Hosani, a Nasir Nasrallah e alla già premiata Wafa Ibrahim, laureata all’Università di Sharjah.
In questi giorni in cui siete ospiti a Bologna ci sono stati anche molti eventi e workshop organizzati da Sharjah. Le va di raccontarci i principali?
Tutti i workshop che abbiamo ospitato a Bologna ci hanno permesso di sottolineare tecniche artistiche diverse come, ad esempio, il disegno a mano libera o i laboratori tematici dedicati ai ritagli di carta, alla costruzione di bambole tipiche degli Emirati Arabi Uniti e animali e luoghi di fantasia.
‒ Federico Silvio Bellanca
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