Riccardo Ajossa – Hanji Unfolded. Esercizi di carta coreana
Spazio Nuovo ospiterà nei suoi ambienti una nuova mostra di Riccardo Ajossa dal titolo Hanji Unfolded – Esercizi di carta coreana, con la curatela di Guillaume Maitre e Paulo Pérez Mouriz.
Comunicato stampa
Dal 7 aprile al 14 maggio 2022, Spazio Nuovo ospiterà nei suoi ambienti una nuova mostra di Riccardo Ajossa dal titolo Hanji Unfolded - Esercizi di carta coreana, con la curatela di Guillaume Maitre e Paulo Pérez Mouriz. L’esposizione è dedicata alle carte di Riccardo Ajossa, realizzate attraverso l’antica tecnica coreana Hanji. È la prima volta che un artista italiano propone opere originate seguendo questa tradizione ancestrale.
Ajossa è docente all’Accademia di Belle Arti di Roma e artista ma sottesa a qualsiasi altra sua attività vi è l’ineluttabile necessità di indagare la materia: da oltre vent’anni rivolge la sua ricerca ad ogni momento della vita della carta e negli ultimi sette anni ha abbracciato lo studio della carta Hanji. Per semplificazione, viene definita tecnica ma la sua genesi ha ritmi, gesti, suoni che la avvicinano ad un cerimoniale: dapprima si puliscono le cortecce e poi si fanno bollire. Successivamente, si percuotono con dei bastoni la cui battitura cadenza e genera un tempo comunitario di lavoro. La coralità nel fare è indispensabile affinché si giunga alla realizzazione della carta.
Le 14 carte di grandi formati sono esposte scevre da ogni altro elemento della ricerca: non vi sono, come in passato, tracce del processo creativo. Emergono, sole, nella loro presenza: sono esse stesse oggetto e soggetto dell’operazione artistica. Oltre alla carta, vi è un altro elemento protagonista della mostra ed è il colore naturale di origine vegetale. Nel colore, lasciato libero di esprimersi, c’è il mondo fisico in cui è immerso Riccardo. I campi ove raccoglie le cortecce di eucalipto, le bacche di sambuco e melograno sono quelli prossimi alla sua abitazione in cui poi spremerà i pigmenti, li bollirà e li fisserà coi sali con quel sapiente, cadenzato fare operoso di chi vive in armonia con il suo intorno.
Come scrive Maddalena Carnaghi, sebbene sia la natura a decidere ove spargersi e mostrarsi, già che è Lei a prendere il sopravvento e agire a guisa di colore che penetra e si dirige sulla carta, è Ajossa il demiurgo che, con una tecnica eccellentissima, prevede quanto e come la tintura si unirà alla carta. È un processo propriamente scientifico, fatto di raccolta, campionatura dell’esistente, tentativi, indugi, ripensamenti, testimonianze e archiviazione.
I nostri occhi non percepiscono tanto studio anche se ci giunge un profondo senso di unione o, come scriveva André Leon Talley nel lungo carteggio intercorso con l'artista: “Your organic art pieces with paper are serene, calm, and evoke a kind of quietude that one rarely sees”.
Riccardo Ajossa, 1974, vive e lavora a Roma.
Invitato in qualità di artista-curatore alla seconda Master Class della Biennale di Venezia del 2011, il video-documentario del lavoro svolto è conservato nell'archivio della Fondazione Biennale di Venezia. Ordinario di cattedra presso l'Accademia di Belle Arti di Roma, dove ha impostato il primo laboratorio per la produzione della carta artigianale attraverso metodologie orientali ed occidentali applicate all'arte contemporanea. Ha presentato la sua ricerca presso l'Accademia di Marmara (Turchia), Cornell (USA), FBAUL (Portogallo), all'Accademia di Leipzig (Germania) e al Museu Tonspur di Vienna. Le sue opere sono custodite al Museo Benaky di Atene, al Museo Bilotti Roma-Cosenza, al Museo del Consiglio Pontificio del Vaticano e alla Biblioteca Nazionale di Roma.