Maurizio Donzelli – L’insieme vuoto
In una dinamica contrastante, dove l’oggetto artistico si situa in uno spazio indefinito tra i poli di chiarezza ed evanescenza, Maurizio Donzelli porta avanti in questa mostra personale la sua autonoma ricerca, volta in primo luogo a risvegliare lo sguardo dell’osservatore.
Comunicato stampa
L’insieme vuoto rimanda a un concetto elaborato dal filosofo e critico d’arte Federico Ferrari per cercare di definire lo statuto di un certo tipo di immagine, in bilico tra presenza e assenza, finito e infinito, immanenza e trascendenza, zero e tutto. “L’insieme vuoto rinvia a un concetto paradossale. Si tratta, infatti, di un insieme che non ha elementi ed è quindi composto di nulla, ma che, in quanto insieme, è qualcosa”.
In una dinamica contrastante, dove l’oggetto artistico si situa in uno spazio indefinito tra i poli di chiarezza ed evanescenza, Maurizio Donzelli porta avanti in questa mostra personale la sua autonoma ricerca, volta in primo luogo a risvegliare lo sguardo dell’osservatore. Questi, attraverso le opere esposte, è invitato a interrogarne il mistero a dispetto dell’evidenza della loro presenza, per provare a raggiungere quell’oltre continuamente sfuggente su cui si fondano le ragioni dell’esperienza estetica più profonda.
Sempre per Ferrari, infatti, anche “lo sguardo deve essere pensato come l’insieme vuoto della visione, come
quell’orizzonte, aperto e chiuso allo stesso tempo, che sta alla base di ogni visione possibile”. Questa lettura, pur nell’indipendenza con cui Donzelli ha costruito il suo percorso, diventa illuminante nel chiarire le ragioni della pratica di un artista che ha costantemente privilegiato l’elemento relazionale dell’opera con il fruitore, piuttosto che la sua autonomia formale.
All’interno della mostra – la seconda personale di Donzelli presso Marignana Arte, affiancata da un’intensa
collaborazione in progetti collettivi – l’occasione di incontro estetico viene offerta da una serie inedita di opere intitolate Reds, dove tracciati curvilinei seducenti si lasciano rincorrere dall’occhio, tra sovrapposizioni e nascondimenti, fissandosi sulle tonalità espressive dei gialli, dei rossi, dei blu, dei bianchi e dei neri. Forme che possono richiamare vasi sanguigni, radici, auree spirituali, traiettorie o percorsi sotterranei ma che prediligono una condizione sospesa tra referenza e astrazione. Accanto a essi viene presentato un arazzo, anch’esso inedito, che testimonia l’interesse dell’artista per le contaminazioni tra arti visive e arti applicate, assieme alla capacità di mantenere la sua poetica intensa e presente a prescindere dal medium specifico in cui si concretizza.
Tra le opere presentate, un lavoro scultoreo della serie degli Aleph rilancia, poi, attraverso l’espediente dei mirrors, la paradossale concomitanza di vuoto e totalità che da sempre coinvolge la ricerca di Donzelli e che continuamente viene riproposta al fruitore.
Secondo l’omonimo racconto di Jorge Luis Borges, l’Aleph sarebbe, infatti, quel “luogo dove si trovano, senza confondersi, tutti i luoghi della terra, visti da tutti gli angoli”. Allo stesso modo l’intento della mostra è quello di farsi insieme vuoto: uno spazio di possibilità per certi versi assente che riesca a evocare una pienezza esperienziale.
Maurizio Donzelli, nato a Brescia nel 1958, vive e lavora a Brescia. È stato docente di Teoria della Percezione e Psicologia del Colore presso l’ex NABA a Brescia, divenuta poi Accademia di Belle Arti SantaGiulia, per sette anni.
Artista intellettuale con una formazione che spazia dalla filosofia all’antropologia, ha sviluppato una ricerca estesa che ha al centro il problema dell’immagine, intesa come potenziale luogo di concentrazione, migrazione e alterazione della memoria visuale. Le sue opere, declinandosi in cicli distinti, sperimentano materiali e tecniche differenti con la finalità di continuare ad approfondire e restituire al pubblico un potenziale infinito di suggestioni e rimandi iconici che affondano nelle dinamiche del tempo e della storia spaziando in geografie anche distanti. In questo composito atlante di immagini, i Disegni Del Quasi, gli Arazzi, i Mirrors, i Monocromi Oro, i Notturni e i Lux-Drawings mettono in evidenza la crucialità del pensiero che è retrostante al processo creativo e riportano al centro della riflessione il principio del fare. L’atto creativo, infatti, non si conclude con la restituzione dell’opera al mondo ma continua nella reciprocità tra questa e lo spettatore, in un farsi e disfarsi dell’immagine che non è labirintico gioco, ma cosciente richiamo al vedere.
Questi aspetti hanno spinto molti studiosi, intellettuali e critici ad occuparsi del lavoro di Donzelli nel corso degli anni, in occasioni espositive internazionali e museali tra le quali le personali: Immaginale, Galleria Massimo Minini, Brescia, 2022; In Nuce, Museo Civico Medievale, Bologna, per ARTCITY e Metamorphosis, Villa Olmo, Como, 2021; Thresholds, MAC - Museo d’Arte Contemporanea, Lissone, 2020; Diorama, Open Source First Shenzhen Biennale, Luohu Art Museum, Shenzhen, Cina e Giardini Cosmici con Aldo Grazzi, Palazzo Ducale, Mantova, 2018; Ad Altemps, Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps, Roma, 2015; Metamorfosi, Palazzo Fortuny, Venezia, 2012.
Tra le recenti collettive si ricordano: il progetto nato da una sua idea e con la presenza di sue opere GestoZero itinerante al Museo di Santa Giulia, Brescia, Museo del Violino, Cremona, Ex Chiesa di Santa Maria Maddalena, Bergamo, 2020-2021; Intuition, Palazzo Fortuny, Venezia, 2017; Proportio, Palazzo Fortuny, Venezia, 2015; TRA. Edge Of Becoming, Palazzo Fortuny, Venezia, 2011.
La riflessione teorica è stata negli anni oggetto di diverse pubblicazioni, tra le quali si evidenziano: La Linea Del Tutto a cura di Luca Cerizza, Mousse Publishing 2016, in occasione della mostra bi-personale presso la Cortesi Gallery a Londra e Lugano; Diramante, Bandecchi e Vitali 2015; Metamorfosi, Mousse Publishing 2012; Spettacolo di Niente, Mazzotta 2003, stampato in occasione dell’omonima personale presso la Calcografia Nazionale di Roma; Lo Sguardo Del Disegnatore, Edizioni l’Obliquo 2002.
Le opere di Maurizio Donzelli sono accolte in numerose collezioni pubbliche e private sia in Italia che all’estero.