Anna Raimondo – 76 52 22 90 Le forme dei sogni tornano a mare
Dopo aver raccolto diversi sogni legati al mare, tratti da racconti di persone di orizzonti culturali e geografici molto diversi, l’artista ha chiesto d’interpretarne i possibili e molteplici significati.
Comunicato stampa
Sabato 9 aprile dalle ore 16.00 la Shazar Gallery presenta 76 52 22 90 Le forme dei sogni tornano a mare, la prima personale in galleria di Anna Raimondo. La mostra, a cura di Andrea Anastasio, mette in mostra sei sculture sonore (Adlen, Amina, Mariana Carvalho, Moa Magnone, Domiziana Marinelli, James) presentate in anteprima all’Hangar Bicocca di Milano nell’ambito dell’evento Flu水o, progetto di Alessandro Sciarroni, curata da Davide Quadrio con la direzione artistica di Andrea Anastasio, e in attesa di proseguire il proprio tour a Shangai nel mese di luglio e a Seul a novembre.
Dopo aver raccolto diversi sogni legati al mare, tratti da racconti di persone di orizzonti culturali e geografici molto diversi, l’artista ha chiesto d’interpretarne i possibili e molteplici significati allo psicologo Emanuele Ferrigno e alla sensitiva napoletana Gina Piscitelli, esperta nella numerologia tradizionale napoletana della Smorfia, che associa un numero ad ogni oggetto o valore sognato.
Accettando d’intraprendere una deriva speculativa di senso, le loro voci, registrate in luoghi e tempi diversi, s’incontrano in un’alternanza di registri, linguaggi e codici, che, pur dalle loro prospettive situate, ricostruiscono ogni sogno in un universo organico. Ai loro contributi sonori, «Le forme dei sogni tornano a mare» Anna Raimondo associa la realizzazione di un amuleto concepito per ciascun sogno. L’oggetto intreccia in un segno la magia del mondo onirico, l’immensità e la polivalenza simbolica e semantica del mare e l’incontro di universi, con l’approccio psicoanalitico e la veggenza. Parallelamente l'artista, una volta giocati al Lotto i numeri evocati dalla veggente, usa le schedine ed interviene sulle stesse. Attraverso questo gesto lo spazio onirico e quello pubblico confluiscono nel contesto espositivo.