Si dice che un’esperienza personale, se al contempo è visiva e olfattiva, si ricordi più a lungo. Per questo al Museo del Prado è in atto un primo affascinante esperimento di lettura multisensoriale di uno dei capolavori del Barocco fiammingo, L’olfatto di Jan Bruegel il Vecchio e Rubens.
80 SPECIE VEGETALI NELL’OPERA DI BRUEGEL E RUBENS
L’essenza di un quadro ‒ a cura di Alejandro Vergara, curatore capo di pittura fiamminga e scuole del Nord del Prado, e di Gregorio Sola, profumista e membro dell’Accademia del Profumo spagnola – è una piccola mostra pensata per attirare l’attenzione del pubblico su alcune opere meno note della collezione permanente. L’olfatto appartiene alla straordinaria serie dei Cinque sensi che Bruegel dipinge tra il 1617 e il 1618 su incarico di Isabella Clara Eugenia (figlia di Filippo II di Spagna e sorella di Filippo III) e di suo marito Alberto d’Austria. Il quadro evoca infatti il rigoglio del giardino della coppia reale a Bruxelles, con più di ottanta specie di piante e di fiori, alcuni animaletti associati all’olfatto (come il curioso zibetto, tra un furetto e un orsetto lavatore) e oggetti che, nell’antichità, erano legati al mondo della profumeria, come guanti di pelle, bracieri o alambicchi per spargere le essenze. Nelle cinque tavole esposte nella sala 83 del Prado, la minuziosa arte descrittiva di Bruegel ‒ allievo della nonna miniaturista e capace di dipingere piccolissimi dettagli, visibili solo alla lente di ingrandimento ‒ si accompagna all’estetica esuberante delle figure femminili di Rubens, simbolo dell’allegoria ritratta in ciascun quadro.
A MADRID LA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DELLA PITTURA
Con il consueto rigore scientifico, e forse anche con un pizzico di divertimento in più, i curatori della mostra hanno lavorato a lungo per estrarre dai diversi elementi del dipinto il meglio delle sensazioni olfattive che evocano, studiando la botanica del Seicento e gli antichi trattati di profumeria. La tecnologia più avanzata (Samsung, come sponsor tecnico del Museo del Prado, e AirParfum, sistema esclusivo creato da Puig, azienda di profumi nata nel 1914 a Barcellona) ha offerto invece il supporto ideale per guardare il quadro di Bruegel con occhi nuovi e lasciarsi sedurre da un autentico profluvio di aromi, senza mettere a rischio l’integrità delle opere esposte. Il sistema AirParfum permette infatti di annusare fino a cento fragranze diverse senza saturare l’olfatto, ma soprattutto senza emettere particole di alcool che potrebbero danneggiare i dipinti. Su ciascuno dei quattro monitor tattili posti in sala appare l’immagine del dipinto, con dieci fragranze selezionate tra le tante descritte da Bruegel. Basta cliccare sul numero per conoscere le caratteristiche del fiore, pianta oppure oggetto corrispondente e, attraverso un diffusore posto sopra ogni monitor, sperimentare dal vivo il bouquet di aromi che emana.
ANNUSARE LA PRIMAVERA ATTRAVERSO LA PITTURA
I profumi sono tutti intensi, forti, avvolgenti e penetrano anche attraverso il filtro delle mascherine. Rosa, ciclamino e garofano il bouquet dell’allegoria; ambra, resina ed essenza di fiori per i guanti di pelle profumati (un’usanza necessaria in assenza di tecniche di conciatura delle pelli); l’aroma profondo, vellutato e rifrescante della pianta del fico; il fiore d’arancio, la cui intensità varia dal giorno alla notte; ma anche l’iris e il giglio, da cui si estrae un’essenza due volte più cara dell’oro, che si coltivava principalmente a Firenze e di cui è il simbolo; il narciso, molto utilizzato ancora oggi in profumeria, e il nardo o tuberosa, costosissimo perché potenzia il carattere delle altre note floreali, l’aroma dell’unguento con cui si lavarono i piedi a Cristo. Una curiosità: l’odore quasi sgradevole dello zibetto, che oggi si produce in maniera sintetica, è un ingrediente poco volatile, impiegato come fissatore delle altre fragranze.
Grazie a quest’immersione nel mondo della profumeria e degli aromi non solo è possibile apprezzare in profondità i tanti dettagli del capolavoro di Bruegel-Rubens, ma anche “annusare la primavera”, come scrisse in una lettera il cardinale Federico Borromeo, fra i committenti italiani del pittore fiammingo, che alla fine del Cinquecento visse tra Roma, Napoli e Milano.
‒ Federica Lonati
Madrid // fino al 3 luglio 2022
La esencia de un cuadro. Una exposición olfativa
MUSEO DEL PRADO
Paseo del Prado
www.museodelprado.es
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati