I musei da visitare a Siena per capire la città
Gita a Siena: quali musei visitare per comprendere una delle città più belle del mondo? Contraddistinta dalla sua iconica piazza a forma di conchiglia e dalla sua urbanistica di stampo medievale, Siena è una delle città italiane inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità dell’Unesco dal 1995
Incastonata fra le verdeggianti colline toscane col Chianti a nord e la Val d’Orcia a sud, Siena è una delle città più belle d’Italia. La vita cittadina si svolge attorno alla famosa Piazza del Campo, dove per due volte all’anno si corre la carriera del Palio. Questa piazza è annoverata tra le più inconfondibili della Penisola, e ogni anno migliaia di turisti la riempiono godendosi la vista di Palazzo Pubblico, uno dei musei da vedere quando si è in città perché contiene capolavori assoluti della storia dell’arte come l’allegoria del Buono e del Cattivo Governo di Lorenzetti e la Maestà di Simone Martini. Una guida, questa, che tralascia – ma non dimentica – la presenza di ben 17 musei in ciascuna delle 17 contrade che si dividono il territorio della città. Proprio così: ogni contrada ha il suo museo dove conserva pezzi di storia, oggetti antichi e soprattutto i drappelloni vinti. Il più antico risale al Seicento ed è custodito nel Museo dell’Aquila, a partire dagli Anni Sessanta poi è invalso il costume di assegnare l’incarico di realizzare il ‘cencio’ a pittori noti. Non sarà difficile dunque incontrare nei musei opere da Renato Guttuso fino a Loris Cecchini passando per Ferdinando Botero, Jim Dine o Francesco Carone.
‒ Valentina Muzi
PALAZZO PUBBLICO E IL MUSEO CIVICO
A primeggiare sull’iconica Piazza del Campo è Palazzo Pubblico, realizzato dal Governo dei Nove della Repubblica di Siena, a cavallo tra il Duecento e il Trecento. Al suo interno, e più precisamente al primo piano del Palazzo, è ospitato uno dei musei da visitare assolutamente a Siena, il Museo Civico. Qui si trovano i celeberrimi capolavori della storia dell’arte senese, come il famoso ciclo di affreschi intitolato Gli Effetti del Buon Governo e del Cattivo Governo, realizzato dalla raffinata mano di Ambrogio Lorenzetti nella Sala della Pace, senza dimenticare la Sala Balìa coi dipinti murali di Spinello Aretino e Martino di Bartolomeo, e la sala del Concistoro con la celebre volta firmata da Domenico Beccafumi.
Ma per le sale è possibile ammirare anche La Maestà di Simone Martini che raffigura la Madonna col bambino circondata da angeli e santi, lo splendido Teatro dei Rinnovati, e salendo al secondo piano anche la meravigliosa Loggia dei Nove che affaccia sulla piazza del Mercato con sullo sfondo l’Orto de’ Pecci.
Piazza del Campo
https://www.comune.siena.it/node/478
PINACOTECA NAZIONALE DI SIENA
La Pinacoteca Nazionale di Siena e la sua importante raccolta di capolavori del Trecento e del Quattrocento senese lo rende uno dei musei più importanti da visitare in città.
Il primo nucleo della collezione nacque nel Settecento, grazie a due importanti ecclesiastici, quali l’abate Ciaccheri e l’abate De Angelis, i quali decisero di mettere -letteralmente- in salvo da possibili distruzioni, perdite ed alienazioni le opere d’arte antica. Ecco allora che tavole dipinte, pale d’altare e polittici provenienti da conventi soppressi, compagnie laicali e chiese abbandonate arricchirono una delle collezioni più preziose di Siena. A perorare questa importante impresa culturale furono anche diverse istituzioni locali, devolvendo alla Galleria dell’Accademia opere di rilievo. Qualche esempio? Stiamo parlando del patrimonio dello Spedale del Santa Maria della Scala, di quello appartenente alla famiglia Spannocchi Piccolomini che contava oltre 150 quadri. La prima volta che il museo aprì le porte dei palazzi Buonsignori e Brigidi al pubblico fu nel 1932. Al suo interno è possibile incontrare le opere di Duccio, Simone Martini, dei fratelli Pirtro e Ambrogio Lorenzetti e dei tardo Trecentisti, per poi andare incontro al Quattrocento con Giovanni di Paolo e Sano di Pietro, il Sassetta e Vecchietta, per poi seguire con Beccafumi, Sodoma, Riccio, Francesco Vanni, Rutilio Manetti e Bernardino Mei.
Via San Pietro 26
https://pinacotecanazionale.siena.it/
MUSEO DELL’OPERA DEL DUOMO
Uno dei musei da visitare a Siena è il Museo dell’Opera, che si snoda intorno al complesso museale della Cattedrale. La prestigiosa sede espositiva – realizzata con la chiusura delle prime tre campate della navata destra del cosiddetto “Duomo Nuovo”, costruito nel 1339- raccoglie i grandi capolavori storico-artistici della città. Ovvero? Una grande corpus statuario trecentesco accoglie il pubblico al piano terra del museo, provenienti dalla facciata della Cattedrale il cui progetto era a firma del celebre Giovanni Pisano. Alle sculture si affiancano anche importanti opere quattrocentesche, quali il bassorilievo raffigurante la Madonna in trono col bambino e il Cardinal Casini di Jacopo della Quercia e il celeberrimo tondo di Donatello con la Madonna col Bambino, conosciuta come “del Perdono”, insieme alla vetrata con la Sepoltura, l’Assunzione e l’Incoronazione della Vergine realizzata da Duccio di Buoninsegna per l’occhio absidale della Cattedrale. Di quest’ultimo è conservata anche la famosissima pala d’altare, Maestà del Duomo di Siena, la quale condivide la sala del primo piano del museo con Pietro Lorenzetti e Jacopo della Quercia. Ad arricchire ancor di più la visita ci sono le diverse sale, come la Sala del Tesoro, la Sala dell’Alfieri e la Sala degli Arazzi.
Piazza del Duomo 8
https://operaduomo.siena.it/it/luoghi/museo/
SANTA MARIA DELLA SCALA
Stagliato di fronte al famosissimo Duomo di Siena, si trova il Museo di Santa Maria della Scala, un grande complesso nato come ospedale medievale. Infatti, in passato gli spazi dell’attuale museo proliferavano di viaggiatori, malati, bisognosi, e bambini abbandonati, ai quali si assicurava assistenza e accoglienza. Una volta concluse tutte le funzioni sanitarie della città, il complesso fu oggetto di un lungimirante progetto di recupero, rendendolo una sede museale nel quale il pubblico può ripercorrere la storia architettonica, artistica, sociale, politica ed economica di Siena. A rendere unico l’intero edificio sono le vicissitudini architettoniche che hanno caratterizzato il Santa Maria della Scala con una serie di stratificazioni che fra il XII secolo e la metà del Quattrocento hanno dato un’articolata ripartizione ed organizzazione degli spazi. Al suo interno è possibile visitare il Museo Archeologico Nazionale e la sezione “Siena. Racconto della Città dalle origini al Medioevo”; per poi attraversare la corte della cisterna per accedere agli ambienti della confraternita di S. Caterina della Notte e negli ampi spazi del granaio. Qui sono custoditi i marmi quattrocenteschi della Fonte Gaia realizzata da Jacopo della Quercia, insieme ai calchi in gesso di Tito Sarrocchi per la nuova Fontana Gaia di Piazza del Campo. Cuore della visita al complesso museale senese sono le corsie di S. Galgano e S. Ansano oltre le quali si giunge allo stupefacente Pellegrinaio affrescato nella prima metà del Quattrocento da Lorenzo di Pietro, Domenico di Bartolo e Priamo della Quercia. Inoltre, ad arricchire gli spazi dell’ex ospedale senese c’è il nuovo allestimento museale che accoglie interamente la prestigiosa Collezione Piccolomini Spannocchi, contando 165 opere fra cui spiccano i grandi nomi di Lorenzo Lotto, Giovan Battista Moroni, Sofonisba Anguissola e tra gli artisti provenienti dal Nord Europa: Albrecht Dürer, Otto van Veen, e Peeter Snayers. Infine, gli spazi che si trovano dietro il pellegrinaio delle donne sono dedicati ad esposizioni, mostre, eventi e conferenze.
Piazza Duomo
MUSEO DIOCESANO DI ARTE SACRA
Per scoprire la pittura senese del XIII e del XVIII secolo basa visitare il Museo Diocesano di Arte Sacra di Siena, adiacente all’Oratorio di San Bernardino. Nato per ospitare la Confraternita di Santa Maria e San Francesco, l’Oratorio medievale fu intitolato al frate Bernardino Albizzeschi, personalità molto conosciuta – nonché omaggiata- per le sue prediche nelle diverse piazze senesi, tanto da essere canonizzato nel 1450. Sul grande portale in travertino, infatti, spicca un sole raggiato, simbolo di San Bernardino – lo stesso che si ritrova anche sul Palazzo Pubblico e sul Duomo ‒ sul quale sono iscritte le lettere JHU. Le decorazioni interne vedono protagonisti diverse maestranze dell’epoca, i quali omaggiarono il santo, come le lunette dedicate alla sua vita realizzate da Ventura Salimbeni, Rutilio Manetti e altri artisti della prima metà del Seicento. La Madonna che protegge Siena insieme al Santo e a Santa Caterina di Arcangelo Salimbeni e Francesco Vanni, si stagliano sul soffitto della sala d’ingresso, ma il cuore del museo è la preziosa cappella intitolata a Santa Maria degli Angeli. Il suo soffitto a cassettoni è costellato da piccole teste di cherubini che puntellano un fondo azzurro, incorniciate dalle pareti affrescate con le Storie della Vergine, unico esempio della pittura senese del primo Cinquecento, rappresentata da Domenico Beccafumi, Giovanni Antonio Bazzi detto il “Sodoma” e Girolamo del Pacchia. Fra i capolavori da non perdere c’è la celeberrima Madonna del Latte di Ambrogio Lorenzetti, uno dei rarissimi esempi di “sacralità umanizzata”, La pietà in legno dipinto realizzata da Lorenzo di Pietro, detto il Vecchietta e la Madonna di Tressa, una delle icone di antiche della città di Siena, risalente al 1235.
Piazza di San Francesco 9
MUSEO DI STORIA NATURALE E ACCADEMIA DEI FISIOCRITICI
Il Museo di Storia Naturale dell’Accademia dei Fisiocritici di Siena è uno dei musei più importanti da visitare in città perché è uno dei più antichi poli scientifici della Toscana. L’Accademia su fondata sul calar del Seicento da Pirro Maria Gabbrielli, professore di Medicina e Botanica all’Università di Siena, e riuniva a sé molti studiosi che si incontravano periodicamente per discutere e cercare le verità dietro i fenomeni naturali attraverso esperimenti. All’interno del “club” più esclusivo e più famoso d’Europa, hanno orbitato famosissimi scienziati, quali Carlo Linneo, Joseph-Louis Lagrange, Alessandro Volta e Louis Pasteur. La collezione raccoglie diversi reperti naturalistici, storici, strumenti d’epoca e curiosità suddividendoli in quattro sezioni, ospitati negli spazi dell’ex monastero camaldolese di Santa Mustiola del XII secolo. Di particolare importanza è la collezione intitolata a Paolo Mascagni, Francesco Valenti-Serini e Francesco Spirito, senza dimenticare le collezioni dedicate alla zoologia, geologia e di archeologia con una serie di urne cinerarie etrusche provenienti dalla Val d’Orcia e Asciano.
Piazzetta Silvio Gigli 2
https://www.fisiocritici.it/it/
MUSEO DELLE BICCHERNE
Attraversando la strada di Banchi di Sotto, a Siena, non si può non far visita al tradizionale Museo delle Biccherne. Ma, cosa sono le tavolette di Biccherna? Queste sono – o meglio, erano – delle copertine dei registri di amministrazione della più importante ed antica magistratura finanziaria del Comune di Siena, la Biccherna per l’appunto. A oggi la collezione ne conta 105, passando dalle prime risalenti al 1258 e giungendo sino al 1682. Fra queste spicca anche la tavoletta raffigurante La Flagellazione di Cristo, dipinta da Sano di Pietro nel 1441 recuperata grazie ad un’asta a Londra, e riconsegnata al Primo Cittadino dal Ministro Dario Franceschini. Sebbene all’inizio la produzione delle tavolette fosse esclusivamente dedicata al settore delle finanze, successivamente furono commissionate anche da altre amministrazioni comunali senesi, vale a dire il Concistoro, la Camera del Comune, la Gabella, nonché enti cittadini, come lo Spedale di Santa Maria della Scala, l’Opera Metropolitana, la Compagnia di San Giovanni Battista della Morte. Quindi, non si parla di semplici segnature archivistiche, ma di vere e proprie opere d’arte, alcune realizzate dai grandi artisti dell’epoca, come Ambrogio Lorenzetti, Paolo di Giovanni Fei, Giovanni di Paolo, Sano di Pietro, Ventura Salimbeni e Francesco Vanni.
Banchi di Sotto 52
http://www.archiviodistato.siena.it/museo-delle-biccherne/
VILLA BRANDI
Opera di Baldassarre Peruzzi, Villa Brandi è una delle perle del Cinquecento da visitare a Siena. Passata in eredita alla famiglia da cui prende il nome nel Settecento, la Villa conserva l’impronta strutturale di dimora padronale senese di periferia, mentre il giardino è il risultato di un realizzato operato nei primi anni del Novecento. Ma chi era Cesare Brandi, l’ultimo proprietario dell’immobile? Storico e critico d’arte, fondatore assieme al celebre Giulio Carlo Argan dell’Istituto Centrale del Restauro. Dopo una carriera da funzionario nell’Amministrazione delle Antichità e Belle Arti e nel Ministero della Pubblica Istruzione, Cesare Brandi continuava a tornare nella sua residenza immersa nella campagna senese, dove si spense nel 1988 lasciando il complesso in eredità allo Stato Italiano. Al suo interno, un compendio di opere d’arte si susseguono negli ambienti -un tempo- domestici, fra i quali spiccano i nomi di De Pisis, Morandi, Manzù, Guttuso, Mastroianni, Burri, Scialoja e molti altri ancora.
Strada di Busseto 42
http://www.polomusealetoscana.beniculturali.it/index.php?it/233/siena-villa-brandi
MUSEO DELL’ACQUA
Il Museo dell’Acqua di Siena è da annoverare tra i più belli da visitare in città, proprio perché occupa tre piani dell’edificio sito sopra le Fonti di Pescaia, di cui i primi due sono di origine Settecentesca ed il terzo Ottocentesca. Attraversandolo, sarà possibile capire una delle più straordinarie realizzazioni senesi, ovvero il sistema dei “bottini”, delle fonti e dei manufatti per trasportare grandi quantità di acqua in città. Ma, cosa sono i cosiddetti bottini? Ebbene, con questo termine si parla della rete di acquedotti sotterranei che alimentano – ancora oggi ‒ le Fonti storiche che costellano la città. Con questo polo museale, il Comune ha voluto valorizzare, promuovere e gestire l’intero patrimonio storico-architettonico del sistema idrico senese. Infatti, fino al 1914 l’impianto è stato l’unica risorsa idrica per la città, fino alla realizzazione di un nuovo acquedotto completato nel 1918 e che trasportava l’acqua delle sorgenti del Vivo del Monte Amiata per tutta Siena.
Strada delle Fonti di Pescaia 1
https://museoacqua.comune.siena.it
TORRE DEL MANGIA
Perché si chiama Torre del Mangia? Ebbene, la torre che si staglia per 87 metri su Palazzo Pubblico di Siena, prende il nome dal campanaro Giovanni di Balduccio, noto a tutti per un gran spendaccione, tanto da essere apostrofato come Mangiaguadagni o semplicemente Mangia, per l’appunto. Salendo i 400 scalini si arriva alla sommità della torre, contornata da una doppia corona merlata che prende il nome di “rocca” e realizzata in travertino e pietra scura. Per la sua edificazione, parteciparono numerose maestranze locali, come lo sculture e architetto senese Agostino di Giovanni e i fratelli perugini Minuccio e Francesco di Rinaldo, completando i lavori intorno al 1344. L’orologio, invece, venne posto dal Comune di Siena nel 1360 sostituendo la battitura manuale con quella meccanica. Dal 1666 una grande campana è ubicata nella rocca, conosciuta dai locali come Sunto (dal nome di Maria Assunta cui era dedicata) o per la sua grandezza Campanone.
Piazza del Campo
https://www.comune.siena.it/node/509
LIBRERIA PICCOLOMINI
Raffaello, Pinturicchio, Sano di Pietro e Girolamo da Cremona, ecco i grandi artisti che rendono unica la Libreria Piccolomini, uno dei musei da visitare assolutamente a Siena. Sita nei locali della vecchia canonica, lungo il fianco nord-occidentale del Duomo, il Cardinale Francesco Todeschini Piccolomini fece costruire in onore dello zio materno – Enzo Silvio Piccolomini, ovvero Papa Pio II ‒ una biblioteca che potesse custodire tutto il patrimonio bibliografico che il pontefice aveva raccolto nel suo periodo romano. Vedere una biblioteca annessa ad una cattedrale non è di certo una tradizione nostrana, bensì francese, alla quale il Todeschini guarda, come anche alla Biblioteca Vaticana Sisto V. Brillante e vivace, così potremmo descrivere la volta decorata a grottesche, con una serie di figure allegoriche, scene di vita pastorale, di baccanale, di thiasos marino e due episodi mitologici, quali Diana ed Endimione e il Ratto di Proserpina. Al centro, invece, primeggia lo stemma del cardinale con cinque mezzelune, sormontato dal galero rosso. Ovviamente, molte delle decorazioni celebrano la vita del pontefice, in cui spicca l’incontro fra l’imperatore Federico III ed Eleonora di Portogallo, su cui Pinturicchio pone l’attenzione sulla resa delle pregiate stoffe, ornamenti ed i gioielli dei personaggi. Nella Canonizzazione di Santa Caterina da Siena, invece, si riconosce un giovane Raffaello, il quale avrebbe collaborato con Bernardino di Betto alla realizzazione degli affreschi della Libreria. Al centro della biblioteca è possibile ammirare anche il gruppo scultoreo delle Tre Grazie, il pavimento ottocentesco, e una serie di preziosi codici miniati italiani del XV secolo, in vetrina, fra cui si trovano le preziose pagine decorate da Girolamo da Cremona e Liberale da Verona.
Piazza del Duomo 8
https://operaduomo.siena.it/it/luoghi/libreria_piccolomini/
STANZE DELLA MEMORIA – ISTITUTO STORICO DELLA RESISTENZA SENESE
Siena e dintorni sono state realtà assai coinvolte negli eventi del Novecento, ragion per cui il 27 gennaio del 2007 nascono le Stanze della Memoria, uno dei musei da visitare in città. Più che un polo museale, è da intendersi come una finestra aperta che si affaccia su un panorama storico da cui trarre insegnamento per il presente. Ad amplificare la suggestione è la sede in cui albergano le Stanze, ovvero nella Casermetta, ex sede fascista della Repubblica Sociale, conosciuto come luogo di tortura per i prigionieri antifascisti arrestati, nonché luogo da cui partivano i reparti della Guardia Nazionale Repubblicana per dar inizio ai rastrellamenti. A oggi, questo luogo così particolare si fa portavoce di uno dei pezzi di storia più drammatici del nostro Paese, rendendo le Stanze uno spazio di laboratorio e di confronto per gli studenti.
Via Malavolti 9
http://www.stanzedellamemoria.it
ORTO BOTANICO DELL’UNIVERSITÀ
All’interno delle antiche mura di Siena è possibile passeggiare in oltre 2mila specie di piante, stiamo parlando dell’Orto Botanico dell’Università di Siena, situato dal 1856 nella Valle di Sant’Agostino. Piante verdeggianti, mediterranee ed esotiche si dispiegano nell’area verde, organizzato in ottica ottocentesca e moderna, ricostruendo particolari habitat toscani. Per conoscere meglio le particolarità delle piante che da anni abitano serre, vialetti e orti ci sono una serie di collezioni di Erbari conservati, fra cui l’Erbario “Cappuccini di S. Quirico d’Orcia, Mosses de la Suisse, Mycotheca Germanica, Erbario Musmarra, Ferrarini e Chigi Zondadari.
Via Pier Andrea Mattioli 4
https://www.simus.unisi.it/musei/mb/
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