Bonzanos art Group – Corpi emozionali
mostra personale del gruppo artistico Bonzanos art Group. Il corpo è al centro delle loro opere, anzi, i corpi.
Comunicato stampa
Il corpo è al centro delle loro opere, anzi, i corpi. A guardar bene, i Bonzanos – Stefano e i suoi figli Elisa e Davide – non rappresentano quasi mai monadi; si tratta piuttosto di dualismi, di parallelismi, di simbiosi e potenziali contrapposizioni.
In questo nuovo ciclo di acquerelli, gli artisti sembrano trasporre lo scheletro filiforme delle loro sculture in rame in un tratto leggero su carta. Il metallo estratto dalla terra qui si “scioglie” e si fa acqua, pennellata eterea che sposta la tridimensionalità sul piano.
Così Once Human, un tempo umano, è un corpo che si ripiega su se stesso, che sembra quasi manifestare il desiderio di tornare a essere suolo, terreno, polvere, forse colore. Questa scultura segna un momento di passaggio: il filo di cui è composta la figura potrebbe forse srotolarsi in un cupio dissolvi innescato dalla vicinanza materiale alla terra (e prossimità concettuale all’ecologia?).
Dalla terra all’acqua (acquerello) e dall’acqua all’aria (aura) il passo è breve. L’aura è un soffio, un sospiro. L’Aura sentimentale femminile e l’Aura emotiva maschile si traducono in colori caldi e colori freddi: l’una chiama e l’altra/o risponde. Se le bolle in cui sembrano galleggiare i corpi possono essere infrante, un contatto tra opposti può anche avvenire.
L’avvicinamento è suggerito dall’avvilupparsi di Corpo e coscienza, quasi l’uno fosse specchio dell’altra, riflesso, gemello diverso, complemento necessario. La Colonna di abbracci e la Sinapsi neuronale ci parlano di sostegno e di connessione, di certezze e punti di riferimento da una parte, di relazioni e comunicazioni dall’altra. Sono elaborazioni mentali simboliche o realtà possibili?
L’indagine dei Bonzanos è ricerca aperta. Lo dimostrano anche opere densamente popolate come Omeostasi emotiva e Coscienza e oblio, basate su iniziali studi anatomici che si fondono, poi, con esplorazioni cellulari. L’Equilibrio di chi cammina su un filo librato nel vuoto è spesso precario, ma la vita mira a una condizione di stabilità ideale, che dovrebbe permettere la conservazione e la riproduzione e, quindi, emozioni e sentimenti.
La Coesistenza è sia emotiva che sentimentale, e all’enunciato dei titoli corrispondono altri corpi e membra che si intrecciano. Possono evocare graffiti primitivi delle caverne, possono suggerire graffi di mani sulle figure al centro nel tentativo di afferrarle, ma possono anche essere letti come impronte su carta di un sentire embrionale e in divenire.
Il corpo anatomico, in fondo, si ricuce con il paesaggio Di questa terra e la sua struttura interna suggerisce, per analogia, sulla mappa vie d’acqua, percorsi e strade, rigenerando l’individuo nella collettività, la coscienza del singolo (degli artisti) in quella della comunità (del pubblico).
Divergere è pur sempre possibile, però, come dichiara il gruppo scultoreo avvolto per metà in una nube metallica squadrata, che cela alla vista il tema di un’eventuale discussione, ma dichiara nel passo di qualcuno una scelta in direzione opposta. A volte, Parlami, ascoltami sono richieste che cadono nel vuoto o che vengono elucubrate soltanto mentalmente.
Elianthus è la speranza. L’acquerello rappresenta in forme femminili chi si rivolge al sole, alla fonte di energia per antonomasia. In tre movimenti e in altrettanti gesti cogliamo la parabola dell’esperienza sensoriale che diviene esperienza emotiva. Il processo è compiuto.