L’intervento di Ignasi Aballí trasforma e corregge il Padiglione della Spagna a Venezia
L’artista Ignasi Aballí “corregge” il Padiglione Spagna alla Biennale di Venezia: una nuova costruzione interna occupa le pareti dell’edificio nazionale, che nel 2022 compie cent’anni
Correzione di Ignasi Aballí (Barcellona, 1958) è un progetto monumentale e altamente concettuale. L’artista, che rappresenta la Spagna alla Biennale di Venezia, ha scelto di intervenire direttamente sul padiglione nazionale ai Giardini, costruito nel 1922 dall’architetto Javier Luque, con l’aggiunta di una facciata più sobria negli anni Cinquanta firmata Joaqúin Vaquero.
PADIGLIONE DI SPAGNA, LA POSIZIONE ANOMALA AI GIARDINI
Basta rivolgere un’occhiata al padiglione, che si trova non lontano dall’ingresso, per accorgersi dell’anomalia rispetto ai vicini padiglioni di Belgio e Olanda. “L’edificio è un po’ storto” – spiega Aballì – “stranamente non allineato rispetto agli altri che si affacciano sullo stesso vialetto e che sono stati costruiti qualche anno prima. Nasce così l’idea di correggere quest’errore, l’anomalia della posizione attuale, ricostruendo l’edificio in scala 1:1 e alterandolo, dando cioè un giro di 10 gradi che genera all’interno nuovi spazi”. La rotazione è sulla carta un movimento minimo ma, in realtà, ha comportato uno sforzo titanico dal punto di vista progettuale. Ignasi conclude così: “Devo ringraziare tutti i collaboratori del progetto e soprattutto Attiva spa, l’impresa italiana che lo ha realizzato sotto la direzione dell’architetto Maio. Sono stati fantastici”. Le nuove pareti sono dipinte di un bianco diverso, per distinguersi dalle originali. Diversa è anche la dimensione dello zoccolino. La ricostruzione interna dell’edificio si scontra inevitabilmente con l’esistente, creando cunicoli inaccessibili e intercapedini inspiegabili, strettoie e complicati passaggi. Sul soffitto, sono state rimosse le coperture dei lucernari per far penetrare liberamente la luce naturale, senza il pericolo di danneggiare opere d’arte che non sono presenti. La luce – insieme al pulviscolo, evidenziato dai raggi solari – è protagonista: modifica lo spazio nel corso della giornata e durante i mesi di apertura della Biennale.
PADIGLIONE SPAGNA: TENSIONI FRA CONTENITORE E CONTENUTO
“Fra contenitore e contenuto si creano tensioni. Sono due spazi che convivono facendo concessioni l’uno all’altro, come spesso succede nella vita reale”, spiega Bea Espejo, curatrice del Padiglione Spagna. “La rotazione è un gesto fisico che implica una lettura simbolica. Funziona come meta-esposizione: invita a guardare due volte, quando in realtà, solo apparentemente, non c’è nulla o poco da vedere”. Un progetto artistico insolito e azzardato, ma senza dubbio stimolante, che genera dubbi e questioni. “Ci vuole tempo per cogliere la complessità, forse non evidente, dell’opera di Ignasi”, continua Bea Espejo, “l’ideale sarebbe soffermarsi un po’ più di tre minuti nel padiglione… Le contraddizioni e gli antagonismi che contiene sono infiniti: tra dritto e storto, pieno e vuoto, tra dentro e fuori, antico e nuovo, tra giusto e sbagliato, visibile e invisibile, tra copia e originale, architettura e scultura; tra una costruzione temporanea e una permanente. Nel padiglione è contenuta una scultura, ma è presente anche la pittura”.
IL PADIGLIONE DELLA SPAGNA PROPONE UN ITINERARIO INEDITO PER LE CALLI DI VENEZIA
L’intervento artistico di Ignasi Aballí alla Biennale 2022 non finisce qui. Altrettanto curiosa e insolita è l’iniziativa a carattere quasi performativo che, dal padiglione ai Giardini, induce a percorrere itinerari insoliti nel centro di Venezia: una sorta di caccia al tesoro sul filo dell’arte. Completa, infatti, il progetto l’edizione di sette piccoli libri che corrispondono a diverse fasi della creazione artistica di Aballí raccontando, allo stesso tempo, il suo legame con l’immaginario veneziano. Una mappa – che viene consegnata dentro il padiglione – invita il pubblico ad uscire dal recinto dei Giardini. L’idea è percorrere la città per raccogliere gratuitamente i singoli libretti che si trovano in sei diversi luoghi, poco frequentati dai turisti, per lo più librerie, come la Toletta e Bruno, o negozi storici come La Beppa. I libri sono da conservare, nell’apposito raccoglitore in dotazione, come ricordo di un’insolita visita veneziana tra calli e sestieri, ma anche come un’autentica opera d’arte, firmata Ignasi Aballí.
-Federica Lonati
Biennale di Venezia 2022
Giardini, Padiglione Spagna
Correzione di Ignasi Aballí
Curatrice Bea Espejo
https://www.labiennale.org/it
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