YUO, l’opera di Luca Rossi nascosta nei Giardini della Biennale
Il collettivo misterioso ha realizzato e nascosto una significativa opera tra i padiglioni della Biennale d’Arte per parlare delle conseguenze della digitalizzazione e della guerra. Parte dei proventi volontari andranno all’Ucraina
Un’opera d’arte nascosta all’interno dei Giardini della Biennale di Venezia: è l’ultima mossa di Luca Rossi, lo pseudonimo che nasconde un gruppo di artisti e ricercatori che fanno capo all’imolese Enrico Morsiani. Il pubblico, intercettato su internet come da prassi per l’artistar del web, potrà acquistare sul sito del progetto YUO un biglietto-pdf, che oltre a fornire le indicazioni per trovare l’opera conterrà anche un testo critico dedicato e una seconda opera pensata per i Giardini. Le indicazioni per trovare l’opera nascosta ad aprile 2022 sono gratuite, ma l’accesso a YUO prevede una donazione libera che andrà per metà alla Croce Rossa Italiana, in supporto alla popolazione ucraina.
IL PROGETTO YUO ALLA BIENNALE DI VENEZIA
“Ognuno di noi è vittima e artefice di un sovraccarico di contenuti e informazioni. Un sovraccarico che anestetizza e soffoca. Un sovraccarico capace di cambiare la nostra percezione del reale e quindi cambiare anche noi stessi: YOU diventa infatti qualcos’altro: YUO”: così Luca Rossi presenta il progetto, un’opera che affronta l’onnipresenza della digitalizzazione come tematica pressante dei nostri temi. Aiutandosi con le parole del filosofo Byung-Chul Han, Luca Rossi punta a risvegliare nel pubblico una maggiore consapevolezza delle dinamiche in atto, dall’avverarsi di una società della prestazione al progressivo isolamento degli individui. Sovraccarico e solitudine, avverte l’opera, sono anche una inevitabile conseguenza dell’immersione mediatica nella questione russo-ucraina (il che dovrebbe dirvi qualcosa sulla location del progetto, di cui non diremo una parola).
CHI È LUCA ROSSI
Luca Rossi – come si legge in una intervista ad Artribune del 2017 – è “identità singola che chiunque può vestire”, uno pseudonimo il più generico possibile che coinvolge e responsabilizza il pubblico fino a creare una sovrapposizione di intenti. Attivo dal 2009, Luca Rossi fa divulgazione con un’incessante attività critica e progettuale, muovendosi a commentario di una realtà complessa e spesso vittima delle sue stesse dinamiche. “Nella filosofia di Luca Rossi l’ego non esiste più perché chiunque può essere Luca Rossi”, dice lo stesso collettivo sul portale, “allo stesso tempo in cui il “processo critico”, lo spazio virtuale di Internet e il contesto reale non hanno più confini e si fondono in uno”.
– Giulia Giaume
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