Living Santo Stefano – Il salotto buono della città
Bologna – In occasione di Art City 2022, Art Motel propone una collettiva che ancora una volta dà spazio agli artisti emergenti proponendo un confronto serrato con artisti affermati, bolognesi e non.
Comunicato stampa
Bologna - In occasione di Art City 2022, Art Motel propone una collettiva che ancora una volta dà spazio agli artisti emergenti proponendo un confronto serrato con artisti affermati, bolognesi e non. Dal 7 maggio il laboratorio permanente sull’arte contemporanea di Lucia Cataleta e Dario Molinaro, porta negli spazi di Maison Ventidue presso L’Appartamento, una collettiva dedicata al Quartiere Santo Stefano: un progetto site specific che indaga luoghi storici e magici, storie e aneddoti, icone, eroine e personaggi del cuore pulsante della città di Bologna, attraverso la ricerca artistica di sei artisti emergenti.
«Santo Stefano è un paese che racchiude altri paesi, alcuni molto ricchi altri un po’ meno; strade attraversate dalla storia della letteratura, vecchi e nuovi caffè, artigiani, osterie, giardini segreti ed ex botteghe trasformate in garage, case di lusso che affacciano su umili appartamenti piccolo borghesi; centro destra e centro sinistra a braccetto ovvero: il centro, con i suoi musei, biblioteche, palazzi e piazze di maggior pregio, la propria difficoltà fisiologica di trasformarsi e i tic del potere politico. Ciò che cambia in Santo Stefano sono solo i nomi o le destinazioni d’uso, ma il volto del quartiere – quello vissuto e non turisticizzato – è sempre lo stesso da tempo immemore, talmente immutato in certi angoli che persino Carducci, uno dei suoi illustri abitanti, sarebbe in grado di ritrovarcisi».
(Papa, Salvatore. “Benvenuti in Santo Stefano. Paese che vai gente che trovi”, Zero Bologna, 26 febbraio 2021)
Da queste riflessioni e dal confronto con i temi de L’Appartamento, ideato da Mariarosa Lamanna per Maison Ventidue, nasce il progetto Living Santo Stefano che unisce fortemente le identità dei soggetti che lo compongono: da un lato Art Motel e la mission di costruire un confronto tra artisti che travalichi il gap generazionale, dall’altro il lavoro di Maison Ventidue, presidio culturale di quartiere in cui la co-creazione intercetta e intreccia bisogni e desideri, sociali e culturali, del Quartiere.
Samuele Bartolini, Margherita Borghesi, Cecilia Grelli, Gabriele Perugini, Ilaria Piccirillo, Luisa Fernanda Villanova realizzeranno una collettiva site specific incentrata sulla ri-scoperta di Santo Stefano nelle sue mille sfaccettature e volti, alla ricerca di elementi, scorci, storie, siti storici e religiosi meno noti, ma osservati con gli occhi di chi il quartiere non lo vive e conosce a fondo perché fuorisede o insediato in altro quartiere. Al lavoro finale da esporre ogni artista ci arriverà attraverso una passeggiata compiuta in zona per realizzare una serie di bozzetti preparatori e disegni, che diventeranno parte integrante della mostra, occupando fisicamente i corridoi dello spazio di via Miramonte. Le due sale, invece, ospiteranno i lavori finali e le installazioni.
La tematica del confronto, invece, si costruirà coinvolgendo sei artisti affermati del panorama artistico italiano: Silvia Argiolas, Domenico Grenci, Leo Ragno, Martina Roberts, Giuliano Sale e Giulio Zanet, che scriveranno per ciascun artista un testo emozionale sui lavori finali da esporre in mostra. Ogni coppia di artisti ha dialogato tra loro attraverso incontri fisici svolti nei relativi studi, skype call o scambi di email per indagare sulla ricerca, sulla tematica e sulla realizzazione dei lavori finali, con esiti creativi straordinari. I testi dei sei, infatti, scaturiscono da un ulteriore atto creativo insito nel progetto che porta tutta la soggettività e la poetica di ciascuno: una mostra nella mostra, di cui si potrà leggere e apprezzare gli esiti negli spazi di via Miramonte. I testi, infatti, saranno installati accanto alle opere in mostra.
LE INDAGINI DEI SINGOLI ARTISTI
Samuele Bartolini, in dialogo con Giulio Zanet, racconta la particolare vicenda della Chiesa dei Santi Vitale e Agricola in Arena, sita nella strada parallela a Piazza Santo Stefano. La chiesa, a causa di un comportamento scorretto dei monaci benedettini fu scoperchiata e riempita di terra fino al tetto, chiusa per ben cento anni. Da questa vicenda, e dalle tematiche architettura e caducità, prende spunto l’installazione dell’artista, una struttura fragile riempita con del materiale in divenire.
Samuele Bartolini (1998) vive e lavora tra Livorno e Bologna. Ha frequentato la Libera Accademia di Belle Arti con indirizzo Arti Visive a Firenze. Attualmente frequenta l’Accademia di Belle arti di Bologna con indirizzo magistrale Pittura e Arti Visive. Ha partecipato a mostre collettive in contesti come Museo Temporaneo Navile, Manifattura Tabacchi e Spaziosiena.
Giulio Zanet, (1984) vive e lavora tra Milano e Correggio (Re). Il quotidiano e la domanda su come questo possa essere rappresentato, è il punto di partenza che attraverso un processo di astrazione definisce la sua ricerca pittorica: un’indagine sull’immagine e sulla rappresentazione. L’ambiguità e l’evidenza, la ripetizione, la variazione, le regole e le omissioni, l’accettazione e il rifiuto sono elementi che l’artista mette in gioco per portare il fruitore a mettere in discussione il significato dell’opera.
Margherita Borghesi lavora sulle suggestioni del quartiere Santo Stefano per dar vita ad un immaginario visivo e di fantasia sul tema della moda: partendo dai luoghi più in voga del quartiere, fino a quelli di nicchia, nascosti o sconosciuti, l’intento è quello di creare un’allegoria di personaggi che indossino gli abiti del quartiere. Il testo che fa da cornice al suo lavoro sarà composto da Giuliano Sale.
Margherita Borghesi (Perugia 2001), è iscritta al corso di laurea triennale di Fumetto e Illustrazione dell’Accademia di Belle Arti di Bologna. Amante della corrente surrealista e del mondo dell’animazione, nei suoi lavori usa varie forme d’espressione come il disegno, la pittura, la stampa e la sperimentazione dei materiali. Nella sua poetica ricerca l’introspezione delle cose quotidiane e inconsce.
Giuliano Sale, nasce a Cagliari nel 1977, vive e lavora a Milano. Pittore pieno di dubbi, che investiga la dimensione psicologica del ritratto, mettendo in risalto il disorientamento e l’incertezza morale dei suoi soggetti attraverso una frammentazione delle loro fattezze fisionomiche. Lontano dalle mode, rigoroso ma allo stesso tempo irriverente e caustico, Sale esplora le ambiguità del nostro tempo con un linguaggio fluido e magmatico in cui gli elementi caotici della grammatica post-cubista acquisiscono una tensione drammatica mai vista prima.
A Cecilia Grelli il compito di narrare la vicenda umana di Gentile Budrioli, donna bramosa di conoscenza, esperta di alchimia e guaritrice, che venne imprigionata e torturata dal Tribunale dell’Inquisizione e arsa viva nel rogo della piazza di San Domenico nel 1498. La donna e la sua tragedia umana, la piazza e il simbolismo compongono, così, un progetto espositivo di tipo pittorico che intende riabilitarne la figura. Martina Roberts compone un testo su questo intreccio di suggestioni.
Cecilia Grelli (San Benedetto del Tronto, 1996) diplomata in Pittura nel 2021, frequenta attualmente il biennio specialistico di Pittura Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua ricerca si muove su diversi livelli espressivi, rimanendo però particolarmente legata alla pittura come metodo di indagine: viene esplorata la condizione della traccia, del segno che naviga in un delicato equilibrio tra esistenza e scomparsa.
Martina Roberts (Torbay, 1970) vive e lavora a Bologna. Laureata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e ha frequentato la University of the West of England, Bristol (UK). La sua ricerca è rivolta principalmente alla pittura e al disegno, con progetti che recentemente hanno incluso anche oggetti e immagini digitali.
Gabriele Perugini, in dialogo con Silvia Argiolas, approfondisce la ricerca sui luoghi dimenticati del Quartiere Santo Stefano, attraverso i suoi rifiuti. Questi oggetti, trovati per strada, simboleggiano pezzi di quotidianità di cittadini e passanti, da intendere come tracce di un vissuto che si intreccia con lo spazio. Il tutto trasportato su una carta e un’installazione costruita con pacchetti di sigarette.
Gabriele Perugini (Roma, 1997) studente all’Accademia delle Belle Arti di Bologna, attualmente al secondo anno del corso di Fumetto e Illustrazione. La sua ricerca valuta le possibilità espressive dell’immagine, attraverso lo studio di superfici materiche supportato dalla tecnica del frottage.
Silvia Argiolas (Cagliari, 1977) vive a lavora a Milano. La sua ricerca nasce da una trasformazione introspettiva di ciò che accade nella propria esistenza, fatti, odori, incontri. Lavorando con il medium della pittura, attraverso un intervento diretto su tela, gioca con un forte simbolismo e una espressività dal sapore arcaico, accompagnati ad una ricerca dalle tematiche sociologiche ed un interesse verso le teorie della moderna psicologia Lacaniana.
Il lavoro di Ilaria Piccirillo prende il via da una preziosa scoperta, uno spartito del giovane Mozart corretto e rivisto dal maestro Giovanni Battista Martini, appeso all’ingresso della cappella del Rosario della Basilica di San Domenico. Il racconto che lega i due personaggi crea diverse suggestioni e fa sorridere per il fatto che anche il lavoro di un’icona intoccabile possa subire correzioni: occasione perfetta per riflettere sull’errore e sul suo ruolo ambiguo nel processo artistico su cui l’intero progetto espositivo è incentrato. A corredo dell’indagine il testo di Leo Ragno.
Ilaria Piccirillo (Avellino, 1997) è laureata in Pittura Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 2019 consegue il diploma alla triennale di grafica d’arte all’Accademia delle Belle Arti di Urbino. Ha esposto a Casa Baldassarri (Bagnacavallo) e collaborato con l’artzine di disegno La.banana.
Leo Ragno, nato a Milano nel 1984, pittore e incisore, ha partecipato a diverse mostre nazionali e internazionali e il suo lavoro è presente in diverse collezioni pubbliche e private. Insegnante di tecniche dell'Incisione presso l'Accademia di Belle Arti di Brera, attualmente vive e lavora a Milano.
Via Mirasole si pone nel contesto storico ottocentesco, insieme ad altri vicoli nel cuore della città di Bologna, come centro ad alta concentrazione di bordelli e case chiuse. Da questo dato storico, Luisa Villanova, in dialogo con Domenico Grenci, costruisce un progetto espositivo che intende raccontare e rivalutare le figure femminili protagoniste, attraverso arazzi e grandi ricami su tessuti che mostrino oggetti simbolici e significativi di questa condizione umana.
Luisa Fernanda Villanova nasce nel 1998 a Cartago in Colombia e cresce a Trento. Vive e studia a Bologna all'Accademia di Belle Arti dove sta ultimando il percorso in Pittura Arti Visive. Nei suoi lavori esplora il tema del ricordo, di varia natura sia melanconica che ludica, attraverso l'uso di svariati medium tra cui principalmente il collage, digitale e analogico, e il ricamo.
Domenico Grenci, (Ardore, 1981) vive e lavora a Bologna. La sua pittura ci proietta verso l'urgenza di un dialogo intimistico, che sonda il senso di incompiutezza della condizione esistenziale in relazione all'origine di tutte le cose: la natura in rapporto all'umano. Negli ultimi anni, a fianco alla sua più consolidata ricerca sul volto, affiorano presenze altre, elementi naturali quali fiori e piante ma anche oggetti e visioni che innescano un dialogo profondo restituendoci un pluralismo residuale, ombre o esistenze che scrutano quella solitudine che ogni giorno emerge da una rete di immagini del mondo immateriali e mutevoli.
Art Motel è un laboratorio permanente sull’arte contemporanea nato nel febbraio 2021 da un’idea di Lucia Cataleta e Dario Molinaro, con il lancio del primo format, le Art Motel Rooms dedicato al confronto tra artisti emergenti e artisti affermati. Uno spazio gamma, dove si intrecciano storie a colori, vite d’artisti e riflessioni sull’arte. Un canale reale e virtuale per costruire un percorso di confronto e dibattito tra artisti nel mare magnum della contemporaneità. Dalla sua creazione ad oggi, gli eventi online e dal vivo sono stati molteplici: sessioni di pittura e disegno dal vero, mostre, esposizioni, talk e studio visit.
Maison Ventidue è un’associazione di promozione sociale e culturale nata a Bologna nel 2014 con l’intento di fare ricerca attraverso studi site-specific nelle arti performative, installative e sonore. Premio per l’innovazione creativa Incredibol! con il progetto HOMEMADE DESIGN, abita e veste L’Appartamento in via Miramonte 4-6 a Bologna, con l’obiettivo di promuovere relazioni di scambio e crescita sia professionale che collettiva, realizzando progetti di rete con il territorio promuovendo il lavoro artistico e collaborando con altre associazioni, Istituzioni e privati. Produce I’M _progetto di residenza d’artista, nazionale e internazionale, promuove la conoscenza e la costruzione di relazioni, pone interrogativi e dona alla comunità il segno tangibile dell’incontro con l’artista, immersi nella città di Bologna. www.maisonventidue.it
Site specific - PROJECT
Living Santo Stefano - Il salotto buono della città
a cura di Art Motel e Maison Ventidue
da un’idea di Lucia Cataleta e Dario Molinaro in collaborazione con Mariarosa Lamanna
con il patrocinio del Comune di Bologna - Quartiere Santo Stefano