Reincantare il mondo
La mostra diffusa Reincantare il mondo coinvolge le cinque principali comunità religiose fiorentine (Centro Ewam Buddhista Tibetano, Chiesa di Santa Felicita, Moschea, Sinagoga, Villa Vrindavana,), uno spazio civico, il Semiottagono delle Murate, altrettanti artisti afferenti alle suddette comunità e un artista laico.
Comunicato stampa
La mostra diffusa Reincantare il mondo coinvolge le cinque principali comunità religiose fiorentine (Centro Ewam Buddhista Tibetano, Chiesa di Santa Felicita, Moschea, Sinagoga, Villa Vrindavana,), uno spazio civico, il Semiottagono delle Murate, altrettanti artisti afferenti alle suddette comunità e un artista laico. La scelta è motivata dal desiderio di manifestare un possibile “reincantamento” del mondo attraverso l’arte e le differenti forme spirituali ed etiche che coinvolgono gli artisti, le comunità e gli spazi prescelti. L’esperienza circoscritta di questi dodici attori si intende come una parte per il tutto, allo scopo di emanare un messaggio universale attraverso le differenze.
Ognuno degli artisti rappresenta contenuti che possono essere letti sia da un punto di vista spirituale/religioso che etico, cosmologico e relazionale.
Nel progetto in progress dal 2011 While waiting for something to change, Lisa Batacchi si riappropria della cultura ebraica familiare attraverso la preparazione di dolci eseguiti da bambina assieme alla madre, le cui ricette erano state tramandate dalla nonna. Le tracce lasciate sulle carte da forno diventano per l’artista opere simboliche che testimoniano un’estetica ma anche una cultura, oltre che un incontro. Da qui l’idea di realizzare workshops coinvolgendo vari tipi di comunità italiane e internazionali, come copti e musulmani, al fine di realizzare un confronto prima umano, poi artistico e culinario, attraverso i media del cibo, della creatività e della condivisione. Per Reincantare il mondo l’artista ha prodotto un dolce che incrocia ricette ebraiche e Hare Krishna, la cui forma costituisce un nuovo simbolo che integra le due religioni, sottolineando affinità di intenti e visioni piuttosto che differenze.
Nella serie Happiness and sadness, 2012-2017, Mohamed Keita ha fotografato un’umanità di cui ignoriamo le storie e le identità. In questi suoi ritratti talvolta le persone guardano in macchina, talaltra vengono riprese di spalle. Si tratta di scatti spontanei di persone comuni osservate e avvicinate per strada. Per Keita la fotografia è un mezzo di condivisione, in cui possono avvenire processi di rispecchiamento. Il piccolo atlante umano che risulta mostra uno scenario costituito da evidenti differenze culturali e sociali e conduce a riconoscere la fondamentale fragilità di questo nostro genere. La fotografia per Mohamed acquista un ulteriore significato biografico e collettivo: oltre ad essere un medium tra l’uomo e il mondo, è lo stesso mezzo che ha potuto utilizzare per esprimersi quando è finalmente riuscito a sistemarsi dopo anni di migrazioni, ma documenta dunque al contempo, l’ipotesi della possibilità, per sé e per gli altri.
Nei tre dipinti presentati in Moschea, Patrizio Landolfi ha esplorato un diverso livello di coscienza che si è espresso anche attraverso un uso profondo del colore. Il blu dominante, che ricorda cieli e mari, o un universo ancora più astratto e concettuale, richiama un livello di quiete assoluta, l’atarassia per i greci, shanti per gli induisti, che è il fine ultimo di ogni pratica meditativa o di saggezza. Anche queste tele richiamano uno spazio interiore e al contempo infinito e dunque condiviso, ponendosi come archetipi universali che oltrepassano il particolarismo delle forme.
Per questa mostra, Elisa Macci presenta una serie di quattro mandala realizzati dal 2015 al 2021. Il processo esecutivo di ogni mandala richiede mesi per essere ultimato, una pratica che l’artista ha ereditato dalla tradizione Buddhista tibetana. Ogni mandala deve essere prodotto con cura in ogni sua fase: dalla preparazione della tela alla preparazione dei pigmenti, fino alla minuziosa stesura. Per l’artista questa è una pratica di riappropriazione del tempo, in cui può liberare le proprie energie creative, e nel tempo si costituisce una relazione tra lei e l’opera, con se stessa, con il soggetto e gli osservatori. Attraverso i suoi colori vividi e il simbolismo dei suoi soggetti, lo scopo del mandala infatti, è quello di modificare la mente di chi lo guardi.
Nella serie Charts, Giovanni Ozzola unisce presente e passato, umano e cosmico, creando attraverso incisioni su alluminio, delle mappe di orientamento, personali e collettive.
Da sfondi astratti emergono linee che si incrociano formando mappe dell’universo, geografie cosmiche, tragitti di viaggi che sfidano l’ignoto ma anche cicatrici e destini che si delineano sul palmo della mano, si incontrano, si sovrappongono dando vita a combinazioni infinite. “Il nostro destino - spiega l’artista - è già definito dal daimon che ci governa, sia nel Bene che nel Male. Il fatto di essere un tutt’uno con l’universo e di essere composti dalla solita materia ci fa riflettere sull’essere Parte di un organismo più grande e sullo svolgere una funzione precisa”.
Le quattro grandi tele presentate da Tarshito per questa mostra si collocano in un ambito partecipativo, sviluppato tra l’artista e alcune comunità artistiche tradizionali. Le opere sono state realizzate dal 2017 ad oggi assieme ad artisti dell’Orissa, del Bengala Occidentale, dell’Andhra Pradesh e del Telangana in India. Tutti i lavori sono il crocevia di estetiche a confronto che costituiscono non soltanto un ponte, ma anche una sintesi culturale espressa in confluenze di stili e soprattutto di messaggi spirituali, come figure umane nell’atto simbolico di trasformare i propri gesti in fioriture. Particolarismi e patrimoni materiali e immateriali, artistici e artigianali si incontrano e si fondono per creare geografie sacre e senza confini; un contributo al concetto di fratellanza che Tarshito esprime attraverso il linguaggio potenzialmente universale dell’arte.
La mostra è in collaborazione con MAD, Murate Art District.
Le sei mostre intendono nel complesso offrire un contributo a Lo strano posto della religione nell’arte contemporanea (Elkins, 2004) mostrando l’attuale superamento del tabù di appartenenza religiosa e anzi un ritorno del sacro, nelle arti come in società. Preferendo rintracciare il valore dell’arte e della religione piuttosto che tentare di definirle (Graham, 2007), le mostre intendono portare alla luce questo rimosso secolare; investigare la coalescenza tra arte e religione, come possibile “reincantamento” del mondo; far emergere “zone di contatto”; incrociare valori etici e laici; assecondarne il potere ecumenico; promuovere il dialogo interreligioso, come atto rivoluzionario; intuire uno spirito del tempo e un orientamento che con buona probabilità saranno storicizzati in futuro.
Il progetto complessivo è un coro finale che oscilla e si intreccia tra intuizione dell’assoluto, impegno sociale e identità, cadenzato dal susseguirsi di duetti tra artisti e comunità religiose. È una collezione di sconfinamenti, un catalogo metonimico di attitudini e correspondences.
Corrispondenze peraltro estese alla partecipazione del pubblico, che a partire dalla data di inaugurazione l’otto maggio, sarà invitato a condividere sui social della mostra le proprie proposte di reincantamento del mondo, che confluiranno infine nel catalogo del progetto.
Reincantare il mondo
A cura di Veronica Caciolli
Centro Ewam Buddhista Tibetano – Mohamed Keita
Chiesa di Santa Felicita – Elisa Macci
Moschea – Patrizio Landolfi
Semiottagono delle Murate - Tarshito
Sinagoga – Giovanni Ozzola
Villa Vrindavana – Lisa Batacchi
Date
8 maggio – 3 luglio 2022
Centro Ewam Buddista Tibetano: 8 maggio – 3 luglio
Chiesa di Santa Felicita: 8 maggio – 3 luglio
Villa Vrindavana: 8 maggio – 3 luglio
Moschea: 8 maggio – 3 luglio
Sinagoga: 8 maggio – 2 giugno
Semiottagono delle Murate: 8 maggio – 5 giugno
Programma
Nella giornata di domenica 8 maggio la mostra sarà inaugurata alle 15 al Semiottagono delle Murate con un talk alla presenza di tutti i rappresentanti delle comunità religiose coinvolte (Alessandra Malaspina – Centro Ewam Buddhista Tibetano, Don Gregorio Sierzputowk - Chiesa di Santa Felicita, Izzedin Elzir – Moschea, Dora Liscia – Sinagoga, Parabhakti Das - Villa Vrindavana), della curatrice Veronica Caciolli, degli artisti Mohamed Keita, Elisa Macci, Patrizio Landolfi, Tarshito, Giovanni Ozzola, Lisa Batacchi e dell’Assessore al dialogo interreligioso del Comune di Firenze Alessandro Martini.
Dalle 16 alle 19 sarà possibile visitare le mostre. La giornata si concluderà a San Casciano a Villa Vrindavana con una cena a offerta libera, per gustare insieme l’ottimo cibo vegetariano dei devoti di Krishna e i dolci preparati dall’artista Lisa Batacchi, come parte del progetto.
Patrocini
La mostra è patrocinata dal Comune di Firenze
Grafica
Francesca Martini
Contatti
Talk di inaugurazione/Vernissage@Semiottagono delle Murate
Domenica 8 maggio H15
Piazza Delle Murate, 50122 Firenze
FB: Reincantare il mondo: La mostra
https://www.facebook.com/Reincantare-il-mondo-La-mostra-107414708594972/?ref=pages_you_manage
IG: reincantareilmondo_lamostra
https://www.instagram.com/reincantareilmondo_lamostra/
Mohamed Keita@Centro Ewam BuddhistaTibetano
8 maggio - 3 luglio 2022
8 maggio H16-19
Visite 9 maggio-3 luglio: su appuntamento
[email protected]
Via Pistoiese 149, 50145 Firenze
Tarshito@Semiottagono delle Murate
8 maggio - 5 giugno 2022
8 maggio H16-19
Visite 9 maggio-5 giugno: lun/ven 9-13 / 14-16; dom 16-19
(chiuso giovedì 2 e venerdì 3 giugno)
[email protected]
Piazza Delle Murate, 50122 Firenze
Patrizio Landolfi@Moschea
8 maggio - 3 luglio 2022
8 maggio H16-19
Visite 9 maggio-3 luglio su appuntamento: +39 329 7316 179
Borgo Allegri 64-66r, 50122 Firenze
Elisa Macci@Chiesa di Santa Felicita
8 maggio - 3 luglio 2022
8 maggio H16-17.30
Visite 9 maggio-3 luglio: lun/dom 9.30-12.30 / 15.30-17.30
T: +39 055213018
Piazza di Santa Felicita 3, 50125 Firenze
Giovanni Ozzola@Sinagoga
8 maggio - 2 giugno 2022
8 maggio: ingresso gratuito dalle 16 alle 17
Visite dal 9 maggio al 2 giugno: dom/gio 10-17.30; ven 10-15
Prenotazioni: [email protected]
Via Luigi Carlo Farini 6, 50121 Firenze
Lisa Batacchi@Villa Vrindavana
8 maggio - 3 luglio 2022
8 maggio H18.30-19.30
Visite: lun/sab su appuntamento. Ingresso libero la domenica
[email protected]
T: +39 327 020 3612 dalle 15.30 alle 20
Via Scopeti, 106/108, 50026 San Casciano in Val di Pesa (FI)