Sculture riflettenti e libri magnifici: Chiara Dynys in mostra a Milano

La Cortesy Gallery, ospitata nel centralissimo Palazzo Moriggi a Milano, propone una miniantologica della mantovana Chiara Dynys. Fra estroflessioni e libri d'artista

Ha da poco inaugurato la mostra personale di Chiara Dynys (Mantova, 1958) alla Cortesi Gallery, nel centro di Milano, a Palazzo Moriggi.
Il percorso dell’artista si è diversificato con l’andar del tempo, la sua ricerca è variegata; costante presenza è la tematica del “doppio”, della tesi-antitesi “che scardina l’ipotesi dell’Uno”, come scrive il curatore della mostra, Giorgio Verzotti. In galleria sono presenti opere storiche e inedite.

Chiara Dynys, La Blancheur, 2022. Photo © Lucrezia Roda. Courtesy Cortesi Gallery

Chiara Dynys, La Blancheur, 2022. Photo © Lucrezia Roda. Courtesy Cortesi Gallery

CHIARA DYNYS FRA OPERE STORICHE E INEDITE

Con “opere storiche” ci riferiamo alla serie intitolata Tutto, che si identifica con i libri di metacrilato, sculture da parete con due parole estroflesse, in italiano o in inglese, coppia antitetica di vocaboli. Ancora opere storiche, dal gusto neoclassico queste, sono quelle della serie La Blancheur: bassorilievi a parete, di forme geometriche irregolari in gesso, foderate di specchi che riflettono l’immagine fotografica delle sculture di Antonio Canova.
I bagliori dei fari lucidano le sculture riflettenti, disposte come teste e come stelle; è la serie denominata Ghirlande: dodecaedri lenticolari di alluminio Ergal. Infine, le cornici in metacrilato che amplificano i fondali geometrici riflettenti e retroilluminati: Parade Perspective.

Chiara Dynys, Tutto. Cause Effect, 2022. Photo © Lucrezia Roda. Courtesy Cortesi Gallery

Chiara Dynys, Tutto. Cause Effect, 2022. Photo © Lucrezia Roda. Courtesy Cortesi Gallery

DYNYS FRA PRODUZIONE E CONCEZIONE DELLE OPERE

Le opere in mostra sono ibridi culturali occidentali, poiché veicolano su di esse i segni distintivi del Pop (colori), del Minimal (forme) e dell’Arte Povera (materiali). Il punto di critica sta nel completo distacco dell’artista nei confronti dei propri prodotti, ma ormai è chiaro che, nel contemporaneo, l’arte spesso non è figlia materiale dell’ideatore ma di un artigiano collaboratore. Si guardi ad esempio al gran polverone sollevato dallo scultore di fiducia di Maurizio Cattelan, che richiama dalla Francia la paternità delle sue produzioni.
Particolarmente notevole la raffinata produzione di libri, spesso editi con Skira, e naturalmente gli elaborati, dai quali si evince il gusto di sintesi dell’artista, che è riuscita a trovare il giusto mezzo nella dualità.

– Domenico Greco

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Domenico Greco

Domenico Greco

Classe 1997, Domenico Greco nasce a Catanzaro. Primogenito di cinque figli, è figlio di Francesco Greco, macchinista, e Giacomina Svelto, signora delle pulizie. Ha due sorelle, Clara Bella e Sofia. Durante l’adolescenza si appassiona all’anatomia grazie agli insegnamenti del padre…

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