Simone Dulcis – Come rumore bianco
Simone Dulcis presenta allo Spazio Invisibile l’ultimo lavoro che riassume importanti riflessioni sulla condizione umana colpita dalla tragedia della pandemia.
Comunicato stampa
Testo di presentazione
La notte
è un pozzo colmo
di memorie stanche
(S. D.)
Scrive Efisio Carbone
Simone Dulcis presenta allo Spazio Invisibile l'ultimo lavoro che riassume importanti riflessioni sulla condizione umana colpita dalla tragedia della pandemia. Lo fa in questo tempio laico che ormai da tempo ha eletto a luogo preferenziale per mostrare le più importanti tappe della sua ricerca. Parliamo di novantanove piccole opere di nove formati differenti e tre grandi totem ispirati dall'avanzata pandemica, un principio di riflessione che, come spesso accade per gli artisti di razza come Simone Dulcis, si ramifica e fiorisce in pensieri stratificati e universali: dalla condizione individuale alle atrocità della guerra in corso. La sua pittura, un informale esistenzialista, sofferto e umano, allaga le tele come un abbraccio panico, trascina il dolore e il dramma soffocandoli dentro colori lattiginosi e forme astratte in continua metamorfosi.
Le ansie e le angosce si addolciscono, si allontanano, sono rumore bianco, dignità per chi lascia questo mondo, spazi di luce increspata nei ricordi sempre più velati; il corpo lo sa e quando la morte è vicina libera endorfine dall'ipotalamo, l'anima diventa leggera come un sussurro, non c'è abbandono ma necessaria solitudine.
La morte è libertà di essere uno di questi novantanove frammenti di cielo che si ricompongono sopra le nostre teste e iniziano a muoversi ancora e ancora davanti a quel molo dove il suono bianco del vento ci ha fatto compagnia molte volte nella vita.
Scrive Simone Dulcis
A tutti gli uomini, alle notti che toccano tutti. La solitudine dalla quale veniamo pervasi quando attraversiamo le notti insonni è esperienza comune, condivisibile e comprensibile ai più. Queste storie che ho dipinto, ridotte a tracce, strato su strato, erano nate pensando a tutte quelle esistenze lasciate sole, senza il calore di una mano vicina, senza neppure la possibilità di aggrapparsi allo sguardo di un affetto. Desideravo metaforicamente salvarle dall'oblio, conservarne un ricordo anche se ridotto. Voleva essere una dedica, un umile pensiero. Ecco perchè tutte le opere avranno il titolo di "sleep alone". Ma poi lasciando per un attimo la presa, che sarebbe stata comunque troppo ardua da rendere in un semplice dipinto, piano piano ho capito che quelle notti solitarie sono anche di tutti noi e lo saranno ancora per tanti altri ancora.
Biografia Simone Dulcis
Simone Dulcis nasce a Milano nel 1971. Artista informale, scenografo e sound-designer teatrale. Il suo lavoro esplora i conflitti della condizione umana e il rapporto spirituale con la natura. Il processo compositivo è basato prevalentemente sull’utilizzo del bitume il quale, assieme alle campiture di colore precedentemente dipinte, viene smaterializzato e ricomposto attraverso reazioni chimiche complesse guidate dall’artista. Questa co-operazione (definibile anche come “co-creazione”) tra artista, materia e superficie pittorica, ricerca ed esprime nel risultato finale dell’opera uno stato di equilibrio e al contempo di tensione tra Uomo e Cosmo.