VICE VERSĀ: il progetto artistico dal Castello alla fabbrica
Dalla Sicilia al Piemonte, una storia di riflessi, intrecci, corrispondenze. Nel dismesso Paraboloide di Casale Monferrato, debutta un’opera nata ad Augusta, che ha unito ricerca video/sonora e azione performativa. Un incontro fra arti contemporanee, beni culturali, etica del lavoro e spazi industriali. Per lanciarla, un’intervista spiega come e perché una multinazionale del cemento ha scelto l’arte contemporanea
Un’opera a più voci, generata da un’altra opera. VICE VERSĀ è una performance, un’installazione video-sonora e un disco sperimentale, che prende le mosse dal pavimento specchiato di PASSI, distorsione ed espansione percettiva e concettuale con cui Alfredo Pirri ha riletto la grande Sala Ipostila del Castello Maniace di Siracusa.
LA CEMENTERIA DI AUGUSTA IN DIALOGO CON IL CASTELLO DI MANIACE A SIRACUSA
Da questa mostra, curata da Helga Marsala, si è originata l’idea di costruire – insieme al filmmaker e musicista Pietro Leone – un contatto con una realtà importante del territorio. Un luogo di natura del tutto diversa, ma incastonato tra i paesaggi e le bellezze storico-artistiche della Sicilia orientale.
Una fabbrica. Un sito industriale, confinante con il sito archeologico di Megara Iblea, scandito da imponenti padiglioni, chiassosi macchinari, motori, fornaci, sirene, e dal passo di centinaia di ingegnerei ed operai: la cementeria di Augusta è uno dei 13 stabilimenti che la società Buzzi Unicem conta in Italia (per 1.500 dipendenti diretti), e che si sommano a quelli attivi in 14 Paesi tra l’Europa e l’America. Insieme alla cura per l’ambiente e la sostenibilità, la storica azienda piemontese coltiva un’attenzione speciale per temi e attività di natura sociale e culturale, con iniziative che escludono la mera idea di sponsorship e che puntano piuttosto alla messa in campo di progettualità inclusive, culturalmente stimolanti per i territori di riferimento e per chi all’interno degli stabilimenti lavora. Così spiega Antonio Buzzi, direttore operativo di Buzzi Unicem, in questa intervista raccolta proprio ad Augusta, che anticipa i contorni del progetto e il relativo contesto.
VICE VERSĀ, ha raccontato invece Helga Marsala, “ha messo in relazione il corpo ieratico e monumentale del Castello con quello tecnologico e operoso della fabbrica. I lavoratori di Buzzi Unicem, con i loro caschetti di protezione, hanno visitato l’installazione di Pirri, camminandovi in mezzo e partecipando a un rituale d’osservazione, d’ascolto e attraversamento, mentre l’artista – nella riflessione di gramsciana memoria intorno al rapporto tra popolo e intellettuali – indicava una possibile via e guidava il movimento di una grossa sfera in pietra di catapulta, utilizzata per scalfire lo specchio e tracciare dei sentieri possibili, frammentati: scritture nuove e incerte, all’interno di un luogo in cui il sapere e la storia sono codificati, sedimentati, ma sempre aperti a possibili reinvenzioni”.
VICE VERSĀ È ANCHE UN DISCO
Ne è nato un video su due canali, firmato da Pietro Leone, pensato come un gioco di riflessi: immagini e suoni dei due luoghi sono affiancati in una tessitura che unisce documentazione pura, sguardo meditativo e occasioni di interazione sottile e di interpretazione: “nel dialogo fra questi due straordinari ‘teatri’ – scrive ancora Marsala – il concetto di ‘trasformazione’ (che riguardi le materie prime, le immagini, la storia, il sapere tecnico o umanistico) diventa drammaturgia dei processi, degli oggetti, delle relazioni umane“. E poi un’opera audio, un disco – realizzato in collaborazione con Dario Frasca – stampato in due diverse edizioni limitate: la musica lascia qui il posto a campionamenti ed elaborazioni digitali di rumori d’ambiente, rilevati fra la fabbrica e il castello, con i passi dei lavoratori, il fischio del vento, l’eco del mare, le ritmiche sostenute dei congegni feroci, dei dispositivi, dei rulli e dei pistoni.
La presentazione è attesa il prossimo 20 maggio a Casale Monferrato, cittadina in provincia di Alessandria in cui Buzzi Unicem ha il suo quartier generale, all’interno del mitico Paraboloide, spazio di archeologia industriale nato negli anni Trenta come deposito di clinker, materiale generato dal ciclo di produzione del cemento. Un edificio di grande interesse architettonico e storico, che oggi, grazie all’impegno del Comune, di Buzzi Unicem e dell’associazione “Il Cemento”, è in procinto di essere restaurato e trasformato in spazio polivalente e centro culturale.
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