I Sassi di Matera e il territorio circostante sono tra le mete più ricercate e singolari per le loro incomparabili bellezze. Dopo un lungo periodo di abbandono e conseguente degrado, durato dagli Anni Sessanta ai primi Anni Ottanta, i Sassi di Matera oggi sono tornati a nuova vita grazie a importanti piani di recupero del patrimonio urbano, storico e artistico. Nel 1993 hanno ottenuto il riconoscimento dall’Unesco quale patrimonio mondiale dell’umanità. Incoronata Capitale della Cultura Europea nel 2019, Matera è una città da vivere con lentezza, assaporandone il paesaggio naturalistico e rupestre dove nella roccia calcarenitica sono incastonate – come delle gemme preziose – le sue innumerevoli chiese. Ma quali sono le chiese rupestri da visitare? Ecco una selezione per non perdere le più affascinanti della città vecchia e del Parco della Murgia Materana.
‒ Valentina Muzi
LA CHIESA RUPESTRE DI “CRISTO LA GRAVINELLA”
Fra le chiese rupestri da visitare a Matera c’è quella intitolata a “Cristo la Gravinella”, aperta al culto del Santissimo Crocefisso nei venerdì di marzo. La sua facciata risale al 1722 ed è caratterizzata da un campanile a vela. Entrando nella chiesa ci si trova al cospetto di “santi e martiri” che accompagnano il pubblico nella scoperta delle bellezze di cui è custode, come l’affresco della Madonna con Bambino, di San Vincenzo Ferreri, la statua del Cristo flagellato. Avvicinandosi all’altare maggiore è possibile ammirare un affresco del Cinquecento dove è rappresentato un Crocefisso posto tra Maria e San Giovanni Evangelista. Le pareti laterali, invece, sono animate dalle immagini dei santi Pietro e Paolo, San Rocco, San Sebastiano, l’Arcangelo Michele, Sant’Antonio da Padova e una Madonna delle Grazie. Infine sui medaglioni che costellano la volta sono raffigurati i quattro Evangelisti del XVI secolo.
SS7
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LA CHIESA RUPESTRE DI CRISTO LA SELVA
Un’altra chiesa affascinante da visitare è quella di “Cristo La Selva”, situata nel Parco della Murgia Materana. Sulla sua facciata si apre un rosone quadrilobato, incorniciato da due loggiati in muratura e, anche qui, si staglia un campanile a vela. L’intera struttura venne restaurata nel primo Settecento, grazie al contributo dei fedeli che frequentavano la chiesa nelle ricorrenze più importanti del calendario cristiano. L’interno è a unica navata con pianta rettangolare e sulla parete di fondo un altare decorato in finto marmo con volute realizzate in pieno stile barocco. Infine, tra le decorazioni interne è possibile vedere l’affresco duecentesco di una Madonna, l’affresco medievale della Crocefissione e due confessionali rupestri scavati nella roccia.
Villaggio Saraceno
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LA CHIESA RUPESTRE DELLA MADONNA DEI DERELITTI O MADONNA DELLA SCORDATA
Questa chiesa si trova nella contrada Murgecchia, ed è dedicata alla Madonna dei Derelitti o anche detta volgarmente “Madonna della Scordata”, protettrice degli abbandonati, dei disagiati, dei derelitti. La chiesa rupestre è nota anche come San Nicola sulla Murgia dell’Amendola, ovverosia della mandorla proprio perché in passato era presente un mandorleto molto esteso. La sua struttura è assai semplice, a navata unica rettangolare presenta sul pavimento mattonelle di ceramica che dall’ingresso arrivano all’altare ottocentesco in pietra dipinta. Sulle pareti frammenti di affreschi come una Dormitio Verginis e in uno stato di conservazione migliore un San Nicola e alcune scritte di invocazioni alla Madonna dei Derelitti.
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LA CHIESA RUPESTRE DELLA MADONNA DELLE VERGINI
Cinquanta sono i metri che separano la Chiesa dei Derelitti dalla Madonna delle Vergini, una delle chiese rupestri più affascinanti da visitare a Matera. Il piccolo complesso religioso risale al 1700 e la sua facciata in muratura è animata da lesene e nicchie, incastonata nella pietra tufacea. Al suo interno sono ancora visibili le tracce di affresco – purtroppo coperti da intonaco di calce – e una statua della Madonna delle Vergini, custodita con cura vicino all’altare della chiesa. Il pavimento è decorato con mattonelle di ceramica di Laterza, vera particolarità del piccolo luogo di culto.
La sua posizione è tra le più suggestive dell’altopiano della Murgia, proprio perché si affaccia sulla Gravina e risultano ben visibili i Sassi.
LA CHIESA RUPESTRE DI SANTA MARIA DELL’IDRIS
Tra le chiese rupestri da visitare a Matera non si può non parlare della Chiesa di Santa Maria De Idris, tra le più affascinanti per l’elegante campanile, gli affreschi, nonché per la stupenda posizione in cui è collocata. Ma partiamo dalle origini, in primis dal nome “Idris” che deriva probabilmente dal greco Odigitria (Madonna che indica la via) o, secondo altri, significherebbe Madonna dell’acqua per la presenza al suo interno di una cisterna e dell’affresco di una Madonna con ai lati due idrie. La chiesa risale al XIV secolo e fa parte di un complesso che comprende anche la più antica chiesa dedicata a San Giovanni in Monterrone, resa nota per l’importante ciclo di affreschi al suo interno che vanno dal XII al XVII secolo.
Via Madonna dell’Idris
LA CHIESA RUPESTRE DI SAN GIOVANNI IN MONTERRONE
La chiesa di Santa Maria dell’Idris e la chiesa di San Giovanni in Monterrone fanno parte di un unico complesso rupestre, uno sperone roccioso chiamato Monterrone. Agli inizi dell’Ottocento attraverso un cunicolo le due chiese furono collegate. Il nome della chiesa di San Giovanni in Monterrone deriva proprio dal masso roccioso che le contiene e che domina il Sasso Caveoso e il rione Casalnuovo. La chiesa ha mantenuto pressoché inalterato l’impianto originario del XII secolo. Tra le più importanti testimonianze che la chiesa custodisce è la particolare sequenza di affreschi realizzati tra il XII e il XIV secolo, come il Cristo Pantocratore un San Nicola vescovo, le storie della Bibbia, ovvero l’Annunciazione e il Battesimo di Cristo nel fiume Giordano.
Via Madonna dell’Idris
LA CHIESA RUPESTRE DI SANTA LUCIA ALLE MALVE
Questa chiesa rupestre risalente al IX secolo è tra le più affascinanti da visitare a Matera per la presenza degli innumerevoli affreschi che l’abbelliscono. Fu utilizzata come luogo di culto fino al 1283 da una comunità di monache appartenenti all’Ordine benedettino, monache che si spostarono in successive sedi monacali, prima in Santa Lucia alla Civita e in seguito Santa Lucia al Piano. La loro presenza è stata parte integrante della vita cittadina materana. L’esterno del complesso è contraddistinto da diversi accessi che conducono alla scoperta delle cavità interne. Come prima cosa c’è da sottolineare che, a differenza delle altre chiese, questa ha dimensioni discrete, tanto che la pianta interna si divide in tre navate. Di queste, quella di destra è sempre stata aperta al culto, mentre la navata centrale e quella di sinistra vennero trasformate in abitazione. Alcune di queste chiese rupestri sconsacrate vennero utilizzate come dimore o cantine o locali di servizio, un processo che durò fino all’inizio del XX secolo. La navata centrale era arricchita da una iconostasi, ovvero un divisorio tipicamente usato nei luoghi di culto greco ortodosso che separava la parte presbiteriale dallo spazio riservato ai fedeli. Al suo interno una serie di affreschi antichissimi animano le pareti, dai colori accesi e dai soggetti ben delineati. Fra questi troviamo la Madonna del Latte datata intorno al 1270 e realizzata dal noto Maestro Rinaldo da Taranto, una raffigurazione non così scontata visto che l’intento era quello di ribadire quella dimensione più umana e vicina all’uomo di quel Dio così autoritario ritratto nel Medioevo. Dello stesso autore è l’affresco di un santo vescovo con in capo la mitra e nella mano sinistra il pastorale, datato seconda metà del XIII secolo.
Rione Malve
LA CHIESA RUPESTRE DI SAN PIETRO BARISANO
La più grande chiesa rupestre da visitare a Matera è la Chiesa di San Pietro Barisano, chiamata in origine San Pietro de Veteribus. Dopo una serie di ampliamenti e ristrutturazioni tra il XV e il XVIII secolo, troviamo la struttura della chiesa attuale, ovvero una facciata datata 1755 e un impianto a tre navate, con una serie di ambienti sotterranei dedicata alla “scolatura” dei cadaveri. Stiamo parlando di una pratica funebre – riservata solo alle classi ecclesiastiche- che consisteva nel sistemare i morti vestiti con tutti i paramenti sacri all’interno di nicchie modellate nella roccia calcarenitica. Percorrendo la navata destra è possibile vedere l’altare del Santissimo Sacramento con il prezioso pavimento in maiolica. Purtroppo a seguito dell’abbandono dei Sassi durante gli Anni Sessanta e Settanta gran parte delle opere furono danneggiate e/o trafugate come la pala della Sacra Famiglia di cui oggi rimane solo la cornice lignea; altre invece vennero portate in salvo come l’altare maggiore ligneo del 1771 attualmente conservato nel deposito della Soprintendenza per i Beni Storico Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata.
Via di San Pietro Barisano
LA CHIESA RUPESTRE DI SAN NICOLA ALL’OFRA
Lungo il fianco della Gravina di Matera, scavato nella roccia, si sviluppa su più livelli il complesso rupestre di San Nicola all’Ofra, tra i più affascinanti da visitare nei dintorni di Matera. Inserito nel complesso si trova la cripta di San Nicola all’Ofra. Al suo interno si può ammirare un affresco della Madonna con Bambino fra due Santi, e sulla cornice affrescata è possibile leggere il nome del committente, Cosimo Caione, e la data del 1839.
Contrada Le Piane
LA CHIESA RUPESTRE DELLA MADONNA DI MONTEVERDE
La Madonna di Monteverde presenta una facciata in pietra con tre finestrelle rettangolari ed è arricchita da un piccolo campanile a vela. Al suo interno sono visibili tracce di altari e frammenti di affreschi come una Madonna con Bambino e una Crocefissione. Diversi alberi e arbusti selvatici la incorniciano in un’atmosfera magica.
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