Alessandro Tagliolini – Materia-Spazio-Forma
mostra dedicata ad Alessandro Tagliolini presso la Fondazione omonima a San Quirico d’Orcia (SI) che conclude gli eventi dedicati allo scultore, paesaggista e studioso dell’arte dei giardini a venti anni dalla scomparsa (Roma 1931 – Pietrasanta 2000).
Comunicato stampa
Materia – Spazio – Forma. Il mondo di Alessandro Tagliolini dal 1958 al 1974 è una mostra
curata da Carlo Sassetti, che conclude gli eventi dedicati dalla Fondazione allo scultore, paesaggista
e studioso dell’arte dei giardini a venti anni dalla scomparsa (Roma 1931 – Pietrasanta 2000) e
partiti con due Giornate di Studio Eutopia, sul rapporto fra arte, giardino, paesaggio, uomo e natura.
L’esposizione ripercorre i primi quindici anni dell'attività dello scultore, seguendo
l'evoluzione della sua ricerca artistica attraverso un percorso di fotografie, di opere, disegni, modelli
e filmati. Si apre con una sezione dedicata agli anni romani, dopo il soggiorno formativo in
Venezuela e in Messico, con la presentazione di una ricerca indirizzata verso soluzioni plastiche e
formali di una scultura integrata con l’architettura, lo spazio aperto e il paesaggio. Sono presenti
figure in terracotta, metallo e cemento con influenze dei maestri italiani della prima metà del
Novecento ed evidenti rimandi alla scultura arcaica italica e a quella delle culture mesoamericane.
Nei primi anni Sessanta le lezioni di Henry Moore, Hans Arp e Fritz Wotruba sono manifeste
nelle sagome antropomorfe, scavate e corrose, con i personaggi-veicolo e l’idea di un nuovo Uomo
vitruviano proiettato nello spazio siderale.
A partire dal 1966 Alessandro Tagliolini persegue la visione di una scultura pensata per
l’aria aperta che colloca nei giardini della città moderna. Grandi sculture/fontane emergono da
bacini d’acqua nascosti nel terreno erboso, punti focali di un luogo che invita alla contemplazione.
La mostra, ricca di opere realizzate tra il 1958 e il 1974 si conclude con una sezione dedicata
al teatro, di cui fanno parte le scenografie sperimentali realizzate con il Gruppo H e con il Centro
del Teatro Classico, il “Il De Forma-Mentis”, testo scenico per pantomima e voci recitanti e la
coreografia “Dedalus”.