Parola d’ordine metamorfosi nel nuovo libro di Emanuele Coccia
“Metamorfosi. Siamo un'unica, sola vita” di Emanuele Coccia è una lettura fondamentale per comprendere la necessità di nuove traiettorie ecologiche per non soccombere alla devastazione ambientale, e non solo, del nostro tempo
Nel 1958 Carl Gustav Jung fotografava il proprio tempo come kairos, il momento opportuno per “la metamorfosi degli dei”, cioè una mutazione dei simboli e dei principi fondamentali.
Il nostro tempo pandemico si profila come crisi irreversibile dell’antropocentrismo, ovvero quella visione che pone l’uomo come specie superiore e distaccata dal resto del vivente sul pianeta. Precedentemente pubblicato in francese proprio nei giorni dell’inizio del confinamento per la diffusione del Covid 19, Métamorphoses di Emanuele Coccia (Fermo, 1976) esce ora tradotto e aggiornato nell’edizione italiana da Einaudi nella collana Stile libero Extra. Si tratta di un tentativo di tracciare un superamento della visione antropocentrica della vita sul pianeta e prendere consapevolezza delle potenzialità, delle relazioni di solidarietà, del desiderio di superare insieme, viventi e non, la norma, il presente per definire una visione ecologica cosmica capace di guardare alla Terra come straordinario ecosistema interconnesso da sottili e fragili legami vitali. Siamo un’unica vita.
LA METAMORFOSI NEL LIBRO DI EMANUELE COCCIA
Ogni nascita, ogni essere può essere pensato come metamorfosi, come continuità biologica e genetica che tiene insieme la vita sul pianeta in una sorta di continua migrazione collettiva. Emanuele Coccia vede nella metamorfosi un processo in continuo divenire della vita, una circolarità trasformativa che tiene insieme viventi e non viventi che, come monadi e nomadi eternamente connessi, si sedimentano e al contempo cambiano forma, senza dover ogni volta morire e rinascere. “La vita di tutte le specie è una, e una sola. Poco importa che si tratti di cani, gatti, querce, lecci, soffioni, platani, maiali, porcini, falene, streptococchi: tutte le forme di vita sono figurazioni di una medesima sostanza… La vita non è che un’unità cosmica che stringe la materia della Terra in un’intimità carnale. Siamo tutti carne della stessa carne, indifferentemente dalla specie cui apparteniamo”. È un pensiero, quello di Coccia, che tiene insieme anche l’idea della mescolanza, dell’intreccio vitale già declinato in precedenti pubblicazioni. È la nascita come atto iniziatico e trasformativo a dare forma alla vita sul pianeta. “La nascita è la prima delle nostre esperienze, la forma trascendentale di esse, ma anche quella che condividiamo con tutti gli esseri del pianeta: l’esperienza che rende il nostro io indiscernibile da ogni altro, a prescindere dalla posizione che occupa nel grande albero dell’evoluzione. Non è una radice comune, un’origine lontana condivisa. Al contrario, è la condizione di possibilità e la forma della continuità di tutti i viventi, di tutte le specie, ma anche della vita e del suo ambiente”. Quella della nascita è un’azione, un movimento cosmico che alimenta l’intreccio, il passaggio da una specie all’altra in un’inestricabile matassa di regni: animale, vegetale, animale. È qui che si compie la metamorfosi e ci si rende indiscernibili, scoprendo l’appartenenza alla totalità dei viventi, alla Terra. Occorre ricordare come la radice etimologica di umano si trovi nella parola humus, che non significa altro che appartenenti alla Terra. Occorre ritrovare l’epifania dell’origine, della metamorfosi come processo trasformativo della vita. “Nascere è dunque essere natura, e chiamiamo natura il modo d’essere e la realtà di tutto quello che esiste soltanto attraverso e grazie alla nascita”.
TERRA, METAMORFOSI E PENSIERO SECONDO COCCIA
La metamorfosi si dà al mondo come traccia di esistenze precedenti: portiamo nei nostri corpi i segni delle scimmie preumane, dei batteri, dei funghi, fino a infinitesimali molecole di minerali, di ossigeno, portiamo con noi anche il respiro dei nostri nonni e dei nostri genitori. Siamo coesistenza di punti, luoghi, attraversamenti che aiutano la comprensione della mescolanza. È una visione, un pensiero, quello di Coccia, che rompe i confini e le incrostazioni di tanto sapere immobile che si compiace di classificare e addomesticare in facili dicotomie la complessità della vita sul pianeta. Metamorfosi. Siamo un’unica sola vita è soffio vitale, è come aprire le finestre per cambiare l’aria in una casa per troppo tempo chiusa. C’è bisogno di nuove traiettorie di pensiero che ci aiutino a comprendere come il nostro tempo, la nostra temporanea vita sul pianeta abbiano la necessità di passare dalla ragione economica, estrattiva e distruttrice a una ragione ecologica che parta dalla cura del vivente e non. Da deposito inerte di risorse da sfruttare il pianeta diventa un giardino in cui la metamorfosi diviene il paradigma dell’intreccio inestricabile del vivente preso in un continuo, sostenibile divenire. “Ogni nuova vita è una nuova casa per il pianeta, un nuovo modo per il pianeta di dire ‘io’, e per farlo ha bisogno di dimenticare sé stesso. A ogni nascita, in ciascuno di noi, in ciascuno dei suoi esseri viventi, la Terra dimentica ciò che è o che è stata fino a quel momento per plasmare in modo diverso il proprio volto, per costruire in modo diverso la propria storia. Poco importa che lo faccia nel corpo di un acero o in quello di un’aquila. Ogni vivente è la reincarnazione della Terra”.
– Marco Petroni
Emanuele Coccia – Metamorfosi. Siamo un’unica, sola vita
Einaudi, Torino 2022
Pagg. 208, € 17
ISBN 9788806250171
https://www.einaudi.it/
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