Arte e sostenibilità. Nasce il nuovo premio della Conai
È stato creato un nuovo premio d'arte legato ad innovazione e sostenibilità ambientale promosso dal Conai. Ne abbiamo parlato con il presidente Luca Ruini
È Giulio Bensasson l’artista vincitore del nuovo Premio Conai, dedicato alla sostenibilità ambientale e assegnato in occasione dell’inaugurazione lo scorso 17 maggio della mostra Arte Circolare, presso Spazio Taverna.
Il Consorzio nazionale imballaggi (Conai) ha come presidente Luca Ruini. Grazie al Consorzio, più di 7 imballaggi su 10 trovano una seconda vita. Tra 1998 e 2021 oltre 11 miliardi sono stati versati dalle 700mila aziende che aderiscono al Conai per assicurare la trasformazione dei rifiuti in materiali riciclati re-impiegabili. L’impegno del Conai ha evitato di versare nell’ambiente 56 milioni di tonnellate di anidride carbonica ossia le emissioni di 130mila voli Roma-NY, per un risparmio di energia pari a quella consumata da 200 milioni di persone in un anno. Lo scopo del Conai è quindi aiutare il Paese nella transizione verso l’economia circolare. Per il 2022 si è previsto oltre il 74% del riciclo di imballaggi, 10 milioni e mezzo di pack. Abbiamo parlato di questo e altro con Luca Ruini.
Quali sono le ultime novità dell’imballaggio?
Riciclo terapia. L’Italia risulta essere il primo paese per numero di riciclo di imballaggi, prima del Lussemburgo e della Germania. È uno dei casi in cui il nostro paese è riuscito a mettere a sistema dei risultati. Si parla di “Miniere urbane”, infatti la raccolta differenziata può essere sfruttata per evitare di estrarre ulteriori materiali dal suolo.
Dove vanno a finire gli imballaggi che riciclate?
Il vetro torna ad essere bottiglia, la carta torna carta, le bottiglie di plastica o bottiglie o mondo dell’automobile. L’alluminio è un materiale che viene utilizzato per fare lattine. I Comuni fanno la raccolta differenziata poi possono rivenderla al mercato o la danno al consorzio. Alcune aziende si occupano di pulire, selezionare, dividere i materiali. Poi ci sono delle cartiere che trattano la carta da macero oppure alcune vetrerie specifiche.
Il mondo della plastica è complicato, un conto è la bottiglia, un altro il flacone per il detersivo, ancora la pellicola per conservare gli alimenti. Sono tre tipologie che richiedono uno smaltimento diverso.
Il premio è stato vinto da Giulio Bensasson e Conai ha deciso di acquistare altre 4 opere in mostra…
Stiamo lavorando con la logica di avvicinare l’arte al mondo dell’economia circolare per dare un respiro diverso. L’operazione ha dato adito a risultati interessanti, il confronto con gli artisti porta idee innovative, è un esercizio a cui tenevo particolarmente. La stessa operazione la stiamo portando avanti con il mondo della Moda, con Vogue Italia abbiamo creato un contest con giovani stilisti proponendo l’uso di materiali di riciclo per ideare vestiti. Abbiamo apprezzato la forte sensibilità dimostrata, la domanda è stata ben accolta.
Perché avete scelto l’opera di Bensasson in particolare?
Perché il concetto di recuperare i vecchi film, i negativi deteriorati permette di dare una seconda vita agli oggetti. Dal degrado si è generato qualcosa di affascinante e artistico.
Per quanto riguarda gli altri artisti?
Abbiamo scelto di acquisire le opere di Lulù Nuti, Alice Paltrinieri, Numero cromatico e Marco Emmanuele. Ho trovato questo dialogare tra fisico e digitale molto interessante, come nella proposta di Numero Cromatico, tra la rappresentazione concreta e l’intelligenza artificiale. O la rappresentazione del simbolo del Wifi con il rame riciclato nell’opera di Lulù Nuti. Tutti in qualche maniera mi hanno sorpreso.
Sviluppi, dopo questo premio?
Rendere ricorrente il premio, provare a coinvolgere alcuni di questi artisti, per capire se possono utilizzare questi particolari materiali da riciclare. Marco Emmanuele ad esempio ha creato un’opera utilizzando il vetro delle spiagge. La richiesta che abbiamo iniziato ad avanzargli è stata di impiegare la plastica e l’acciaio raccolti in maniera differenziata, come unico vincolo alla creatività.
Farete delle collaborazioni per creare anche prodotti di design?
Ci stiamo ancora ragionando ma abbiamo idea di avvicinare i due mondi del riciclo di imballaggi e del design.
State pensando ad una Collezione del Consorzio?
Potrebbe essere un’idea ma è fondamentale non lasciare questo evento come unico ma aprire una porta a future compenetrazioni con l’arte.
Cosa significa per lei la sostenibilità?
La missione della Conai è assicurarsi di raggiungere gli obbiettivi europei legati al riciclo degli imballaggi. 25 anni fa era un’organizzazione privata e l’obiettivo del mandato pubblico era qualcosa di innovativo, molto anglosassone.
Quello che stiamo cercando di fare è di incoraggiare le aziende a realizzare imballaggi sempre più sostenibili. Raccogliendo le esperienze pregresse capiamo cosa ostacola un corretto riciclo. Il 50% dell’impatto dell’imballaggio viene deciso durante la fase della progettazione. Per aiutare le aziende a fare le scelte giuste sono 7 o 8 anni che abbiamo promosso il bando dell’eco-design. Così le aziende raccontano le esperienze virtuose e altre possono ispirarsi alle soluzioni adottate. 5 anni fa il concetto di economia circolare non era comune, oggi c’è una forte tensione verso l’ecosostenibilità. Poter affermare di realizzare packaging frutto di materiale riciclato diventa un plus che aiuta l’azienda a piazzarsi sul mercato, cambia la sua percezione esterna. Con la Sant’Anna di Pisa è successo questo: se l’imballaggio racconta il suo riciclo, anche il prodotto acquisisce agli occhi del consumatore un carattere di sostenibilità. Il contenitore viene associato al contenuto e viceversa.
Ha trovato esempi indicativi di legame tra economia circolare e design ultimamente?
Attualmente da parte dei designer c’è attenzione ad usare materiali secondari. Da Expo Dubai si è visto un lavoro focalizzato sui temi della sostenibilità tra progettazione e realizzazione. Per le prossime Olimpiadi invernali di Torino cercheremo di avere oggetti di materiale riciclato. L’esempio dei giovani artisti aiuterà a sdoganare la differenza tra il cosa e il come, facendo pendere la bilancia sull’impiego del materiale invece che sulla natura dello stesso, prezioso o meno nobile.
– Giorgia Basili
https://www.conai.org/notizie/luca-ruini-eletto-presidente-di-conai/
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