Giovanni Campus – Tempo in processo
Una stringata e scelta antologia di opere, dalla seconda metà degli anni Sessanta ad oggi, testimonia della rigorosa e costante attività dell’artista sardo, “trapiantato” a Milano da sempre.
Comunicato stampa
Una stringata e scelta antologia di opere, dalla seconda metà degli anni Sessanta ad oggi, testimonia della rigorosa e costante attività dell’artista sardo, “trapiantato” a Milano da sempre. Non a caso tutte le sue mostre da oltre quindici anni si titola allo stesso modo, ed è per questo che a partire da questa si è deciso di numerarle, anche per fornire immediatamente quel senso di continuità concettuale che l’artista persegue da sempre. Come scrive il curatore, il concetto ribadito nel titolo serve “…per ribadire ancor più fortemente un concetto: “tempo in processo” potenzialmente non ha fine, una volta definito – ormai tanto tempo fa – che questo è il cuore della sua ricerca, e che ogni azione costruttiva svolta dall’artista ha come scopo la testimonianza di questo concetto, la consapevolezza di ciò che lui stesso chiede alla vita, e scopre nell’arte. Così, ogni frammento, ogni singola opera, ogni ciclo di opere, ogni mostra è il tassello di un unico grande progetto che si sviluppa come una “splendida ossessione” nell’animo creativo di Campus. Tutto parte e tutto arriva lì…”. L’idea di un’arte processuale, scandita nel tempo, nel tempo umano esistenziale e storico, viene vissuta da Campus attraverso una ricerca che parte da elementi che si potrebbero definire “costruttivisti”, i quali vengono modificati, piegati, inseriti nel contesto e spesso esperiti collettivamente, come quando alla fine degli anni Settanta e nei primi Ottanta, l’artista ha “misurato” gli spazi di piazza del Duomo a Milano con grandi molle in tensione, o ha cercato di chiudere dentro una misura umana la natura delle scogliere della Gallura. Tutto questo si ritrova, maggiormente formalizzato, anche nelle opere dimensionalmente più piccole, come si potrà vedere nella scelta operata in mostra.
Breve biografia
Giovanni Campus è nato a Olbia nel 1929. nel corso degli anni ’60 giunge a un linguaggio geometrico e costruttivo, non immemore de contesto visivo industriale. Nel corso della sua carriera ottiene l’attenzione di critici come Giulio Carlo Argan, Umbro Apollonio, Lara Vinca Masini, Luciano Caramel o di colleghi come Bruno Munari. Effettua anche soggiorni a New York e a Parigi, utili a metterlo in relazione con la situazione internazionale. Nella seconda metà degli anni ’70 inizia anche, fino a farla diventare preponderante, un’attività plastica ambientale: in questo senso realizza operazioni nello spazio della città, come gli interventi compiuti in Piazzetta Palazzo Reale a Milano nel 1977 o nello spazio naturale, come le “misurazioni” realizzate nei primi anni ’80 con la serie di interventi Percorso Determinazione, compiuti in luoghi della nativa Gallura nel 1983, Dagli anni ’80 ricordiamo le mostre personali in spazi pubblici, come a Palazzo dei Diamanti a Ferrara (1987), alla Galleria Comunale d’Arte di Cagliari (1991), al MAN di Nuoro (2000), Civica Galleria d’Arte Moderna di Gallarate (2003), al Museo Civico G. Fattori di Livorno (2007), e nuovamente alla Galleria Comunale d’Arte moderna di Cagliari (2021). Realizza anche sculture site specific, che trovano ambientazione, anche permanente, in spazi aperti, come quelle sistemate a Tortolì nel 2000, a Carbonia, nel 2008, all’interno del Parco della Scultura all’Idroscalo di Milano, nel 2012. descrizione