La rivincita degli oggetti nella mostra di Belén Uriel a Cascina I.D.E.A
Vetro e ferro sono i materiali scelti dall’artista spagnola Belén Uriel per dare legittimità agli oggetti quotidiani nella mostra allestita a Cascina I.D.E.A., ad Agrate Conturbia
Nelle candide stanze di Cascina I.D.E.A., ad Agrate Conturbia – là dove da tempo Nicoletta Rusconi ha stabilito la sua sede operativa con Nicoletta Rusconi Art Projects –, sono i simulacri realizzati in vetro e ferro da Belén Uriel (Madrid, 1974), artista spagnola con basi a Londra e Lisbona che qui ha appena concluso la sua residenza d’artista, a fluttuare come variopinte apparizioni oniriche. Modellati a guisa di polsiere, gambali, caschi, braccioli di poltrona, coperchi di bidoni, rimandano al corpo umano e al ruolo tecnologico-strumentale che essi svolgono nella quotidianità esistenziale.
Belén Uriel. Green Rim. Exhibition view at Cascina I.D.E.A., Agrate Conturbia 2022. Photo Ludovica Mangini
LA MOSTRA DI BELÉN URIEL A CASCINA I.D.E.A.
Ready-made sublimati nel metamorfico ossido di silicio? O piuttosto un richiamo al rapporto che instauriamo con “appendici” che si fanno significanti perché connesse alla nostra fisicità?
Nella mostra Green rim, la quale nel titolo allude al fenomeno ottico che, grazie alla rifrazione della luce solare, genera lungo i contorni effetti di colore verde, gli oggetti rivendicano dunque, nella società dei consumi, visibilità e autonomia esistenziale. Si direbbe, secondo Roland Barthes, che sia la loro funzione a legittimarli. L’artista di questo è ben conscia, e anche del fatto che sono proprio le cose più vicine a noi ad avvalorare in molti casi il nostro status, materiale e immateriale.
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‒ Alessandra Quattordio
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