Mangiare alla Milano Design Week. Tutti i pop up gastronomici della settimana

La ricostruzione dell’American Bar di Adolf Loos. Le cene di We Are One nella fabbrica abbandonata. I tanti bar di Alcova e molto altro da gustare durante la settimana del design

Con soli 27 mq di superficie, l’American Bar di Vienna è il locale più piccolo della capitale austriaca. Attenzione, però, a liquidarlo sotto l’etichetta di eccentrica attrazione per turisti. In attività da oltre un secolo, infatti, il progetto porta la firma dell’architetto Adolf Loos, che nei primi anni del Novecento introduceva il linguaggio razionalista che avrebbe presto avuto la meglio sulla passione per decorazioni e orpelli non funzionali dell’Art Nouveau (per Loos, l’ornamento in architettura “è un crimine), all’epoca imperante in città. Il suo lascito più celebre è la Looshaus (1909-11) che sulla Michaelerplatz, proprio dirimpetto allo sfarzo del palazzo reale dell’Hofburg, simboleggia la fierezza del Modernismo viennese. Poco prima, nel 1908, l’architetto moravo disegnava il bar di Kartner Strasse, oggi soggetto a vincolo di tutela storico-paesaggistica. L’idea era maturata nel pensiero di Loos dopo il periodo trascorso il America, e avrà il merito di suggerire in Europa il modello progettuale dell’american bar che tanto successo riscuoterà nei decenni a seguire. Una scatola, la sua, che in un ambiente unico riconduce la funzioni del bar, con gli specchi che rivestono le pareti per dare l’illusione di uno spazio più arioso, e la profusione di materiali come legno (che fodera anche il soffitto cassettonato), ottone e onice. L’atmosfera, rarefatta e preziosa nella sua discrezione, è rimasta inalterata nel tempo; il Loos Bar oggi è regolarmente in attività, mentre il progetto è diventato caso di studio e ha conquistato i manuali di architettura. 

Marble Bar, Milano

Marble Bar, Milano

IL MARBLE BAR DI MILANO

Un nuovo capitolo della sua storia, seppur temporaneo, si apre a Milano in occasione della Design Week, dal 5 al 12 giugno, per iniziativa di Marimar, azienda specializzata nella fornitura e nella lavorazione di marmi e graniti. Il Marble Bar progettato dallo studio Davide Fabio Colaci e Luisa Bertoldo si ispira proprio al locale ideato da Loos, con l’idea di valorizzare la nuova collezione STONES di Marimar – un catalogo composto da una vasta gamma di pietre naturali di diversa origine, forma e colore – offrendo al contempo uno spazio suggestivo per la sua capacità di evocare un passaggio epocale dell’architettura moderna. Il Marble Bar sarà accessibile al pubblico all’interno del circolo Arci Bellezza, dove i progettisti hanno immaginato di ricostruire la facciata originale del locale viennese, evocando l’aspetto scenografico del luogo, ma anche il senso dell’operazione con cui Loos cercò di dare una forma innovativa al modo di vivere il tempo libero: “Adolf Loos è stato il progettista che ha usato il marmo nella maniera più moderna in assoluto e attraverso il principio del rivestimento ha riscritto il concetto di “valore di superficie”. L’American Bar di Vienna era un progetto d’avanguardia e inclusivo, capace in pochissimi metri quadri di riscrivere formalmente i costumi e i modi dello stare insieme di una società in profonda evoluzione”, spiega a riguardo Davide Fabio Colaci, professore di progettazione di Architettura degli Interni presso il Politecnico di Milano e docente del Master di Interior Design presso NABA. 

TUTTI I POP UP E I TEMPORARY PER MANGIARE E BERE ALLA DESIGN WEEK

Il Marble Bar animerà dunque le serate della Design Week insieme ad altri pop up ideati per l’occasione, come il Krug Studio che prende forma dal 7 al 14 giugno nella corte all’aperto del Four Seasons, o il wunderBar su ruote del gin Monkey 47, che torna sotto al Bosco Verticale, oltre ai temporary bar di Alcova, negli spazi abbandonati dell’ospedale militare di Baggio (con il Caffé Populaire di Lambert & Fils e DWA Design Studio, all’ombra dei cedri, e l’Offcut Bar nell’area lounge di Solid Nature, ANDlight, ZEITRAUM e 4Spaces /ZigZag Zurich, con l’offerta gastronomica curata da Tuorlo Magazine – prossimo ad aprire una nuova redazione in Tertulliano – e i tacos di Alessandro Longhin).  Tra i nuovi spazi di svago centrati sul connubio gastronomia e design, segnaliamo anche il nuovo Caffè del Circolo Filologico Milanese, rinnovato su progetto di Marialaura Rossiello Irvine, che vivrà di appuntamenti speciali durante la Design Week, con il contributo di Pasticceria Martesana, Brothering Milano, Cosaporto e Quality Delivery Italia, ma resterà a disposizione della città anche al termine della manifestazione. Ma l’occasione è buona per visitare anche il Rotonda Bistrò recentemente riaperto alla Rotonda della Besana con l’idea di riqualificare uno spazio urbano di valenza storica e ambientale com’è il complesso cimiteriale tardo-barocco che accoglie la chiesa settecentesca di San Michele ai Nuovi Sepolcri. Lo spazio di ristorazione apre già dalle prime ore del mattino, col servizio di caffetteria, mentre la cucina gode della supervisione dello chef Tommaso Arrigoni (a ideare la drink list un altro nome di peso della scena enogastronomica meneghina: Benjamin Cavagna del 1930). E nel weekend è attivo il servizio picnic sul prato.  Ultima esperienza da segnalare correlata solo alle giornate di Design Week? Il temporary restaurant di We Are Ona, che dopo la tappa alla Biennale di Venezia nel palazzo di Casanova prende possesso della Fabbrica Orobia: il menu del ristorante (4-11 giugno), solo su prenotazione è curato dalla cuoca giapponese Sayaka Sawaguchi. Per chi non vuole o non può fare l’esperienza della serata, c’è la caffetteria sempre attiva dal 7 al 12 giugno.

Livia Montagnoli

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