Nulla di sbagliato: il documentario in cui bambini quasi adolescenti si raccontano
Nel documentario "Nulla di sbagliato" 300 studentesse e studenti di prima media raccontano lo scorrere del tempo attraverso i loro diari: una raccolta di frammenti temporali di una generazione che più delle altre ha sofferto i limiti del lockdown
Non siamo ancora usciti del tutto dal Covid. Il lockdown e le drammaticità del momento sono diventate inevitabilmente racconto cinematografico, e il documentario Nulla di sbagliato, presentato al Biografilm Festival ne è uno dei tanti esempi.
“NULLA DI SBAGLIATO”: 300 RAGAZZI SI RACCONTANO ATTRAVERSO I LORO DIARI
La storia è quella di 300 studentesse e studenti di prima media a cui sono stati affidati dei diari, attraverso i quali raccontare il senso dello scorrere del tempo. Ad alcuni di loro è stata consegnata una piccola videocamera, per continuare a raccontarsi tra le mura domestiche, dove lo spazio individuale, quello di una cameretta, è rimasto inaccessibile al mondo degli adulti. I loro tormenti, le loro confessioni e i loro sogni sono così diventati tappe di un viaggio, a cui si alternano le riflessioni dei compagni in aula e le piccole grandi avventure di una vita quotidiana scandita dall’isolamento. Nulla di sbagliato è il racconto corale di una generazione sospesa tra l’infanzia, abbandonata troppo in fretta, e un’età adulta sempre più incerta.
L’IDEA DEL DOCUMENTARIO “NULLA DI SBAGLIATO”
In questo estratto di 2 minuti è spiegato il progetto di Nulla di sbagliato, diretto da Davide Barletti e Gabriele Gianni, gli stessi che raccontato quanto segue nelle note di regia: “Nulla di sbagliato è il titolo del film, ma anche il modus operandi che ci ha guidato nel lavoro con i giovani protagonisti, un invito all’ascolto e al confronto collettivo e non un compito nel quale essere giudicati. Attraverso i diari, in un percorso lungo un anno, abbiamo raccolto i frammenti temporali reali o immaginari di una generazione che più delle altre ha sofferto i limiti del lockdown. L’intero film viene realizzato in remoto, senza mai avere la possibilità di incontrare i protagonisti di persona. Il filtro della tecnologia ci tiene lontani e allo stesso tempo diventa una lente di ingrandimento, che rende più facile parlare a una videocamera rispetto al confronto diretto con gli adulti. I protagonisti, con le loro storie, aprono le porte a un mondo dimenticato, dove l’immaginazione e le emozioni posseggono ancora un potere magico che l’adolescenza porterà via, una dimensione fragile che il tempo ha cancellato, dove la morte di un pesce rosso diventava un evento immenso con il quale confrontarsi. Questo film vuole provare a raccontare cosa hanno vissuto i preadolescenti della “generazione Covid”, ancora troppo giovani per essere considerati degli adulti, non abbastanza grandi per far sì che la loro condizione rappresenti un problema sociale, rimanendo osservatori silenziosi del mondo, privi di una narrazione pubblica che li riguardi davvero”.
Nulla di sbagliato è un progetto della Fondazione Cinemovel.
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