Un giardino pensile e un edificio semplice: ecco come sarà il GRANDE MAXXI di Studio LAN
Sono stati presentati i primi 5 classificati al concorso GRANDE MAXXI e i due progetti che hanno ricevuto le menzioni speciali. Tutti i dettagli dell’intervento che si è aggiudicato la competizione per il museo di Roma
Ecco come sarà il GRANDE MAXXI, l’allargamento del museo romano previsto per i prossimi anni. “Siamo molto soddisfatti dell’esito del concorso per la grande partecipazione e per la qualità delle proposte presentate che esplorano un ventaglio di soluzioni possibili per un tema solo apparentemente semplice”, ha raccontato Margherita Guccione, Direttore Scientifico del progetto GRANDE MAXXI. La commissione, costituita da Giovanna Melandri (Presidente), Petra Blaisse, Maria Claudia Clemente, Mario Cucinella, Lorenzo Mariotti (con membri supplenti Pippo Ciorra e Simone Gobbo) dopo aver visionato le 103 le proposte pervenute, ne ha scelte prima 30, poi scremate a 15 e infine a 5, a cui ha aggiunto due menzioni. “Il concorso resta il più utile strumento dell’architettura: non solo perché rappresenta una procedura pubblica di selezione ma anche perché, in quanto grande stimolo alla creatività, consente di vedere, come in questo caso, sia raggruppamenti virtuosi sia di mettere in campo una serie di approcci e soluzioni che spingono la progettazione un po’ più in la”, ha proseguito Guccione che insieme a Giovanna Melandri e ai membri del team vincitore – Umberto Napolitano dello studio LAN, Ludovica Di Falco dello studio SCAPE Architecture e Susanna Nobili dello studio SNA – ha presentato nel dettaglio i progetti classificati e menzionati. Seguono nella graduatoria: studio Vacuum Atelier (Italia), Resell+Nicca (Norvegia), Arquivio Architects (Spagna) e Galar-Velaz-Gil (Spagna). Sono state inoltre assegnate due menzioni speciali al gruppo multidisciplinare guidato dallo studio Gustav Düsing & Max Hacke e a quello guidato da Nicola Ragazzini.
LAN VINCE IL CONCORSO GRANDE MAXXI
È il gruppo di progettazione guidato dallo studio italo-francese LAN il primo classificato, insieme ai coautori SCAPE Architecture, SNA, Bollinger + Grohmann Ingegneria, Franck Boutté Consultants, Bureau Bas Smets, Folia Consulenze, al concorso per la realizzazione del MAXXI HUB, nuovo edificio sostenibile e multifunzionale e del MAXXI GREEN, sistema di verde pubblico attrezzato con orti produttivi nell’area di pertinenza del Museo lungo l’asse di Via Masaccio. Al centro della competizione, c’era la progettazione di un polo di ricerca che sperimenti il rapporto tra architettura, arte, scienza e intelligenza artificiale e di un centro d’eccellenza per il restauro dell’arte contemporanea, che offra nuovi spazi per la formazione, oltre che depositi intelligenti e accessibili. Un investimento, per questo primo blocco, da 20 milioni di euro a carico del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, mentre il secondo (riguardante soprattutto l’upgrade energetico e tecnologico del museo che punta a diventare un carbon neutral building) sarà invece sostenuto dal Ministero dei Beni Culturali.
IL PROGETTO VINCITORE NELLE PAROLE DI UMBERTO NAPOLITANO
Umberto Napolitano, che per la prima volta ha partecipato e vinto un progetto di architettura contemporanea in Italia spiega di aver scelto di partecipare “perché il contesto del progetto ci sembra favorevole e pronto per accogliere la qualità che un museo come questo si merita. I concorsi aperti sono sempre molto complessi, ma restano uno strumento utile anche se spesso il processo porta a premiare progetti iconici mentre in questo caso sono onorato di aver vinto, ma soprattutto sorpreso dalla scelta della giuria, che ho trovato coraggiosa”. Una scelta, quella della Commissione giudicatrice, ricaduta sul progetto di LAN per “il rapporto con il contesto urbano, la presenza di un giardino pensile generoso e accessibile e allo stesso tempo di forte valore architettonico. Il progetto costruisce inoltre un rapporto virtuoso ed efficiente sia con la Piazza Boetti che con l’affaccio su via Masaccio e prevede una buona flessibilità nell’organizzazione delle funzioni e degli spazi a loro destinate. L’ampia presenza di spazi verdi, sia nell’area del nuovo edificio che nell’altra zona interessata dal concorso e l’uso di tecniche costruttive ‘a secco’ contribuiscono in modi diversi al tono sostenibile dell’intervento”.
GRANDE MAXXI: UN VOLUME SEMPLICE, UN GIARDINO PENSILE, UN SISTEMA DI VERDE A TERRA
Caratterizzato da un confronto tra architettura, natura, paesaggio e città, il progetto vincitore si compone di un edificio scatolare, piuttosto semplice nella sua configurazione volumetrica e nei materiali costruttivi, le cui facciate sono scandite da elementi in cemento levigato e da ampie aperture finestrate, mentre il piano di copertura si caratterizza per un giardino pensile (vedremo se la verità dei grandi arbusti si concretizzerà o resterà solo nei render). Il sistema del verde a terra poi è pensato come “contenitore” per gli edifici esistenti e non mero corredo decorativo, un giardino a servizio dei cittadini, la cui funzione primaria è quella di riconnettere il fronte secondario del museo con Piazza Mancini.“Questo progetto” – racconta ancora Napolitano – “ha l’ambizione di completare dei momenti di organizzazione urbana precedente, di essere quell’elemento che fa ruotare tutte le parti insieme, tra via Masaccio e via Guido Reni. Questa forma mancante dal punto di vista urbano e programmatico, è un’architettura pensata non come fatto in sé ma come inizio di una storia che coinvolge altre storie, come il pezzo di un puzzle.”
GRANDE MAXXI, UN EDIFICIO CONCEPITO COME UN ECOSISTEMA
La dichiarata ambizione del progettista è “completare le sistemazioni precedenti dando forza al progetto di Zaha Hadid che è eccezionale e innovativo dal punto di vista formale mentre il nuovo complesso sarà nella logica morfologica del quartiere. Anche dal punto di vista paesaggistico: un parco che riuscirà a ricucire il fronte di via Masaccio e che, traslandosi in quota, diventa giardino pensile. Quello che forse dovremmo spingere ulteriormente – conclude – è l’idea di questo edificio come insieme di climi, un ECOSISTEMA in cui le differenti funzioni partecipano e collaborano tra loro in maniera sostenibile”. Speriamo solo che questa volta il timing previsto per la conclusione del progetto sia effettivamente rispettato, diversamente dal noto destino che in passato ha condannato il museo: si dice che questo ampliamento sarà completato e fruibile entro la fine del 2026. Per i ritmi italiani e ancor più romani sarebbe un miracolo, lo attendiamo tutti.
– Giulia Mura
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