A Roma Galleria La Nuvola apre un nuovo spazio a Via Margutta con un omaggio a Pino Pascali
La storica Galleria La Nuvola inaugura il suo nuovo spazio in Via Margutta. Si parte con una grande mostra dedicata a Pascali: ben 35 opere, una già esposta alla Peggy Guggenheim di Venezia
Galleria La Nuvola è nata vent’anni fa per iniziativa di Fabio Falsaperla e dalla sua frequentazione con gli artisti della Scuola di Piazza del Popolo. Iil nome rende omaggio all’opera La grande nuvola di Tano Festa. Ora la storica galleria apre un nuovo spazio a Via Margutta 41 partendo con una grande mostra dedicata a Pino Pascali (Bari, 1935 – Roma, 1968), l’artista pugliese che perse la vita a 33 anni per un incidente. In soli 3 anni di carriera – al 1965 risale la sua prima mostra alla galleria La Tartaruga – ha segnato la storia attraversando generi e movimenti.
35 opere, tutte eseguite nei primi anni Sessanta su differenti supporti, sono allestite dall’architetto Lorenzo Locci e verificate dall’Archivio Pascali. Archetipi della realtà, specie che popolano gli abissi – come balene e pescecani -, velieri e abitazioni rocciose, vedute totemiche e tribalismi primordiali vivacizzati attraverso i colori caldi dell’Africa, armi realizzate con materiali desunti dal quotidiano: questi i soggetti a corredo dell’immaginario pascaliano. Fabio Falsaperla, Pino Pascali. Fuori museo è curata da Alberto Dambruoso e vede la collaborazione di Roberto Locci, regista cinematografico, direttore della fotografia ed esperto d’arte contemporanea, con l’organizzazione della storica dell’arte Alice Falsaperla. L’intervista.
Com’è strutturata la mostra?
Alberto Dambruoso: Attorno a un nucleo di opere realizzate dall’artista tra l’inizio e la metà degli anni Sessanta. È questo, come noto, il periodo di formazione di Pascali, in cui si trova anche a collaborare per le prime réclame televisive (in mostra sono presenti alcuni disegni per la pubblicità dell’Algida).
Quali sono le opere più pregiate?
Alberto Dambruoso: Sono moltissimi i pezzi pregiati presenti in mostra, ma ne citerò solamente due, anche per non “spoilerare” troppo la personale: in primis direi la scultura Pugnale (1965), una vera e propria rarità a livello collezionisitico, dato che tutte le sculture di Pascali sono musealizzate da molti anni e anche questa è stata esposta al Peggy Guggenheim di Venezia; un’altra è certamente l’opera dal titolo Moby Dick (1964-65) che presenta l’iconica pinna della balena, diventata logo della Fondazione Pascali a Polignano a Mare.
Cosa è venuto fuori dalla ricerca?
Alberto Dambruoso: ho potuto constatare come i temi iconografici presenti nelle opere scultoree più note, realizzate a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, come ad esempio i cannoni e le mitragliatrici o gli animali realizzati con le tele centinate, fossero in realtà già tutti presenti in forma grafica, nelle opere che vanno dalla fine degli anni Cinquanta fino al 1965.
Perché avete deciso di aprire un nuovo spazio in Via Margutta?
Alice Falsaperla: Oggi, Via Margutta rappresenta un “brand” che, dopo un periodo di flessione, sta riacquisendo, insieme all’inalterata storicità, il suo primato di aperture di gallerie e scorci sull’arte contemporanea. Questi tempi sovrapposti, passato e attualità, sono anche le fondamenta su cui la nostra Galleria si è originata ed evoluta. Da qui deriva la scelta consapevole di rimanere un punto di riferimento inserito in un contesto riconoscibile. La nuova sede, vetrata sulla Via e di maggiore ampiezza, permetterà di dare spazio a un approccio eclettico: dalla “classica” esposizione su tela alla performance, dalle installazioni temporanee, realizzate ad hoc e in sito, alla video-arte, fino ad ospitare, puntualmente, altre forme artistiche.
Come pensate di procedere per le prossime mostre? Supporterete anche artisti emergenti?
Proseguiremo trattando i nomi che hanno contraddistinto il panorama italiano degli anni Sessanta e Settanta, cui dedicheremo ricerche sempre nuove, approfondendo anche attraverso conferenze o incontri. E vogliamo collaborare con artisti contemporanei anche mai trattati finora, creando connessioni con enti, fondazioni e organizzazioni, come la FAO in questo caso. Desideriamo restituire agli spettatori una visione atipica, attuale e attenta sui temi scelti per ogni evento e caratterizzanti per ciascun artista proposto.
Si è strutturata una collaborazione con la FAO perché alcune opere hanno una forte matrice ambientalista…
Giusy Emiliano: La mia Divisione di riferimento all’interno della Food and Agricolture Organization è la Land and Water e, insieme alla Global Soil Partnership, sto lavorando molto sulla salvaguardia e sulla tutela del suolo a livello globale. Mi occupo da diversi anni di affrontare, attraverso l’arte contemporanea, importanti tematiche scientifiche. Questa coniugazione è particolarmente significativa: scienza e arte hanno sempre avuto punti di contatto. Oggi più che mai, gli artisti concedono spazio ai temi ambientali, ispirandosi alla nostra Organizzazione. Pino Pascali su tutti, già nel 1964, realizzò alcuni dipinti murali, legati alla natura e alle sue specie. Mi riempie di rammarico pensare al fatto che queste opere siano andate perdute. Rivedere gli studi su carta superstiti è come viaggiare nel tempo ma, se la Storia è testimone silenziosa delle azioni umane, il nostro dovere è quello di rimanere coesi, lavorare insieme per una maggiore consapevolezza e un migliore approccio alle nostre risorse naturali.
-Giorgia Basili
PINO PASCALI. Fuori museo
Opening
15 giugno alle 18:30
fino all’11 luglio 2022
Galleria La Nuvola
Via Margutta, 41 00187 Roma Mail. [email protected] Tel. 06-98181389
Tel. 06-36005158
Sito web. www.gallerialanuvola.it
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