Del Barocco Ingegno
Pietro da Cortona e i disegni di architettura del ‘600 e ‘700 della collezione Gnerucci.
Comunicato stampa
In mostra opere della ricca e inedita collezione di disegni di architettura del Sei-Settecento raccolta dal poliedrico bibliofilo Paolo Gnerucci, e opere grafiche provenienti da importanti Istituzioni pubbliche e collezioni private. Tema conduttore è il disegno di architettura nell’età del Barocco, documento di cantiere nelle fasi del processo creativo ed espressione della cultura architettonica sei-settecentesca tra Toscana e Roma. Protagonista uno dei padri del Barocco architettonico e pittorico, Pietro da Cortona, attivo tra la Toscana dei Medici, la Roma dei Papi e le corti europee, il cui magistero nei progetti di architettura è ancora oggi terreno di studi e di aggiornamenti interpretativi.
Fra le sale del MAEC – Sala del Biscione, Galleria dei Globi, Sala Medicea e Sala del Tempietto – il percorso propone preziosi studi autografi di Pietro Berrettini da Cortona, del quale sono presenti anche modelli tridimensionali di tre capolavori: la chiesa dei SS. Luca e Martina nel Foro Romano, il progetto del palazzo Chigi nella piazza Colonna a Roma, il progetto per la Reggia del Louvre per il Re di Francia Luigi XIV. Arricchiscono il percorso numerosi disegni di architettura barocca studiati per l’occasione da diverse Università italiane e dai maggiori specialisti del settore, e numerosi inediti progettuali di apparati effimeri ideati per celebrazioni religiose e granducali. Gli studiosi che si sono cimentati nelle analisi di questi disegni si sono anche interrogati sul lungo percorso che essi hanno seguito, dagli atelier degli artisti, come testimonianze interlocutorie di complessi lavori progettuali, fino all’attuale raccolta, passando evidentemente per un collezionismo secolare ed erudito tutto ancora da ricostruire.
La mostra, a cura di Sebastiano Roberto (Università di Siena) con la collaborazione di Mario Bevilacqua (Università di Firenze) e Massimo Moretti (Sapienza Università di Roma), è promossa dall’Accademia Etrusca di Cortona d’intesa con il Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma e la collaborazione scientifica del’Istituto Centrale per la Grafica. Si avvale inoltre del Patrocinio del Comune di Cortona e dell’Accademia Etrusca, ed è sostenuta da Banca Popolare di Cortona ed MB Elettronica. Accompagna la mostra il catalogo edito da De Luca Editori d'Arte - Roma.
La raccolta di disegni della collezione Gnerucci, di elevata qualità grafica e ricchezza documentaria, oltre al riconoscimento dei citati studi autografi di Pietro da Cortona, ha permesso di intraprendere uno studio scientifico e organico sulla presenza di raffinate botteghe di scalpellini e architetti attivi nel Seicento a Cortona e nel suo territorio più prossimo, informati sulle emergenti novità romane e fiorentine dell’epoca. Ricostruzioni alle quali si aggiungono piccole ma preziose testimonianze riconducibili all’ingegno di architetti granducali operanti sia a Firenze che a Roma.
Le opere provengono da: MAEC, Biblioteca del Comune di Cortona e dell’Accademia Etrusca, Galleria degli Uffizi di Firenze, Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi di Firenze, Biblioteca Marucelliana di Firenze, Accademia Nazionale di San Luca, Centro di Studi sulla Cultura e l’Immagine di Roma - Sapienza Università di Roma.
“Ospite d’onore” della mostra è il dipinto proveniente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze: il celebre Autoritratto di Pietro da Cortona. Realizzato tra il 1664 e il 1665 per desiderio di Leopoldo de’ Medici, il dipinto mostra il grande artista al culmine della sua straordinaria carriera, esprimendo nel volto la fermezza d’animo e lo spirito del suo ingegno, attraverso lo sguardo vivace rivolto all’osservatore.
Le sezioni:
Le botteghe architettoniche cortonesi dei Radi e dei Berrettini, che ebbero diffusione nel territorio cortonese e nell’area circostante realizzando le più importanti opere di aggiornamento “linguistico” e rappresentativo degli edifici religiosi.
La chiesa di S. Francesco a Cortona e la vicenda della realizzazione del prezioso reliquiario della Croce Santa, iniziata nel primo Cinquecento, nell’ambito della cultura artistica raffaellesca, e conclusasi negli anni Trenta del Seicento con la progettazione della monumentale “macchina” architettonica dell’altare maggiore, a opera di Bernardino Radi.
Gli esordi di Pietro da Cortona disegnatore di architetture e figure dall’Antico, dopo il suo trasferimento nella Roma pontificia, con due straordinari rilievi di studio condotti dal vero sulla Colonna Traiana, qui per la prima volta ed eccezionalmente mostrati al pubblico.
Per la prima volta in mostra a Cortona il cosiddetto “Codice Berrettini” conservato nella Biblioteca Marucelliana di Firenze, ovvero la raccolta di rilievi e di schizzi progettuali di Filippo Berrettini, architetto cortonese al servizio della corte granducale e cugino del grande Pietro da Cortona.
Gli studi progettuali di Pietro da Cortona per le fabbriche granducali a Firenze e per alcune tra le più importanti chiese di Roma volute dai Papi del Seicento.
I modelli dei progetti e delle realizzazioni architettoniche di Pietro da Cortona per le corti di Roma e Parigi, e l’esito finale di proposte architettoniche complesse e monumentali, ben oltre le preliminari elaborazioni grafiche.
Il culto delle reliquie e gli apparati sacri allestiti nelle chiese cortonesi, attraverso la lettura di disegni e l’osservazione di preziose manifatture che testimoniano le raffinate adesioni della cultura cortonese al linguaggio barocco.
Cortona centro nazionale e internazionale di promozione culturale. Tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento Cortona vede la nascita dell’Accademia Etrusca e l’emergere di personaggi, intellettuali e architetti, fra cui Alessandro Galilei e Marcus Tuscher, i quali daranno un grande contributo all’aggiornamento architettonico della città, documentato da alcuni disegni presentati nella Mostra.
La mostra è coadiuvata da percorsi di visita alla scoperta della “presenza” di Pietro da Cortona e delle architetture ideate dalle botteghe dei Berrettini e dei Radi. I tour guidati, snodandosi per i vicoli verso i maggiori edifici religiosi e residenziali di Cortona, costituiscono una rete ideale di connessioni tra i disegni esposti e la città, dando vita a un’avvincente esperienza di “mostra diffusa”.
«Con questo evento apriamo le celebrazioni dei nostri grandi artisti - dichiara il sindaco Luciano Meoni - nel 2023 celebreremo i 500 anni dalla morte di Luca Signorelli, ma questa estate avvieremo questo percorso nel nome di Pietro Berrettini. L’estate del 2022 sarà contrassegnata da questa importante esposizione e da un intenso programma culturale e di spettacoli che prevede mostre fotografiche, esibizioni dal vivo e il 60esimo anniversario di Cortonantiquaria. Cortona con i suoi maestri è ancora protagonista nell’offerta culturale a livello nazionale, l’evento dedicato a Berrettini, e quello del prossimo anno per Signorelli, mettono al centro i più importanti luoghi d’arte del nostro territorio».
«Una mostra che abbiamo pensato per il 350esimo anniversario di Pietro Berrettini che presenta una serie di opere inedite del maestro cortonese, con anche dei pezzi importanti provenienti da collezioni private. Con Berrettini e Signorelli, Cortona celebra due grandissimi artisti - dichiara l’assessore alla Cultura Francesco Attesti - e lo fa in un periodo di grande vivacità culturale. La ripresa delle attività e il ritorno del turismo internazionale sono gli ingredienti della ripartenza per il nostro territorio e Cortona si presenterà con un’offerta impareggiabile per gli amanti dell’arte e del bello».
A riassumere lo spirito della mostra è il curatore Sebastiano Roberto: «È un onore condividere con la città di Cortona, con la sua prestigiosa Accademia Etrusca e in una mostra allestita nelle sale del MAEC una emozionante narrazione della nascita e dell’affermazione dell’architettura barocca, costruita attraverso la straordinaria e inedita raccolta di disegni progettuali del Seicento e del Settecento messa insieme dal benemerito bibliofilo, collezionista e accademico cortonese Paolo Gnerucci. L’impresa non facile di uno studio sistematico sull’intero corpus di disegni ha portato all’individuazione di importanti progetti di architetture monumentali del Barocco toscano e romano, rimasti a lungo nelle botteghe dei loro ideatori come testimonianze e modelli del lavoro creativo. Tra questi, un ricco repertorio grafico di innovative architetture per l’aggiornamento seicentesco di molte chiese di Cortona e del suo territorio, importante e significativa introduzione al nucleo più prezioso della raccolta, ovvero alcuni inediti componimenti di Pietro da Cortona e dei suoi aiuti per la Roma e i Papi del Seicento, che qui si presentano in un confronto dialogico con altri celeberrimi disegni autografi dalle prestigiose collezioni grafiche degli Uffizi e con modelli ricostruttivi dei progetti. Cortona, in posizione baricentrica tra Roma e Firenze, accoglie le innovazioni del nuovo linguaggio del Barocco, favorendo la crescita e la fortuna dei suoi artisti e architetti, di cui ancora si sa troppo poco, ma che la mostra vuole mettere in risalto. Il fascino, e per certi versi anche la complessità, di questi preziosi disegni consiste nel loro significato non di opere definitive o, per così dire, “di presentazione” ai committenti, bensì di iniziali elaborazioni su carta del processo creativo e delle prime soluzioni formali, conservate poi in taccuini e album utilizzati per la circolazione di modelli e per la formazione delle nuove generazioni di architetti. Questo evento espositivo è l’occasione per mostrare al pubblico, attraverso l’ingegnosa creazione di grandi architetture, il ruolo centrale avuto dalla città di Cortona e dei suoi architetti nel più ampio dibattito artistico e culturale europeo del Seicento e del Settecento, e per offrire agli studiosi nuove prospettive di ricerca sull’architettura del Barocco. Con l’auspicio, infine, che si possa portare a compimento l’acquisizione di questa preziosa raccolta di disegni da parte dell’Accademia Etrusca e della città di Cortona».
«Il MAEC ha sempre considerato la cultura e le espressioni artistiche come una risorsa soprattutto nei momenti di grande difficoltà, come quelli che stanno caratterizzando l’attuale momento storico - aggiunge Nicola Caldarone, Presidente del Comitato T.S. del MAEC -. E, per affrontare la stagione di una auspicata ripresa, il MAEC ha puntato sulla qualità, con la realizzazione di mostre serie, sorrette da progetti meditati e allestite in maniera assennata. Così dopo la mostra su I lumi etruschi, dopo l’inaugurazione delle nuove stanze per il pittore cortonese Gino Severini e la mostra su Cortona al tempo di Dante realizzate nel 2021, il 18 di giugno del 2022 partirà Del Barocco Ingegno. Pietro da Cortona e i disegni di architettura dei ‘600 e del ‘700 della collezione Gnerucci. La mostra rappresenta un momento significativo per la conoscenza dell’opera architettonica del grande Maestro del Barocco. I circa 15 fogli riferibili al Berrettini, più conosciuto come Il Cortona, e ai suoi collaboratori, costituiscono il nucleo centrale della mostra, la cui narrazione verrà arricchita da disegni di confronto concessi da prestigiose istituzioni, da musei e da collezioni private. Oltre ai fogli del grande maestro si potrà ammirare la ricca serie di progetti di altari, balaustre e cappelle per le chiese di Cortona e dintorni, eseguiti nel Seicento dalle botteghe dei Radi e dei Berrettini per spingersi fino alla metà del Settecento con progetti per apparati sacri e per architetture residenziali, a opera di architetti granducali attivi sia a Firenze che a Roma».
Il Vice lucumone dell’Accademia Etrusca Paolo Bruschetti aggiunge: «L'Accademia Etrusca, nel promuovere questo importante progetto, intende proseguire nel suo ruolo di attenta indagine sulle massime personalità artistiche e storiche di Cortona. In particolare Pietro Berrettini è stato celebrato nella sua attività di architetto con un Convegno di studi promosso nel 1969 (i cui atti furono pubblicati nel 1978), e in quella di raffinato pittore con una grande mostra organizzata in palazzo Casali nel 1997. Siamo lieti che questa circostanza completi un trittico dedicato ad uno dei più illustri figli della nostra terra, e vediamo con soddisfazione il completamento di uno studio che pur nelle difficoltà di un periodo assai travagliato costituirà l'occasione per la ripresa a pieno ritmo delle nostre attività culturali».