Compie 50 anni il circuito di Misano, la pista ideata da un designer visionario
Dove la motor valley incontra la wellness valley. Lì, in quelle comunità dell’accoglienza e della cura, coabitano le economie dei desideri e tutte le forme del pop. I parchi a tema vanno dai motori alle savane, dalle acque alle giostre all’Italia in miniatura. E poi c’è l’epopea della velocità ‒ un mondo di antropologie, tecnologie, paesaggi
Dall’A14 che scorre morbida sbucano gli spalti, un attimo prima che lo sguardo incontri un’oasi, con magnifiche macchine idrauliche a governare le acque di un invaso. Quel punto di gentile contemplazione è immerso in una trascinante sinfonia di suoni sincronizzati. Da mezzo secolo Misano è un luogo per cuori che non tremano, per piloti audaci coraggiosi e leggendari – Renzo Pasolini, il riminese antagonista di Giacomo Agostini, ma anche Valentino che scorrazzava con gli apetti sulla Pano (un neologismo che allude alla Panoramica tra Pesaro e Gabicce), e Marco Simoncelli cui è dedicato il circuito.
LA STORIA DEL CIRCUITO DI MISANO
Misano è il centro di un’enclave tra le alte Marche e la Romagna, dove – mistero delle vocazioni territoriali ‒ nascono miti e piloti che infiammano il Circus; è il tempio della velocità, il centro di una comunità temporanea innamorata dei motori, di quel rettilineo da 300 Km/h e di quelle curve da brividi; è il circuito con il paesaggio più bello – in sequenza le colline e il Montefeltro, la pista, l’autostrada, il mare. Misano è l’asfalto che parla, la pista dipinta da Aldo Drudi, il designer artista che ha portato il colore sulle tute, i caschi e le livree delle moto – memorabili quelle per Valentino Rossi, un geniale innovatore anche in questo. Qui si corre su un quadro, e lo spettacolo della velocità è una scomposizione continua dei piani e delle forme, una sfida alla percezione dove linee e curve diventano icone, grafiche, pattern, un tutt’uno con le strisciate delle gomme, le parabole e le diagonali di accelerazione e decelerazione. Misano è un mondo sulla città adriatica che ogni volta rinnova la sacralità di un rito senza tempo, antico e contemporaneo, quello irriducibile dell’iniziazione, della sfida, del duello. E della performance. Col corpo nudo che si offre alla corsa, con la sola seconda pelle di una tuta in pelle di canguro, con tech airbag, carbonio e saponette chiamate a proteggere gli arti, nella radicalità di un ardore visionario. C’è qualcosa di meraviglioso e commovente nella partenza – sono istanti aumentati, immobili ed eterni, dove la fisicità e la fragilità umana incontrano la dimensione collettiva; in quel tempo sospeso fatto di piccoli gesti, vestizione e concentrazione come per i samurai, c’è tutta la solennità di corpi pronti ad accettare pressioni centrifughe impossibili, fantini di cavalli ad altissima tecnologia che sperimentano e ricercano il limite.
I 50 ANNI DEL CIRCUITO DI MISANO
Per il 50esimo anniversario, il circuito di Misano, accanto alla creazione di un nuovo pit building, in collaborazione con l’Università di Bologna – Centro Studi Avanzati sul Turismo, ha avviato programmi di valorizzazione del suo archivio storico, come si conviene a una infrastruttura dello spettacolo, a un’impresa creativa che ha visto il futuro e accompagnato lo sviluppo territoriale. Marco Montemaggi – esperto di heritage marketing e cultura industriale – ha ricostruito le matrici di questa storia unica fatta di documenti, immagini, storie, passaggi. Su 60mila immagini ne ha selezionate 49 e ha dato vita a una timeline in capitoli che incrocia le versioni del logotipo alla prova del cambiamento: sono immagini esemplari ma non esaustive che anticipano nuovi programmi e futuri approfondimenti. Vengono dagli archivi fotografici più importanti della storia del motociclismo: sono un’immersione spazio-temporale, un ipertesto che connette, moltiplica, rilancia. Ci sono i duelli tra i piloti, il casco con l’asino di Valentino, le gare con i truck, quelle notturne, i test con le auto di Zanardi, Villeneuve e Schumacher, lo sguardo metallico di Carl Fogerty. E c’è un pannello bianco, quello del 2020, un contest aperto a tutti, che verrà assegnato a settembre, quando a Misano arriverà il grande show della Moto GP. È una bella storia italiana che continua.
‒ Cristiana Colli
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