I dimenticati dell’arte. Enrico Mreule, il filosofo che voleva sparire

Filosofo, insegnante di latino, gaucho in Argentina e infine pescatore: Enrico Mreule fu tutto questo, ma soprattutto fu un uomo che voleva far perdere le sue tracce

La sua vita è protagonista di Un altro mare, il romanzo di Claudio Magris pubblicato nel 1991 che racconta l’abbandono dell’atmosfera asburgica e raffinata della Gorizia primi Novecento per trasferirsi nella pampa argentina.

LA STORIA DI ENRICO MREULE

Intellettuale inquieto, innamorato dell’assoluto, il giovane filosofo Enrico Mreule (1886-1959) fa parte dell’ambiente culturale che ruota intorno allo Staatsgymnasium di Gorizia, frequentato da Mreule tra il 1897 e il 1906. Se tra i suoi compagni di classe ci sono Carlo Michelstaedter, Nino Paternolli e Igino Valdemarin, nel corpo insegnante spicca una figura eccentrica come Richard von Schubert-Soldern, professore di storia e geografia dopo aver lasciato una cattedra all’università di Lipsia. Tra gli studenti si instaurano rapporti e amicizie profonde, ed Enrico si lega soprattutto a Nino e Carlo. Insieme discutono di filosofia e leggono i classici greci e romani, in una sorta di koinè intellettuale che viene evocata da Michelstaedter nel suo Dialogo della salute, dove i due protagonisti sono gli amici più cari. Enrico vuole iscriversi alla facoltà di filosofia, ma la sua vita prende un’altra piega: nel 1909 lascia Gorizia e si imbarca al porto di Trieste sulla nave Columbia, diretto verso l’Argentina. Lascia all’amico del cuore una pistola, che Carlo userà un anno dopo per togliersi la vita, il 17 ottobre 1910, dopo aver scritto il suo testo più importante, La persuasione e la rettorica, che verrà pubblicato postumo nel 1913.

MREULE DALL’ARGENTINA ALL’ISTRIA

Dopo qualche anno di Mreule si perdono le tracce, ma nel 1922 torna nella sua città natale, dopo aver percorso la pampa da vero gaucho, allevando cavalli. “Enrico Mreule entrò in classe, al Ginnasio, un giorno del 1922 o ’23. Occhi celesti e attenti, capelli biondi e crespi, una chioma vegeta di pittore o direttore d’orchestra. Era cotto da molto sole. Camicia scollata, giacca a doppio petto, polsini senza gemelli. Insegnava il latino, pareva che insegnasse la sua lingua di tutti i giorni, una cosa facile. Pareva ch’egli sapesse molte altre cose e che non fosse ritornato a Gorizia per insegnarci il latino”: così viene descritto allora, silenzioso e schivo ma sempre legato al suo amico del cuore. Mreule insegna il latino per altri nove anni, finché scompare del tutto e viene creduto morto. Ma non è così: si era ritirato a Salvore, in un piccolo paese dell’Istria, dove ha fatto il pescatore fino alla morte, avvenuta nel 1959, senza smettere di leggere testi greci e latini e a riflettere sul senso della vita. La sua figura di intellettuale senza storia è stata recuperata da Magris, che ne traccia un profilo vivo e puntuale, basato su una conoscenza personale e sui ricordi del poeta Biagio Marin: un essere umano inquietante e disperato, recuperato dalla magica prosa di Magris e riportata alla luce da quel niente tanto pervicacemente perseguito.

MREULE SECONDO MAGRIS

La prima idea l’ho avuta”, racconta Magris, “quando Biagio Marin mi parlò di questo strano tipo che parlava il greco antico come noi parliamo il dialetto di casa, che era sparito in Patagonia dove era vissuto da solo con le sue mandrie incontrando talvolta solo delle carovane. Quello che mi interessava era l’idea di quest’uomo fuggiasco, non per vivere di più, non per fuggire il grigiore quotidiano, ma per sparire, per ridursi, per esistere di meno, come se la realtà fosse una minaccia, come uno che chiude gli occhi per la troppa luce. Uno che per cercare una vita assoluta, essenziale, vera, autentica, la spoglia di tutto ciò che vi sia di superfluo, di orpello, di inutile, finendo quasi per svuotarla per arrivare ad una essenzialità che somiglia pericolosamente al niente”.

Ludovico Pratesi

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Ludovico Pratesi

Ludovico Pratesi

Curatore e critico d'arte. Dal 2001 al 2017 è stato Direttore artistico del Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro Direttore della Fondazione Guastalla per l'arte contemporanea. Direttore artistico dell’associazione Giovani Collezionisti. Professore di Didattica dell’arte all’Università IULM di Milano Direttore…

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