Deborah Martino – Piccolo celeste
prima personale della giovane artista Deborah Martino (Asti, 1997) dal titolo “PICCOLO CELESTE”.
Comunicato stampa
Platea | Palazzo Galeano, associazione attiva dal 2021 nella promozione dell’arte contemporanea nata dalla passione di un gruppo di cittadini lodigiani per l’arte e l’architettura, presenta da mercoledì 29 giugno a giovedì 21 luglio 2022 la prima personale della giovane artista Deborah Martino (Asti, 1997) dal titolo “PICCOLO CELESTE”.
Dopo “Notes For Dried and Living Bodies in Corso Umberto” intervento di Luca Trevisani presentato in collaborazione con Pinksummer Contemporary Art di Genova, “PICCOLO CELESTE” è il primo episodio della seconda edizione del palinsesto espositivo dedicato ai giovani emergenti, coordinato quest’anno da Giulia Menegale e realizzato in dialogo con Luca Trevisani che ha selezionato i quattro artisti partecipanti al progetto.
Concepito come format inedito firmato Platea, il programma mostre dedicato agli emergenti si sviluppa secondo un modulo costante, un vero e proprio palinsesto composto da episodi espositivi la cui apertura è sempre affidata a un artista affermato che in veste di “nume tutelare” indica una rosa di emergenti protagonisti dopo di lui di mostre personali dedicate. Un format molto speciale, pensato appositamente per dare visibilità alle nuove leve creative che si articola anche in una serie di pubblicazioni dedicate in formato poster che includono l’immagine della vetrina allestita e un testo curato e che tutte insieme andranno a comporre un catalogo - fanzine di Platea | Palazzo Galeano. Per questa seconda edizione ogni poster riporterà un frammento del dialogo corale e costante che ha caratterizzato la collaborazione tra l’artista Luca Trevisani, la curatrice Giulia Menegale e gli artisti coinvolti.
In occasione di questa prima mostra personale, Deborah Martino porta in scena la sua pratica espressiva trasformando la vetrina di Platea in un portale aperto su un mondo altro: una dimensione che nelle sue intenzioni si avvicina al cosmo e trascende la comune materialità. Evocata dal titolo “PICCOLO CELESTE”, questa dimensione è popolata da un gruppo di nuove sculture che l'artista ha modellato appositamente per Platea usando plastilina e argilla, con l’aggiunta di carta velina per donare loro movimento cromatico.
Si tratta di corpi scultorei che emergono come reliquie e resti, forme che si materializzano a seguito di un processo automatico, una specie di scrittura plastica inconscia.
Sostenuti da uno scheletro di spago e filo di ferro, i corpi-scultura di Martino sono estremamente fragili e si offrono all’usura del tempo, alle manipolazioni derivanti dal contatto con il mondo circostante a causa del quale potrebbero scomparire da un momento all'altro, dissolvendosi in quelle forme organiche e fluide che le caratterizzano o cadendo in frammenti.
Tutte riportano sulla propria superficie le tracce delle dita dell’artista che le ha modellate, rendendo così evidente il processo creativo che le ha generate.
La pratica di Martino è incentrata sul tentativo costante di trascendere la propria dimensione carnale e individuale attraverso una progressiva “metabolizzazione del sé”, come specifica l’artista. Con l’elaborazione di una forma molto personale di scrittura automatica, Deborah Martino concepisce figure in grado di articolare i vari stadi che definiscono l'esperienza comune di un corpo, mettendo in evidenza l’estrema delicatezza su cui si fondono gli equilibri che ne garantiscono l’esistenza.
«Con la sua ricerca artistica che include principalmente scrittura, disegno a pastelli e scultura, Martino sembra sostenere che nuove modalità di relazione tra corpi possano nascere, innanzitutto, da una rinuncia volontaria rispetto a tutto ciò che appartiene esclusivamente alla sfera dell’individuo e dell'individuale. Trascendendo la limitatezza umana, segnata dai confini del proprio corpo-carne, è possibile riscoprire una innata capacità di apertura verso l’altro, utile a rifondare idee di alleanza e affiliazione, al di là di ogni struttura sociale o legame prestabilito, che sconfinano nella dimensione celeste e cosmologica. Sono il cielo e infine il cosmo le realtà alla quali l’artista ambisce ad avvicinarsi con la propria pratica» chiarisce la curatrice Giulia Menegale.
“PICCOLO CELESTE” è la prima di un ciclo di quattro mostre che include le personali di Alessandro Manfrin (31 agosto – 25 settembre 2022), Maria Vittoria Cavazzana (1-29 ottobre 2022) e Marco Sgarbossa (5 novembre–2 dicembre 2022). Il progetto ideato da Platea e nato dal dialogo tra Luca Trevisani, i quattro giovani artisti e Giulia Menegale, ha ricevuto il supporto comunicativo dell’Università IUAV Venezia, con la collaborazione di Saul Marcadent.
Deborah Martino vive e lavora attualmente a Torino. Dal 2020, ha lavorato come assistente per l’artista Paolo Cirio. Nel 2021, si è laureata nel triennio di Arti multimediali presso l’Università Iuav di Venezia. Il suo lavoro è stato esposto nelle seguenti mostre: UNCOATED-CONTENT, Mucho-Mas! Artist run space, Torino (IT); LAB1 ArtVerona, Verona (IT); Esterno Notte, CAMERA - centro italiano per la fotografia, Torino (IT); DISFA, LINK, Bologna (IT).
La sua ricerca si focalizza principalmente sui corpi, organici e non, analizzandoli attraverso processi sperimentali e di metamorfosi. Incrociando vari media, dal disegno alla scultura fino alla scrittura di diari, la sua pratica ha come obiettivo la decostruzione del corpo fisico per ricercare nuove forme e identità in esso contenute, affini al concetto di corpo cosmologico. A partire dall’analisi delle relazioni e fusioni che avvengono fra corpi, Martino suggerisce quindi una nuova idea di famiglia collettiva, identificandola in un corpo unito che si muove insieme a tutta l’energia del Cosmo.
Giulia Menegale è una curatrice indipendente e ricercatrice. Ha completato una magistrale in Contemporary Art Theory presso Goldsmiths, University of London, nel 2020 e una triennale in Arti Multimediali presso Iuav (Università di Architettura di Venezia) nel 2018. Attualmente, è PhD candidate in Museum Studies presso gli IMT di Lucca. Ha collaborato come assistente curatoriale, editoriale e ricercatrice con: Looking Forward C.I.C. (Londra, UK), Castello di Rivoli - Museum of Contemporary Arts (Torino, IT), Island gallery (Bruxelles, BE) e Taryn Simon Projects (New York, US). I suoi articoli sono stati pubblicati da: WCS/CD (Belgrado, RB), Subbcultcha (Amsterdam, NL), Artillery Mag (L.A., US) e altre riviste accademiche. Ha preso parte nelle seguenti residenze e corsi curatoriali: Bagni d’Aria (Torino, IT), Salzburg Summer Academy (Salisburgo, AU), IMMA- Art and Politics Summer School (Dublino, IR), Unidee, Fondazione Pistoletto (Biella, IT) e Ramdom (Lecce, IT). Sarà fellow presso CuratorLab di Stoccolma per l’edizione 2022-23. Attualmente collabora con Âyiné, una casa editrice indipendente brasiliana, per la produzione di una collana di libri d’arte e teoria.
Avvalendosi di una prospettiva intersezionale ed elaborando un’analisi della realtà attraverso la teoria degli affetti e l’analisi istituzionale, la ricerca di Menegale si focalizza sul valore epistemologico delle emozioni negative e il loro ruolo potenziale nei processi di formazione del soggetto, al di là di paradigmi sociali portanti, interiorizzati dal singolo.