Marco Stefanelli – _preview Orogenesi
_preview Orogenesi di Marco Stefanelli è la presentazione in anteprima, dall’8 al 12 luglio, della mostra che sarà allestita alla Galleria Marco Polo durante ContemporaryArt, il mese dedicato all’arte contemporanea.
Comunicato stampa
_preview Orogenesi di Marco Stefanelli è la presentazione in anteprima, dall’8 al 12 luglio, della mostra che sarà allestita alla Galleria Marco Polo durante ContemporaryArt, il mese dedicato all’arte contemporanea.
Un ‘assaggio’ dell’esposizione e al tempo stesso un evento che inaugura un percorso nuovo all’interno di Marco Polo, luogo di commistione e accoglienza.
La galleria, che espone abiti vintage, oggetti di modernariato, antiquariato e tant’altro diventa superficie condivisa con i lavori degli artisti. L’allestimento sarà in dialogo con lo spazio punto di forza della mostra da cui nascerà un duplice arricchimento.
“Da sempre cerco di allestire il mio spazio come un luogo accogliente e stimolante anche grazie a contrasti arditi che a volte spiazzano l’occhio abituato a rimandi consolidati – spiega Monica Bruno curatrice, esperta di moda e proprietaria di Marco Polo raccontando meglio la sua idea -. Mi piacerebbe che preview prima e mostra poi, fossero l’inizio di una serie di incontri con artisti la cui visione creativa si fondesse con la visione della galleria reinterpretandone gli spazi senza stravolgerli suggerendo invece collegamenti con i temi che abitualmente tratto. Collegare l’opera artistica che trae genesi da svariati percorsi individuali alla moda, alla forma, al taglio, alla storia di famosi couturier o di giovani designer è il contributo che vorrei nascesse da queste compresenze”.
Nelle ‘Orogenesi’ di Marco Stefanelli la materia stampata possiede la memoria del legno a rappresentare il mondo vegetale; i tagli geometrici e colorati che solcano le superfici attraversandole, tracciano i confini netti di tutto ciò che non è naturale. È l'intervento dell'uomo, la razionalità, la pulsione al controllo sull'apparente caos del mondo.
Sinuose come i tessuti stropicciati da Issey Miyake le opere di Marco Stefanelli si sono unite agli abiti e agli oggetti in galleria. Marco Polo ha dato loro spazio, per aprire la connessione a mondi nuovi.
Nei lavori di Stefanelli il colore e il segno grafico seguono le curve, giocano con la superficie, ne evidenziano difetti e asperità, si sovrappongono in maniera decisa ma gentile e raccontano di una visione positiva, di una natura complessa e frastagliata sulla quale l’uomo interviene - o dovrebbe intervenire - con rispetto.
Con ‘Orogenesi’ – la parola richiama il momento della creazione, quel momento di miracoloso travaglio della terra viene continuamente ri-creato dalla sapienza dell’artista che ricrea il processo di comparsa delle montagne sulla terra - Stefanelli riunisce un corpus di sculture che, ispirandosi ai fenomeni geologici, mostrano la sua vocazione a sperimentare i materiali.
Resine che sembrano scorze d’albero combuste ma ondeggianti come i drappeggi di un abito barocco. Natura e artificio, materia organica e composti sintetici si incontrano tra le sue mani.
Lo scopo non è dare l’illusione del vero, ma dimostrare che il dato biologico si può integrare perfettamente in quello esclusivamente intellettuale, a patto che sia l’artista a fornirlo. A lui infatti il compito di inserire la geometria perfetta del cerchio e della linea nel movimento ondulatorio delle superfici legnose; a lui l’ardire di vestire di nero la scabrosità delle sue cortecce facendole contrastare coi toni caldi dei gialli e degli aranci. La matericità assoluta di un presente tecnologico si coniuga così con un pensiero nutrito di immagini antichissime: il risultato è un universo di forme dinamiche ma non frettolose, che risucchiano lo sguardo e lo cullano senza inquietarlo.
“Ho trovato stimolante e interessante mettere in contatto i miei lavori in un luogo completamente diverso – sottolinea l’artista Marco Stefanelli -. Le forme sinuose e le sovrapposizioni di colore creano un dialogo perfetto con gli abiti, che fin dall'inizio, nei giochi di luce e nei movimenti, sono stati per me un'importante fonte di ispirazione. Questa affinità e, allo stesso tempo, contrasto materico, creano la tensione giusta e generano risultati sorprendenti e inaspettati”.