Intervista a D01, il collezionista anonimo di NFT

Il collezionista, D01 o Damiano, creatore del fondo artistico NFT TuringFund, racconta il mondo della criptoarte dal suo punto di vista e parla della sua raccolta

L’opera Everydays: The First 5000 days dell’artista Beeple battuta all’asta l’11 marzo 2021 da Christie’s per 69 milioni di dollari ha acceso i riflettori sul mondo NFT e ne ha decretato la crescita di interesse repentina.
Il nuovo mercato digitale, nato grazie agli NFT e alla blockchain, porta con sé protagonisti e figure di rilievo, tra cui anche nuove tipologie di collezionisti. Molti di loro agiscono per cavalcare l’onda della moda (o della bolla?) e trarne profitto; altri, invece, desiderano investire e supportare una nuova arte e una nuova tecnologia in cui credono. Tra di loro, molti vogliono rimanere anonimi, a volte riuniscono le proprie acquisizioni e creano fondi artistici per garantire una maggior fruibilità delle opere. Proprio in questa direzione si muove D01, ideatore del fondo artistico NFT TuringFund, che di recente ha ampliato la sua collezione, acquistando The Currency di Damien Hirst e Everlasting – ‘Remedy’ di Ryan Koopmans. Ha parlato con noi e ha risposto ad alcune nostre domande.

Fabio Giampietro, The Downward. Courtesy D01 Collection

Fabio Giampietro, The Downward. Courtesy D01 Collection

INTERVISTA A D01

Mi hai detto che vuoi rimanere anonimo, come possiamo chiamarti?
Pseudo-anonimo come i BTC! Nel network italiano qualcuno mi conosce come Damiano o meglio come D01.

Sei solo o siete più persone?
Il TuringFund, il fondo artistico NFT che ho creato, al momento vanta solo me come membro. Ovviamente non sarebbe quello che è senza il supporto di amici, artisti e investitori che hanno contribuito in modo diretto o indiretto con idee e consigli. Forse, in futuro, si allargherà ad altri collezionisti.

Da quanto tempo collezioni?
Colleziono e investo ormai da qualche anno, da prima che esplodesse l’interesse per questo campo; e da parecchi anni sono nel settore cripto con la community Italian Crypto Club – community che già nel 2017-18 si occupava di divulgazione criptovalutaria in Italia e che a oggi ha oltre 10mila utenti. Quando si è così immersi in questo ecosistema e si ricevono continui input, ci si imbatte facilmente nelle innovazioni e nel progresso e si può imparare a riconoscere dove sta andando il mercato.

Collezioni solo arte NFT? Ti interessa e segui anche l’arte tradizionale?
Attualmente colleziono solo arte NFT per tutti i vantaggi legati alla tecnologia, ma da sempre sono attratto dall’arte tradizionale, per questo recentemente ho aggiunto alla mia collezione anche un’opera fisica. A oggi penso che sia impossibile separare le due realtà, il rapporto tra esse sarà bidirezionale, anche per i collezionisti. I due mondi si mescoleranno economicamente e concettualmente ed è giusto che sia così.

Su quali marketplace collezioni?
Principalmente colleziono su SuperRare e Nifty Gateway, ma mi piace molto sperimentare, ho comprato anche su Foundation, Makerplaces, KO, Async, Portion e ovviamente qualche collezione negli aggregatori come Opensea.

Investi anche in altri ambiti?
Credo che prima di tutto un buon investitore debba collocare il proprio capitale su ciò che è in grado di comprendere maggiormente e in seguito differenziare con criterio. Quindi sì, investo in molti altri settori, ma niente mi entusiasma come il mondo cripto.

Matteo Mauro, AIR. Courtesy D01 Collection

Matteo Mauro, AIR. Courtesy D01 Collection

L’ARTE DI COLLEZIONARE NFT

Hai degli artisti preferiti o delle opere preferite?
Ci sono molti artisti che ammiro, ma che ancora non ho collezionato. Tra le opere che possiedo, però, l’opera The Father di Emanuele Dascanio è sicuramente una delle mie preferite. Apprezzo molto anche Technogenica di Giuseppe Lo Schiavo, The Downward di Fabio Giampietro e l’opera AIR della serie dei quattro elementi di Matteo Mauro Studio.

Un pezzo che vorresti assolutamente nella tua collezione.
Mi piacerebbe aggiungere un pezzo di Daniel Arsham e di Takashi Murakami, artisti storicizzati e molto importanti, ma anche opere di qualche artista emergente, come Alejandro Cartagena.

Secondo quali metodi giudichi cosa collezionare? Collezioni solo artisti che ti piacciono e ti colpiscono o acquisti anche opere su cui vale la pena investire? 
Entrambe le cose. Non si può comprare arte senza il lato emozionale, ma non la si può neanche comprare unicamente per quello, perché il capitale ovviamente non è infinito e deve essere preservato al meglio. Io ho iniziato come investitore e sono diventato collezionista.
Mi ha sempre incuriosito la frase di Oscar Wilde: “Quando i banchieri si ritrovano a cena parlano di arte. Quando gli artisti si ritrovano a cena parlano di soldi”. L’arte tratta relazioni e questo è un parametro di valutazione molto importante per me.

Cosa ti differenzia da un collezionista di arte fisica?
La forma e le tecnologie sono differenti, ma le dinamiche psicologiche e sociali penso siano le stesse e per questo in entrambi i casi credo che il collezionismo rimanga collezionismo. Succede così anche nelle operazioni finanziarie, si può investire in moltissimi ambiti, ma si rimane sempre investitori.

Questa è la tua principale attività?
No, non è la mia principale attività, ma nell’ultimo periodo mi ci sono trovato totalmente immerso.

Il rischio che hacker possano accedere al tuo wallet digitale e rubarne il contenuto è reale? Come lo previeni?
Sì, è un rischio reale e lo prevengo non rispondendo a questa domanda!

Perché collezioni? Qual è il tuo scopo?
Mi piace pensare alle forme artistiche come a un grande recipiente a matrioska, che il tempo riempie delle esperienze appena trascorse, per fissarle, immutabili. Al suo interno si trova dunque la storia dell’umanità intesa come collettivo, ma non priva di individualismo.
Collezionare criptoarte, con il concetto web3, mi fa sentire parte di un nuovo movimento, con un ruolo attivo e rivolto al cambiamento. Questo è il mio scopo.

Alessio Tozzi

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