Half Die, il festival più cool di Roma: musica sperimentale su una terrazza privata

Nel mese di luglio una terrazza di una normalissima casa privata nella zona del Mandrione ospita ogni anno musicisti da tutto il mondo. Ecco tutta la storia

A luglio non è domenica senza l’Half Die. Giunto alla sua ventiseiesima edizione, il festival si è inaugurato lo scorso 10 luglio con la musica ipnotica di University Challenged, gruppo olandese fondato nel 2019. Quello che c’è di particolare è che tutto si svolge sulla terrazza di un loft al Mandrione e che il proprietario di casa – Giovanni Rosace, conoscitore e appassionato di musica elettronica e sperimentale – sostiene per se stesso e per i suoi ospiti l’intero costo dell’evento. Lontano da ogni forma di mecenatismo, Giovanni, commercialista di professione, confessa di agire per puro diletto. Si tratta di un evento privato, dunque, ma aperto al pubblico e unico nel suo genere.

Half Die Festival

Half Die Festival

HALF DIE A ROMA. APPUNTAMENTO AL CREPUSCOLO

Siamo al centro di un comprensorio di case con vista sull’acquedotto romano, al di sotto di un’aerovia che taglia il cielo a metà. Mentre all’esterno la scala a chiocciola trasborda sulla terrazza del loft un cospicuo numero di “invitati” pronti a scoprire la nuova selezione musicale, al piano inferiore un banco di pesci tropicali – symphisodon e razze d’acqua dolce – nuotano lenti dentro ad un grande acquario, diventando l’emblema del “Good Vibes”. “La mia passione per gli acquari si sposa con la mia passione per la natura in generale”, ci racconta Giovanni Rosace, “il mio acquario riproduce il biotopo di alcuni affluenti del Rio delle Amazzoni dove c’è acqua molto scura, acida e pura. In queste piccole aree dell’Amazzonia, dove l’acqua è molto ferma e non ci sono correnti, vivono questi pesci. Mi piace immaginarmi all’interno di un paesaggio naturale e vivendo in città mi affascina molto la riproduzione di un paesaggio naturale in uno spazio artefatto”.

Locandina Half Die Festival

Locandina Half Die Festival

IL PROGRAMMA FREE, OPEN E INCLUSIVE DELL’HALF DIE

“Ascolto tanta musica e faccio ricerca durante tutto l’anno”, continua Giovanni. “Il programma si definisce anche grazie al continuo confronto con degli amici che conoscono il mood del festival”. Con il tacito accordo dei vicini, negli anni il palco dell’Half Die ha ospitato numerosi artisti provenienti da tutto il mondo, come il duo di Manchester Demdike Stare, gli inglesi KVB e il cantautore americano Sam Amidon. Il calendario di quest’anno proseguirà fino a fine luglio con Valentina Magaletti, Julia Reidy e Resplandor, sempre free ticket, open e inclusive. “Fare l’Half Die in un posto dove bisogna far pagare un biglietto significa far scattare tutta una dinamica di commercialità che non mi interessa. Non mi piacerebbe frequentare questo ambiente per motivi di lavoro”, spiega Giovanni, mosso soprattutto da uno spirito di sana convivialità. “All’Half Die non c’è mai la stessa gente. Il problema di Roma è che quando vai ai concerti trovi sempre le stesse persone, invece il bello è che lì arrivano sempre persone che non conosco, incuriosite dai racconti di altre persone che non per forza sono appassionate di musica”. Un’interessante offerta culturale la cui location resta segreta, certi del fatto che “chi cerca trova”…

– Donatella Giordano

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Donatella Giordano

Donatella Giordano

Nata in Sicilia, vive a Roma dal 2001. Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Roma, dove nel 2006 ha conseguito il diploma di laurea con una tesi che approfondiva la nascita dei primi happening e delle azioni performative…

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