Anémic Cinéma: il corto ipnotico di Marcel Duchamp del 1926 torna visibile dopo il restauro
Risale al 1926, ma è una pellicola che ha fatto storia nell'arte e nel cinema: "Anémic Cinéma" è il film realizzato da Marcel Duchamp, con l'aiuto del fidato Man Ray, pietra miliare del dadaismo che ora ha ritrovato il suo splendore grazie al restauro
Ipnotica e provocatoria, Anémic Cinéma è l’opera cinematografica attribuita all’alter ego femminile di Marcel Duchamp, Rrose Sélavy, che vede il dadaista Man Ray come direttore della fotografia.
PIETRA MILARE DEL MOVIMENTO CINEMATOGRAFICO SPERIMENTALE DEGLI ANNI ’20
Anémic Cinéma è una pietra miliare del movimento cinematografico sperimentale degli anni ’20 e presenta una serie di 19 dischi rotanti ipnotici, che l’autore ha chiamato “rotoreliefs”. Per realizzarli Duchamp ha creato disegni circolari dipinti e messi a girare su un fonografo, stratagemma con il quale ha ottenuto l’illusione ottica della profondità. Queste immagini, che si muovono in senso orario, si alternano a frasi in francese che ruotano in senso antiorario: in pieno stile dadaista, ricche di giochi di parole e allitterazioni, sono espressioni sessualmente allusive e oscene.
IL RESTAURO DEL CORTO DI MARCEL DUCHAMP
Originariamente distribuito come film muto, grazie al restauro digitale 2K commissionato da Aeon, è ora accompagnato dalla colonna sonora del compositore William Pearson. L’intervento ha consentito di riscoprire un’opera rappresentativa di Duchamp, capace di stordire lo spettatore, dapprima ipnotizzato dai cerchi rotanti – citati anche da Alfred Hitchcock nei titoli di testa del film La donna che visse due volte, del 1958 – e dopo impegnato a leggere le frasi che ruotano su loro stesse, per scoprire poi che sono prive di senso.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati