Isolario Venezia Sylva
Visioni e progetti per le isole della laguna veneta.
Comunicato stampa
Isolario Venezia Sylva sbarca a Treviso, grazie alla collaborazione con SPAZIO SOLIDO, che ospiterà la mostra sul rapporto tra natura e antropizzazione nelle isole di Venezia. Gli autori invitati hanno individuato percorsi concettuali e operativi per costruire un rapporto nuovo/antico in relazione alla dimensione naturale. La mostra, curata da Sara Marini restituisce una sintesi itinerante che coinvolgerà diverse città a partire dalle sedi delle università coinvolte nel progetto di ricerca: Genova, Firenze, Napoli, Roma, Matera, Pescara, Udine.
In particolare, “Isolario Venezia Sylva” è un progetto dell’unità di ricerca dell’Università Iuav di Venezia svolto nell’ambito del programma Prin “Sylva – Ripensare la «selva». Verso una nuova alleanza tra biologico e artefatto, natura e società, selvatichezza e umanità”. Agli autori invitati è stato chiesto di sviluppare una riflessione progettuale per un’isola minore della Laguna di Venezia che è stata loro assegnata. L’esercizio, fondato sulla conoscenza della realtà e sulla prefigurazione dello spazio, è strutturato su quarantotto frammenti di terra e su quarantotto gruppi di progettazione di quindici diverse scuole di architettura italiane o studi professionali, è incardinato sui tre termini/temi “isola, architettura, selva”. L’obiettivo è interpretare il ruolo del progetto in relazione alla condizione dell’isola e dell’isolario (in astratto e/o concretamente) e alla dimensione “selvatica”. Cercando una nuova alleanza tra biologico e artefatto, natura e società, selvatichezza e umanità, è stato restituito lo stato di fatto, sono stati piegati gli strumenti della rappresentazione e dell’analisi per mettere in luce la condizione trovata (isola) e la dimensione svelata (selva). Sulla base di questa lettura è stata sviluppata una nuova prefigurazione che espone intenzioni e propensioni dell’architettura. L’iniziativa rimanda a una serie di esperienze di confronto tra progettisti e a occasioni di riflessione sull’ambito veneziano, tra le quali ad esempio: le 10 visioni dell’area di Cannaregio Ovest restituite nel volume 10 immagini per Venezia (Officina 1980), gli esiti della prima fase del concorso per l’ampliamento del cimitero di San Michele in Isola (1998), o ancora “Le isole abbandonate della Laguna” di Gianni Pettena (1979).
L’obiettivo è restituire i risultati scientifici della ricerca, ma anche dare uno strumento operativo: esplicitare nuovi modi di convivere con/nella «selva» e orientare la gestione degli spazi chiarendo l’ambiguità del rapporto tra spazio controllato e selvatico. Negli ambienti propriamente urbanizzati, va promossa la consapevolezza dell’esistenza di «frammenti» urbani che sono «selve» nella città e che vanno analizzati da più prospettive: urbanistico-architettonica, geo-storica, geo-semiotica, socio-demografica, economica, antropologico-culturale, linguistica.